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I responsabili del Forum espressero lamentele per la mancanza di differenziazione con la sezione Panorama, che quest'anno incluse tra l'altro retrospettiva sul cinema greco e australiano, un ampio programma di documentari dai [[Paesi baltici]] messo insieme in collaborazione con il Festival del documentario di [[Nyon]] e film come ''[[Cura la tua destra...]]'' di [[Jean-Luc Godard]], ''[[Missile (film)|Missile]]'' di [[Frederick Wiseman]] e ''[[Grasso è bello]]'' di [[John Waters (regista 1946)|John Waters]]. Nato nel 1980 come Info-Schau, uno spazio destinato a film esclusi dal concorso, sotto la direzione di [[Manfred Salzgeber]] il Panorama aveva acquisito nel tempo un profilo che alcuni cominciavano a vedere quasi indistinguibile da quello del Forum. I criteri di selezione non differivano più così tanto come in passato e nacque così una sorta di rivalità tra le due sezioni. Terminato il festival, il comitato consultivo ammonì il Panorama di ridimensionare la sua programmazione, una formulazione che però non teneva conto del fatto che le sezioni dovevano definire la loro immagine piuttosto che essere "modeste" al riguardo.
 
* 1989
Alla soglia degli anni novanta la ''Berlinale'' era ormai diventata la più importante manifestazione internazionale per i film provenienti dall'[[Europa orientale|Europa dell'Est]]. Nel 1989 continuarono ad essere mostrati film un tempo banditi o censurati come ''[[Privarzaniyat balon]]'' della regista bulgara [[Binka Zhelyazkova]] (1967) e ''[[Obrazy starého sveta]]'' del ceco [[Dušan Hanák]] (1972), entrambi nella sezione Panorama, ma cominciarono anche ad essere proposti i primi film realizzati durante l'era della [[perestrojka]] di [[Michail Gorbačëv]]. Nel concorso furono presentati ''[[Ja milujem, ty milujes]]'' dello stesso Hanák, ''[[Il servo (film 1989)|Il servo]]'' di [[Vadim Jusupovič Abdrašitov|Vadim Abdrašitov]] e ''[[Mielött befejezi röptét a denevér]]'' dell'ungherese [[Péter Tímár]], fuori concorso ''[[Der Bruch]]'' di [[Frank Beyer]] e ''[[Vlast Solovetskaya. Svidetelstva i dokumenty]]'', documentario di [[Marina Goldovskaya]] su un argomento fino a quel momento tabù come quello dei [[gulag]] sovietici. Il Forum internazionale del giovane cinema propose tre opere di [[Aleksandr Sokurov]] e ''[[La piccola Vera]]'' di [[Vasilij Pičul]], un film sulla "generazione perduta" russa che risultò uno dei più apprezzati dalla critica. «Una metafora del rapporto con lo stato, ancora permeato da un atteggiamento di disperazione e sarcasmo», come scrisse Michael Kötz sul ''[[Frankfurter Rundschau]]'', «ci si comincia a dispiacere per Gorbačëv che cerca di ottenere qualcosa partendo da questa base». Nel Kinderfilmfest due premi vennero assegnati a ''[[Kukolka]]'' di [[Isaak Fridberg]], che affrontava il fenomeno degli sport professionistici in [[Unione Sovietica]] e gli effetti devastanti sullo sviluppo della personalità dei bambini.
 
Uno dei principali temi del Forum fu rappresentato dal periodo nazista e dalla necessità di non dimenticare quanto accaduto, una necessità che coincise con le recenti elezioni che avevano portato un partito di estrema destra nella Camera dei Rappresentanti di Berlino. Tra gli altri furono proiettati i documentari ''[[Lodz Ghetto]]'' di [[Alan Adelson]] e [[Kate Taverna]], sulla segregazione della popolazione ebraica nel ghetto della città polacca di [[Łódź]], ''[[Voices from the Attic]]'' di [[Debbie Goodstein]] e ''[[Jacoba]]'' di [[Joram ten Brink]], due storie familiari nell'[[Europa orientale]] durante la [[seconda guerra mondiale]], ''[[Vienna Is Different: 50 Years After the Anschluss]]'' di [[Susan Korda]] e [[David W. Leitner]], un'indagine sull'identità austriaca e sulle responsabilità nell'[[antisemitismo]] del politico e diplomatico [[Kurt Waldheim]], e ''[[Gesucht: Monika Ertl]]'' di [[Christian Baudissin]], ritratto della donna uccisa nel 1973 nel tentativo di rapire [[Klaus Barbie]], ex capo della [[Gestapo]] a [[Lione]]. Un altro documentario incentrato sulla figura del "boia di Lione" rappresentò il punto focale di questa rassegna: ''[[Hôtel Terminus (film)|Hôtel Terminus]]'' di [[Marcel Ophüls]], definito dalla studiosa Gertrud Koch «un film di proporzioni epiche. Il documentarista si è avvicinato al suo soggetto con sarcasmo e la fredda furia del ricercatore».
 
