La tecnica dell'acquaforte era nota fin dai tempi antichi e veniva impiegata per incidere decorazioni sulle armi. Alcuni dei primi ad utilizzarla per le stampe d'arte sono stati [[Albrecht Dürer]] in [[Germania]] e il [[Parmigianino]] in [[Italia]]<ref>Manuale del conoscitore di stampe, Paolo Bellini, A. Vallardi Editore, Milano, 1998.</ref>.
È una tecnica calcografica molto diffusa e consiste nel corrodere una lastra di metallo (zinco di solito; rame per grandi tirature, come nel passato) con un acido, per ricavarnetrasporre con degli inchiostri le immagini da trasporreformate su un supporto ([[carta]] normalmente) per mezzo di colori. La [[lastra]] didello spessore necessario, disponibile in commercio(1/1,5 mm) viene ripulita e smussata aisui bordi con carta smeriglio, poi sgrassata nella parte lucida con ovatta intrisa, per esempio, con bianco di Spagna (carbonato di calcio) sciolto in acqua.
Cosparsa uniformemente con un coprente a protezione dall'acido ([[cera]], [[asfalto]], [[gomma (materiale)|gomma]], [[mastice]]...) viene affumicata con un mazzo didelle candele. Quindi si incide il disegno nel materiale protettivo con una punta sottile (a mano libera o ripassando una bozza su carta decalcante chiara), per mettere a nudo il metallo in corrispondenza dei segni che appariranno sulla carta grazie all'inchiostro.
S'immerge la lastra in acido (dopoDopo averne cosparso di coprente la faccia posteriore), iniziandosi inizia la [[morsura]], immergendo la lastra in acido che la corroderà solo dove non protetta. La morsure può essere fatta a più riprese, scoprendo man mano le parti da incidere, per ottenere scaviincisioni diversamente profondi. L'[[acido]] incide il metallo solo dove non protetto. Giudicata completa la lastra, la si lava con benzina o acquaragia, la si asciuga e la si tiene come matrice del disegno da replicare. La stampa avviene al [[torchio calcografico]] su carte poco collate e appositamente inumidite prima, cospargendocostipando la lastra di inchiostro grasso con un tampone di pelle la lastra e scaldandola un poco per favorire la penetrazione della tinta nei solchi. e la sua cessione alla carta,Dopo previaaverla pulituraripulita dellenelle parti che dovranno risultare bianche sul foglio stampato la lastra cederà sulla carta soltanto l'inchiostro contenuto nelle parti incise.
La lastra può venire ritoccata, anche più volte a [[puntasecca]] o con ulteriori morsure, dopo una primao provapiù prove (provaprove di [[Stato (incisione)|stato]]) fino a raggiungere gli effetti chiaroscurali desiderati o, come un tempo, aggiungendovi dei testi.
Particolari su strumenti e tecniche sono nel classico trattato di [[Abraham Bosse]] (sec. XVII).
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