Sergio Mattarella: differenze tra le versioni
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Ha tre figli: [[Laura Mattarella|Laura]] (che durante il mandato presidenziale del padre svolge le funzioni di protocollo tipiche del [[Consorti dei presidenti della Repubblica Italiana|consorte]]), Francesco e Bernardo. Quest'ultimo, professore ordinario di diritto amministrativo all'[[Università di Siena]], presso la [[LUISS Guido Carli]] di Roma e presso la [[Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione]],<ref>[http://urbanpost.it/sergio-mattarella-ecco-chi-sono-figli UrbanPost.it]</ref> nel 2014 è stato posto dal ministro [[Marianna Madia]] a capo dell'ufficio legislativo del [[Dipartimento della funzione pubblica]] presso la [[Presidenza del Consiglio dei ministri]].<ref name=Next/>
=== Attività politica ===
==== L'ingresso in politica con la DC ====
Vicino per tradizione familiare alla [[corrente morotea]] della [[Democrazia Cristiana]], in seguito all'assassinio del fratello nel 1980, Mattarella aumentò progressivamente il suo impegno politico.▼
▲==== Vicino per tradizione familiare alla [[corrente morotea]] della [[Democrazia Cristiana]], in seguito all'assassinio del fratello nel 1980, Mattarella aumentò progressivamente il suo impegno politico. ====
Uno dei suoi primi incarichi di rilievo fu il ruolo di capo del [[collegio dei probiviri]] della DC, ricostituito in fretta alla fine del 1981 dopo un anno dalla scadenza a seguito dello [[Massoneria in Italia#Lo scandalo della P2 e l'inchiesta Cordova del 1993|scandalo P2]] e dell'istituzione della relativa [[Commissione parlamentare d'inchiesta]], presieduta dall'on. [[Tina Anselmi]]. L'organo di giustizia interna era stato incaricato di individuare i militanti iscritti alla loggia massonica di [[Licio Gelli]] (presenti negli elenchi e per i quali esistevano ulteriori prove) che andavano espulsi o sospesi, avendo violato lo statuto del partito che vietava l'iscrizione a logge massoniche.<ref>{{Cita audio |autore=Giorgio Zanchini |titolo = I poteri occulti e la loggia P2 secondo Sergio Mattarella |url=http://www.internazionale.it/opinione/giorgio-zanchini-2/2015/02/04/i-poteri-occulti-e-la-loggia-p2-secondo-sergio-mattarella |editore=Internazionale|data=4 febbraio 2015 |accesso=19 dicembre 2016}}</ref>
[[File:Sergio Mattarella 1983.jpg|thumb|left|Sergio Mattarella nel 1983]]
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http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/01/31/volete-parlare-mattarella-chiamate-lamico-giovanni-burtone-deputato-ricercato-montecitorio/1385744/ |titolo=Mattarella: per parlare con lui chiamate amico Burtone, il più cercato alla Camera |pubblicazione= Il Fatto quotidiano |data= 31 gennaio 2015 |accesso=1º febbraio 2015}}</ref> Mattarella restò commissario della DC palermitana fino al luglio 1988.
