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=== Danneggiamento e ricostruzione durante la guerra civile spagnola ===
Pochi giorni dalladopo la ribellione militare contro il Governo della Repubblica, il Palazzo Liria fù stato sequestrato dalle milizie del Partito Comunista, che lo tennero aperto al pubblico, conservandone le collezioni come furono trovate. Nonostante i bombardamenti su [[Madrid]], fu deciso che la collezione sarebbe rimasta nel Palacio de Liria , anche perché, data l'identità del proprietario, si credeva che la parte ribelle non avrebbe mai attaccato la proprietà. "Le misure di sicurezza erano estreme, al punto che non era consentito fumare all'interno dell'edificio e i dipinti erano protetti con corrimano per evitare possibili danni causati dai visitatori", spiega Valme Muñoz. Dal 36 agosto, due volte alla settimana sono state organizzate visite di gruppi di miliziani e conferenze di prestigiosi docenti, come Rafael Alberti o Teresa León, hanno trasformato il Palacio de Liria in uno dei centri culturali più attivi della [[Madrid]] durante guerra. Tuttavia, tutta questa attività fu interrotta quando, contro ogni previsione, il 17 novembre il palazzo fu devastato da 18 bombe incendiarie. Diverse testimonianze danno conto dei danni dei bombardamenti. Una persona della servitù della [[Casa d'Alba]] di nome Remigio fa un breve resoconto dei fatti in alcuni appunti manoscritti. Racconta come alle quattro del pomeriggio del 17 novembre 1936, i servi si precipitarono insieme ai miliziani a raggiungere i tetti per spegnere le fiamme, ma non fu sufficiente, poiché le bombe incendiarie avevano bucato lo zinco del tetto e il fuoco si era impadronito di tutta la struttura di legno. I miliziani hanno quindi deciso di cercare di salvare il più possibile. I dipinti, imballati in caso di bombardamento, erano conservati in una stanza sicura. Le tendee gli arazzi furono smontati e, insieme ai tappeti, tutto fu portato in giardino. Vi furono trasferiti anche mobili, libri, porcellane e argenteria. Successivamente, il tutto è stato portato in due edifici centrali di Madrid, sulle strade Serrano e [[Antonio Maura]], occupati dal Partito Comunista. Già allora, con il governo repubblicano installato a [[Valencia]] prima dell'avanzata delle truppe nazionali, si decise di trasferire il tesoro artistico nazionale - circa 18.000 pezzi, compresi quelli del [[Museo del Prado]] e, logicamente, quelli della [[Casa d'Alba]]. Da lì sarebbero andati in [[Catalogna]] per passare successivamente alla [[Società delle Nazioni]] a [[Ginevra]] fino al loro ritorno a [[Madrid]] quasi tre anni dopo in uno degli episodi più emozionanti della storia recente della [[Spagna]]. L'odissea del tesoro nazionale nella [[Guerra civile spagnola|Guerra Civile]] fu al centro di alcune importanti mostre come Arte Protetta ([[Museo del Prado]], 2003) e Biblioteca en guerra ([[Biblioteca nazionale di Spagna|Biblioteca Nacional]], 2006). Durante i quasi tre anni di questo pericoloso viaggio, il restauratore Manuel Arpe Retamino accompagnò i lavori e successivamente scrisse un diario datato 1 agosto 1949, di grande interesse per conoscere i dettagli di quanto accaduto. Arpe racconta il grande successo della mostra del tesoro della [[Casa d'Alba]] a [[Valencia]]. Infine, le tele sarebbero state esposte a [[Ginevra]] prima del loro ritorno a [[Madrid]], dove erano inizialmente sotto la custodia del National Artistic Heritage Defense Service, creato per decreto dal primo governo franco nel [[1938]]. Il duca d'Alba, Jacobo Fitz-James Stuart y Falcó, impiegherà alcuni anni per raggruppare l'intera collezione, attraverso varie consegne tra l'estate del [[1939]] e gli ultimi mesi del [[1944]]. Morirà tre anni prima dei lavori di costruzione del il rinnovato Palacio de Liria, inaugurato nel giugno [[1956]].
 
== Architettura ==