Le recenti critiche rivolte all'eccessiva presenza delle grandi produzioni hollywoodiane in concorso furono ridimensionate quest'anno grazie alla presenza di un numero di film considerato proporzionato alla loro qualità, anche se non tutti gli addetti ai lavori furono concordi con le decisioni della giuria internazionale. Se a molti sembrò probabile che l'[[Orso d'Oro]] potesse andare a una produzione americana, la scelta di ''[[Rain Man - L'uomo della pioggia]]'' di [[Barry Levinson]] deluse parte della critica che avrebbe preferito veder premiato ''[[Talk Radio (film)|Talk Radio]]'' di [[Oliver Stone]]. L'Orso d'argento per [[Eric Bogosian]], autore della sceneggiatura e interprete del ruolo principale, fu considerato da molti una sorta di "premio di consolazione". Anche [[Jodie Foster]], protagonista di ''[[Sotto accusa]]'' di [[Jonathan Kaplan (regista)|Jonathan Kaplan]], fu considerata da molti più meritevole dell'[[Orso d'argento per la migliore attrice]] di [[Isabelle Adjani]], mentre una standing ovation accolse l'[[Orso d'oro alla carriera]] a [[Dustin Hoffman]], un premio onorario assegnato finora solo a [[James Stewart]] e [[Alec Guinness]]. Anche il cinema europeo fu giudicato in ottima forma con film come ''[[Le relazioni pericolose (film 1988)|Le relazioni pericolose]]'' di [[Stephen Frears]], ''[[War Requiem (film)|War Requiem]]'' di [[Derek Jarman]], ''[[Camille Claudel (film)|Camille Claudel]]'' di [[Bruno Nuytten]], ''[[Histoires d'Amérique]]'' di [[Chantal Akerman]] e soprattutto ''[[Una recita a quattro]]'' di [[Jacques Rivette]], che si aggiudicò il Premio [[Fédération internationale de la presse cinématographique|FIPRESCI]] e che Andreas Kilb definì su ''[[Die Zeit]]'' «una critica a molti altri film che sono stati proiettati a Berlino. Rivette contrappone la dura sfilata del contenuto culturale all'arte dell'improvvisazione e il ben intenzionato impegno della macchina da presa con la perfezione dell'espressione filmica... ''Una recita a quattro'' apre una finestra sullo schermo, permettendoci finalmente di respirare».
 
Sempre in ambito europeo, il direttore [[Moritz de Hadeln]] spiegò così la scarsa presenza di film della [[Germania Ovest]]: «La Germania ha un certo numero di registi di livello internazionale, ma certo non producono un film all'anno, non sono operai alla catena di montaggio... però... dalla morte di [[Rainer Werner Fassbinder|Fassbinder]] si avverte un vuoto. La generazione sua, di [[Alexander Kluge|Kluge]] e di altri era motivata politicamente, in un determinato momento storico tedesco che è passato. La nuova generazione ha una sola motivazione: fare del cinema. Forse non basta».
 
L'[[Italia]] fu presente in concorso con un solo film, la co-produzione italo-svizzera ''[[Bankomatt]]'' di [[Villi Hermann]], anche se il festival fu preceduto da aspre polemiche che rischiarono di vedere l'assenza del cinema italiano. ''[[Nuovo Cinema Paradiso]]'' di [[Giuseppe Tornatore]], invitato nella sezione Panorama, fu ritirato dal produttore [[Franco Cristaldi]] in accordo con l'autore e con i co-produttori a causa dell'atteggiamento considerato offensivo per il cinema italiano. «Ho chiesto io al produttore di ritirare il film e non certo perché mi avessero messo fuori concorso», dichiarò Tornatore su ''[[La Stampa]]'', «è che non mi piace l'atteggiamento sprezzante verso il cinema italiano che de Hadeln ha avuto: troppo contraddittorio sarebbe stato presentare un film che esprime il più grande amore verso il cinema italiano, come è ''Nuovo Cinema Paradiso''». Anche [[Ettore Scola]] espresse un giudizio severo sul direttore della ''Berlinale'' dopo che ''[[Splendor]]'' venne rifiutato, a quanto pare per il fatto che avrebbe partecipato tre mesi dopo al [[Festival di Cannes]]. «È chiaro che si tratta di una ripicca, d'una rivalsa», disse il regista, «evidentemente de Hadeln ha il dente avvelenato con l'Italia... Come si fa a dire che ''Splendor'' andrà al Festival di Cannes quando quei selezionatori neppure l'hanno visto? Perché prendersela se i co-produttori francesi del film desiderano tentare con un festival francese? ''Nuovo Cinema Paradiso'' è a mio avviso un bellissimo film. ''[[Cuore di mamma (film 1988)|Cuore di mamma]]'' di [[Gioia Benelli]], che anche come [[Associazione nazionale autori cinematografici|ANAC]] avevamo suggerito, era più che degno di figurare almeno nella sezione Panorama, era giusto che lo prendesse».
 
Moritz de Hadeln commentò la minaccia ventilata dall'[[Associazione nazionale industrie cinematografiche audiovisive e multimediali|ANICA]] di ritirare dal festival lo stand e ogni presenza ufficiale italiana affermando che registi e produttori stavano cercando di «giustificare la modestia della presenza italiana a Berlino» e che la polemica stava prendendo toni «tali da pregiudicare il futuro dei nostri rapporti». In una lettera indirizzata al presidente [[Silvio Clementelli]] dichiarò inoltre che era «diritto assoluto d'ogni festival poter liberamente procedere a una selezione... In queste condizioni trovo che i suoi colleghi dovrebbero riconoscere che il festival ha fatto più del dovuto per assicurare una buona presenza italiana». Nonostante il risentimento di alcuni produttori nei confronti di de Hadeln, tutte le polemiche rientrarono dopo una riunione straordinaria dei dirigenti dell'ANICA che si tenne il 7 febbraio 1989, tre giorni prima dell’inizio del festival. Il cinema italiano fu presente con il suo stand promozionale diretto da Marcello Cipollini e venne rappresentato da ''Bankomatt'' in concorso e da ''[[Maicol]]'' di [[Mario Brenta]] nel Forum, in cui furono proiettati anche sei video sull'attività di [[Pier Paolo Pasolini]].
 
=== Gli anni novanta ===