==== I primi incarichi ministeriali ====
[[Elezioni politiche italiane del 1987|Rieletto alla Camera nel 1987]] con 143.935 preferenze,<ref>{{cita web |url=http://elezionistorico.interno.it/candidati.php?tpel=C&dtel=14/06/1987&tpa=I&tpe=I&lev0=0&levsut0=0&lev1=29&levsut1=1&ne1=29&es0=S&es1=S&ms=S&ne=29&nlg=11&ts=C&ccp=1 |titolo= Elezioni politiche 1987 - Camera dei Deputati: candidati DC del collegio di Palermo-Trapani-Agrigento-Caltanissetta |sito=Archivio storico delle elezioni |editore=Ministero dell'Interno |accesso=7 febbraio 2014}}</ref> si mantenne vicino alle correnti di sinistra del partito e in particolare al segretario De Mita<ref>{{cita news |autore=Alessandro Da Rold |autore2=Marco Sarti |url=http://www.linkiesta.it/mattarella-sergio-presidente-repubblica |titolo=Mattarella, il siciliano silenzioso che sogna il Colle |pubblicazione=[[Linkiesta]] |data=15 gennaio 2015 |accesso=29 gennaio 2015 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150129103255/http://www.linkiesta.it/mattarella-sergio-presidente-repubblica |dataarchivio=29 gennaio 2015 |urlmorto=sì }}</ref> e ai suoi collaboratori, come [[Roberto Ruffilli]]. A luglio dello stesso anno fu nominato [[Ministri per i rapporti con il Parlamento della Repubblica Italiana|ministro per i rapporti con il Parlamento]] del [[governo Goria]] e confermato nell'incarico nel 1988 con il [[governo De Mita]]. Nei due anni di incarico ministeriale, sino a luglio 1989, seguì l'iter di riforma dell'ordinamento della Presidenza del Consiglio dei ministri e la modifica dei regolamenti parlamentari che assegnava carattere di ordinarietà al voto palese.<ref name=Quaranta/>
==== L'incarico al ministero della Pubblica Istruzione ====
Nel luglio del 1989, con la formazione del [[governo Andreotti VI]], fu nominato [[Ministri della pubblica istruzione della Repubblica Italiana|Ministro della pubblica istruzione]]. A gennaio del 1990 guidò la prima Conferenza nazionale della scuola<ref>{{cita news|url=https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/10/06/se-si-sveglia-la-pantera.html|autore=Guglielmo Pepe|titolo=Se si sveglia la pantera|data=6 ottobre 1996|pubblicazione=la Repubblica}}</ref> che discusse il rinnovamento del sistema dell'istruzione e affrontò il tema dell'autonomia scolastica.<ref name=DeGregorio>{{cita news |autore=Antonella De Gregorio |url=http://www.corriere.it/scuola/15_gennaio_30/scuola-moduli-educazione-salute-scuola-secondo-mattarella-7e7d6fb2-a86c-11e4-9642-12dc4405020e.shtml |titolo=Addio al maestro unico, così Mattarella cambiò la scuola |pubblicazione= [[Corriere della Sera]] |data=30 gennaio 2015 |accesso=2 febbraio 2015}}</ref> E mentre, a marzo dello stesso anno, si teneva un maxi-concorso a cattedre per la [[Scuola secondaria di secondo grado in Italia|Scuola secondaria di secondo grado]], Mattarella intervenne con il riordino dei programmi didattici del biennio delle scuole superiori,<ref name=DeGregorio/> portando a compimento i primi passi del [[Progetto Brocca]], il programma di revisione del sistema didattico intrapreso sotto il predecessore [[Giovanni Galloni]] nel 1988.
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A fine giugno trovava approvazione la cosiddetta [[Decreto del presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309|legge antidroga]], che demandava alle scuole l'educazione alla salute:<ref name=DeGregorio/> il connubio tra sistema di istruzione e misure di prevenzione, non solo in materia sanitaria, era in effetti parte delle linee programmatiche che il ministro aveva tracciato.
==== Le dimissioni dal governo Andreotti e il ritorno al partito ====
{{Vedi anche|Legge Mammì}}
Appena un mese dopo, il 27 luglio 1990, Mattarella si dimise dall'incarico di ministro insieme ad altri esponenti della sinistra democristiana ([[Mino Martinazzoli]], [[Riccardo Misasi]], [[Carlo Fracanzani]] e [[Calogero Antonio Mannino|Calogero Mannino]]) per protestare contro la [[questione di fiducia|fiducia]] posta dal governo sul [[legge Mammì|disegno di legge Mammì]] di riassetto del sistema radiotelevisivo,<ref name=BioMinistro/> che venne soprannominato sarcasticamente ''legge [[Polaroid]]'' in quanto, a detta dei detrattori, esso si limitava a fotografare l'esistente condizione di [[duopolio]], legittimando la posizione dominante del [[Mediaset|gruppo televisivo Fininvest]] di [[Silvio Berlusconi]].
