Frida Misul: differenze tra le versioni
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L'ultimo trasferimento la conduce al [[campo di concentramento di Theresienstadt]], pochi giorni prima della Liberazione il 9 maggio 1945.
Trascorsi tre mesi in un ospedale sovietico e un mese in un campo di raccolta
Nel 1946 Frida Misul pubblica a Livorno uno dei primissimi memoriali di deportati ebrei nei campi di sterminio nazisti. Sette furono i deportati ebrei autori di racconti autobiografici pubblicati in Italia nei primi anni del dopoguerra: Lazzaro Levi alla fine del 1945, [[Luciana Nissim Momigliano]], [[Giuliana Fiorentino Tedeschi]], [[Alba Valech Capozzi]] e appunto Frida Misul nel 1946, e infine nel 1947 [[Primo Levi]] e [[Liana Millu]]. Ad essi vanno aggiunti: [[Luigi Ferri (deportato)|Luigi Ferri]], la cui deposizione (in tedesco) è resa nell'aprile 1945 di fronte ad uno dei primi tribunali d'inchiesta sui crimini nazisti, [[Sofia Schafranov]], la cui testimonianza è raccolta nel 1945 in un libro-intervista di [[Alberto Cavaliere]], e [[Bruno Piazza]], il cui memoriale, scritto negli stessi anni, sarà però pubblicato solo nel 1956.<ref>Anna Baldini (2012), "La memoria italiana della Shoah (1944-2009)", in ''Atlante della letteratura italiana'', Torino, Einaudi, Vol.3, pag. 758-763.</ref>
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