Testimonium Flavianum: differenze tra le versioni
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== Versione araba del X secolo ==
Nel [[1971]] il professor [[Shlomo Pinés]] dell'[[Università Ebraica di Gerusalemme]] pubblicò la traduzione di una diversa versione del ''Testimonium''<ref>Shlomo Pines, [http://khazarzar.skeptik.net/books//pines01.pdf ''An Arabic version of the 'Testimonium Flavianum' and its implications''], Gerusalemme, The Israel Academy of Sciences and Humanities, 1971.</ref>, come citato in un manoscritto arabo del [[X secolo]]. Il brano compare ne ''Il libro del Titolo'' dello storico arabo cristiano, nonché vescovo [[melchita]] di [[Hierapolis Bambyce]], [[Agapio di Ierapoli|Agapio]], morto nel [[941]]. Agapio riporta solo approssimativamente il titolo dell'opera di Giuseppe ed afferma chiaramente che il suo lavoro è basato su una più antica cronaca in [[Lingua siriaca|siriaco]] di [[Teofilo di Edessa]] (morto nel [[785]]), andata persa: ciò suggerisce quindi che il ''Testimonium'' di Agapio sia una parafrasi di quello presente nella cronaca perduta di Teofilo. La versione del ''Testimonium'' di Agapio è:
{{Citazione|Egli afferma nei trattati che ha scritto sul governo dei Giudei: «In questo tempo viveva un uomo saggio che si chiamava Gesù, e la sua condotta era irreprensibile, ed era conosciuto come un uomo virtuoso. E molti fra i Giudei e le altre nazioni divennero suoi discepoli. Pilato lo condannò a essere crocifisso e morire. E quelli che erano divenuti suoi discepoli non abbandonarono la propria lealtà per lui. Essi raccontarono che egli era apparso loro tre giorni dopo la sua crocifissione, e che egli era vivo. Di conseguenza essi credevano che egli fosse il Messia, di cui i Profeti avevano raccontato le meraviglie».|Traduzione di Shlomo Pines, citata da J.D. Crossan.}}
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