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Rimasto privo di incarichi di governo, a dicembre 1990 diventò uno dei due vicesegretari della Democrazia Cristiana durante la segreteria di [[Arnaldo Forlani]], in quota alle correnti di sinistra del partito.<ref>{{cita news|autore=Fabio Martini |url=http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,2/articleid,0924_01_1990_0293_0002_12679678/ |titolo= La nuova mappa del potere dc delude la sinistra |pubblicazione= [[La Stampa]] |data= 15 dicembre 1990 |accesso 1 febbraio 2015}}</ref> Mantenne l'incarico fino al 1992, quando il nuovo segretario politico Martinazzoli gli affidò la direzione politica del quotidiano democristiano ''[[Il Popolo]]''.<ref name=BioMinistro>{{cita news|autore=|url=http://www.repubblica.it/online/politica/mattarella/mattarella/mattarella.html |titolo=Sergio Mattarella - Ministro della Difesa |pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]] |accesso=29gennaio 2015}}</ref>
==== La legge Mattarella e la fondazione del nuovo [[Partito Popolare Italiano (1994)|Partito Popolare]] ====
{{vedi anche|Legge Mattarella}}
Alle [[elezioni politiche italiane del 1992|elezioni del 1992]] Sergio Mattarella venne rieletto alla Camera con 50.280 preferenze, confermandosi il secondo democristiano più votato del collegio elettorale della Sicilia occidentale.<ref>{{cita web |url=http://elezionistorico.interno.it/candidati.php?tpel=C&dtel=05/04/1992&tpa=I&tpe=I&lev0=0&levsut0=0&lev1=29&levsut1=1&ne1=29&es0=S&es1=S&ms=S&ne=29&nlg=13&ts=C&ccp=1 |titolo= Elezioni politiche 1992 - Camera dei Deputati: candidati DC del collegio di Palermo-Trapani-Agrigento-Caltanissetta |sito=Archivio storico delle elezioni |editore=Ministero dell'Interno |accesso=7 febbraio 2014}}</ref> Nel corso dell'[[XI legislatura della Repubblica Italiana|XI legislatura]] fu relatore delle leggi di riforma del [[sistema elettorale]] della Camera e del [[Senato della Repubblica|Senato]] che, recependo l'esito del [[referendum abrogativi in Italia del 1993#Elezione Senato della Repubblica|referendum del 1993]], introducevano una preponderante componente maggioritaria sia pure mitigata dall'attribuzione, con il [[sistema proporzionale]], del 25% dei seggi. La [[legge Mattarella]], alla quale il politologo [[Giovanni Sartori]] diede l'appellativo di ''Mattarellum'',<ref>{{cita news|autore=[[Giovanni Sartori]] |url=http://archiviostorico.corriere.it/1993/giugno/19/riforma_profundis_co_0_93061915707.shtml|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150927183818/http://archiviostorico.corriere.it/1993/giugno/19/riforma_profundis_co_0_93061915707.shtml|dataarchivio=27 settembre 2015|titolo=Riforma, de profundis |pubblicazione=Corriere della Sera |data=19 giugno 1993 |accesso=1º febbraio 2015}}</ref> fu impiegata per le [[elezioni politiche italiane del 1994|elezioni politiche del 1994]], [[elezioni politiche italiane del 1996|del 1996]] e [[elezioni politiche italiane del 2001|del 2001]]. Mattarella, inoltre, fu componente della [[Commissione parlamentare per le riforme costituzionali|commissione bicamerale per le riforme costituzionali]], della quale per pochi mesi ricoprì l'incarico di vicepresidente.<ref>{{cita web|url=http://storia.camera.it/organi/commissione-parlamentare-riforme-istituzionali-11 |titolo=Commissione parlamentare per le riforme istituzionali |sito=Portale storico della Camera dei Deputati |accesso=8 febbraio 2014}}</ref>
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Mattarella fu uno dei protagonisti del rinnovamento della DC che avrebbe condotto nel gennaio 1994 alla fondazione del [[Partito Popolare Italiano (1994)|Partito Popolare Italiano]], nelle cui liste sarebbe stato eletto alla Camera nel 1994 e nel 1996.
