Giorgio Laccioli: differenze tra le versioni

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Il priore morì la notte successiva, così come un nipote, ma il secondo benché ferito riuscì a salvarsi e a raccontare il grave fatto, che ebbe subito grande risonanza. Il priore generale [[Giuliano Falciglia da Salemi]]<reF>
{{cita web|url=http://www.comune.crema.cr.it/sites/default/files/web/File/FDMuseo/Insula_Fulcheria/2013/163_182_Chitto_Insula_2013.pdf|titolo=Giuliano da Salemi|editore=AssiciazioneAssociazione socio culturale sant'Agostino|accesso=19 luglio 2018|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180720165551/http://www.comune.crema.cr.it/sites/default/files/web/File/FDMuseo/Insula_Fulcheria/2013/163_182_Chitto_Insula_2013.pdf|dataarchivio=20 luglio 2018|urlmorto=sì}}
</ref>, avvisato dell'accaduto, mandò l'8 ottobre 1449 una lettera a fra Giorgio Laccioli, perché si recasse a Cremona a riformare il convento con il compito di allontanare quei frati che riteneva non fossero più degni dell'ordine. Il frate accettò l'incarico e il primo novembre del medesimo anno fece il suo ingresso solenne a Cremona portando con sé altri frati provenienti da diversi conventi che avevano già aderito all'Osservanza, tra questi frate Gabriele Attendolo che era il fratello di [[Francesco Sforza]], futuro arcivescovo di Milano.