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Le operaie di Colobopsis explodens mostrano una posa difensiva caratteristica, con il gastro sollevato e sono estremamente inclini al sacrificio quando minacciate. Il contenuto della ghiandola mandibolare (MGRC) può essere rilasciato durante l'autotisi contraendo il gastro fino alla rottura del tegumento, portando alla morte della formica: l'avversario rimane intrappolato nella secrezione appiccicosa e diventa incapace di muoversi. I principali costituenti dell'MGRC sono 1-(2,4,6-tri-idrossifenil)etanone, il monoacetilfloroglucinolo e la noreugenina. La secrezione all'espulsione è inizialmente fluida, poi si consolida fino a diventare viscosa e appiccicosa; presenta un colore giallo brillante, un caratteristico odore speziato e risulta potenzialmente tossica (ma non abbastanza per uccidere un altro insetto). Rilevante è anche l'utilizzo dell'MGRC nel comportamento di "pulizia": infatti, oltre alla rimozione delle foglie, le Colobopsis explodens (poiché l'MGRC può anche essere espulso in modo non suicidario sotto forma di goccioline alla base della mandibola) deposita la sostanza su tutta la superficie del nido, e grazie alle sue proprietà antibatteriche e [[antimicotico|antimicotiche]] la secrezione viene utilizzata anche per l'igiene delle colonie.
Un altro comportamento molto specifico si è manifestato sulla corteccia degli alberi: i lavoratori minori “brucano” gli strati di epifite (muschi, licheni, alghe, funghi filamentosi e lieviti) con le loro mandibole, spesso fino a 60 minuti. Questo comportamento è diverso dal comportamento di pulizia delle foglie e presumibilmente contribuisce alla nutrizione delle formiche.
{{Voce università|UNIPI/Laboratorio di scrittura|di Pisa (nell'ambito del Laboratorio di scrittura)}}
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