==== Lo scontro con Rocco Buttiglione e la fondazione dell'Ulivo ====
[[File:Sergio Mattarella 1994.jpg|miniatura|destra|Sergio Mattarella nel 1994]]
{{vedi anche|L'Ulivo}}
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Dal 1997 al 1998 fece parte dell'ufficio di presidenza della [[Commissione parlamentare per le riforme costituzionali]] presieduta da [[Massimo D'Alema]].<ref>[http://www.camera.it/parlam/bicam/rifcost/composiz/ufpres.htm Composizione ufficio di presidenza<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>
==== Ministro nei governi D'Alema e Amato ====
[[File:Charles Sniffin, William S. Cohen and Sergio Mattarella - March 2000.jpg|miniatura|left|Mattarella, [[Ministri della difesa della Repubblica Italiana|ministro della difesa]], al [[Pentagono (edificio)|Pentagono]] con l'[[Segretario della difesa degli Stati Uniti d'America|omologo]] [[William Cohen]]]]
Caduto il [[governo Prodi I|primo governo Prodi]], Mattarella assunse la carica di [[Vicepresidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|Vicepresidente del Consiglio]] durante il [[governo D'Alema I]],<ref name=BioMinistro/> con delega ai [[servizi segreti italiani|servizi segreti]]<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/1999/ottobre/28/Mattarella_dossier_Havel_non_presidente_co_0_9910282256.shtml Mattarella: il dossier Havel non c'è. Il presidente ceco: no, l'ho portato in Italia<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref> che cercò di riformare.
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Il 27 luglio 2000 Mattarella siglò per l'Italia con altri Paesi europei l'accordo di Farnborough per la progressiva ristrutturazione e integrazione dell'[[Industria della difesa|industria europea della difesa]],<ref>{{cita libro | autore1=Riccardo Bagnato | autore2=Benedetta Verrini | titolo= Armi d'Italia: protagonisti e ombre di un made in Italy di successo| anno=2005 | editore= Fazi Editore| città= |ISBN=978-88-8112-499-2 |p=70 |url=https://books.google.it/books?id=YzqeRrGfTeYC&pg=PA70&dq=mattarella+airbus&hl=it&sa=X&ei=WkTRVNGeKs_kavzNgLAJ&ved=0CCAQ6AEwAA#v=onepage&q=mattarella%20airbus&f=false}}</ref> accordo che venne poi ratificato nel 2003.<ref>{{Cita legge italiana|tipo=legge |anno=2003 |mese=6 |giorno=17 |numero= 148|titolo=Ratifica ed esecuzione dell'Accordo quadro tra la Repubblica francese, la Repubblica federale di Germania, la Repubblica italiana, il Regno di Spagna, il Regno di Svezia e il Regno Unito della Gran Bretagna e dell'Irlanda del Nord relativo alle misure per facilitare la ristrutturazione e le attività dell'industria europea per la difesa, con allegato, fatto a Farnborough il 27 luglio 2000, nonché modifiche alla Legge 9 luglio 1990, n. 185 |articolo= |url http://www.governo.it/Presidenza/UCPMA/doc/legge148_03.pdf}}</ref> Nell'ambito della ristrutturazione del comparto della difesa su chiave continentale, Mattarella si impegnò a nome del governo per la partecipazione dell'Italia nel consorzio per la costruzione dell'[[Airbus A400M Atlas]], una decisione poi ricusata dal successivo [[governo Berlusconi II]] a fine 2001.<ref>{{cita libro | autore1=Birte Wassenberg | autore2=Giovanni Faleg | autore3=Martin W. Młodecki| titolo= L'Otan et L'Europe: Quels liens pour la sécurité et la défense Européenne?| anno=2010 | editore=Peter Lang | città=Berna |ISBN=978-90-5201-599-6 |p=53 |url=https://books.google.it/books?id=Hstu8yIu1ikC&pg=PA53&dq=%22Sergio+Mattarella%22&hl=it&sa=X&ei=vkHRVOzjNMvTaPH_gAg&ved=0CDgQ6AEwBDgy#v=onepage&q=%22Sergio%20Mattarella%22&f=false | lingua=francese}}</ref>
==== Gli anni successivi ====
Nel [[Elezioni politiche italiane del 2001|2001]] Mattarella fu rieletto alla [[Camera dei deputati (Italia)|Camera dei deputati]] nelle liste de [[Democrazia è Libertà - La Margherita|La Margherita]], che comprendeva l'intera componente dei popolari e nella quale pochi mesi dopo il PPI si sarebbe fuso. A differenza delle elezioni precedenti, non fu candidato in Sicilia ma in [[Trentino-Alto Adige]].<ref name="Stella" /> Nominato, su iniziativa del presidente della Camera, componente del [[Comitato per la legislazione]], ne fu vicepresidente sino al 2002 e presidente fino al 2003.
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In occasione dell'[[elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 2013]] per la successione a [[Giorgio Napolitano]] il suo nome era in una terna di nomi proposta dal segretario del PD [[Pier Luigi Bersani]] per arrivare a un'ampia convergenza tra [[Partito Democratico (Italia)|Partito Democratico]], [[Il Popolo della Libertà]] e [[Scelta Civica]] nel primo scrutinio con il quorum più alto. Il nome fu poi scartato dalla rosa ristretta dal presidente del PdL [[Silvio Berlusconi]] in cui figuravano invece [[Giuliano Amato]] e [[Franco Marini]], su cui infine cadde la scelta e che poi non venne eletto.<ref>{{cita news |autore=Goffredo De Marchis |url=http://www.repubblica.it/speciali/politica/elezioni-presidente-repubblica-edizione2013/2013/04/13/news/quirinale_spunta_nome_mattarella-56525760/ |titolo=Quirinale, Bersani ora punta su un cattolico: con Marini spunta il nome di Mattarella |pubblicazione=[[La Repubblica (quotidiano)|La Repubblica]] |data= 13 aprile 2013 |accesso=29 gennaio 2015}}</ref>
=== Presidente della Repubblica ===
{{vedi anche|Elezione del Presidente della Repubblica Italiana del 2015}}
[[File:Oath of Mattarella 2.jpg|miniatura|Sergio Mattarella con il suo predecessore alla carica di [[Presidente della Repubblica Italiana|Presidente della Repubblica]], [[Giorgio Napolitano]]]]
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[[File:Renzi Mattarella 2.jpeg|miniatura|Mattarella e il [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|Presidente del Consiglio]] [[Matteo Renzi]] nel [[2015]]]]
==== Crisi politica del 2016 ====
Il 5 dicembre 2016, all'indomani del [[referendum costituzionale in Italia del 2016|referendum costituzionale]] che respinse il disegno di riforma costituzionale, Mattarella ricevette il presidente del Consiglio [[Matteo Renzi]] pronto a dimettersi ma ne respinse le dimissioni per il tempo strettamente necessario all'approvazione della legge di bilancio, avvenuta due giorni dopo.<ref>{{cita news|url=http://www.ilgiornale.it/news/politica/matteo-renzi-sale-quirinale-1339291.html|titolo=Matteo Renzi sale al Quirinale, ma Mattarella lo "congela"|pubblicazione=[[Il Giornale]]|data=5 dicembre 2016}}</ref>
L'8 dicembre, divenute effettive le dimissioni del presidente del Consiglio, Mattarella avviò le consultazioni con le varie delegazioni dei partiti e con le altre cariche dello Stato.<ref>{{Cita web|url=http://www.huffingtonpost.it/2016/12/08/consultazioni-grasso-boldrini-mattarella_n_13514902.html|titolo=Al via le consultazioni. Mattarella riceve Grasso e Boldrini, l'auspicio è chiudere entro il 15. Colloquio con Napolitano|sito = [[The Huffington Post|L'Huffington Post]]|autore = Gabriella Cerami|data = 8 dicembre 2016|accesso=10 dicembre 2016}}</ref> che si conclusero l'11 dicembre con il conferimento dell'incarico di formare un nuovo esecutivo al ministro degli esteri [[Paolo Gentiloni]],<ref>{{Cita web|url = http://www.today.it/politica/paolo-gentiloni-nuovo-premier-diretta.html|titolo = Gentiloni accetta "con riserva" l'incarico a formare il nuovo governo|autore = D.N.|sito = Today|data = 11 dicembre 2016|accesso = 3 gennaio 2017}}</ref> che presta giuramento il giorno successivo.<ref>{{Cita web|url = http://www.repubblica.it/politica/2016/12/12/news/consultazioni_gentiloni_ministri_governo-153941735/?ref=HREA-1|titolo = Il governo Gentiloni ha giurato, ministri confermati tranne Giannini. Alfano agli Esteri. Minniti all'Interno. Boschi sottosegretario|autore = Paolo Gallori e Monica Rubino|sito = [[La Repubblica (quotidiano)|la Repubblica]]|data = 12 dicembre 2016|accesso = 3 gennaio 2017}}</ref>
==== Elezioni politiche del 2018 ====
[[File:Gentiloni dimissioni.jpg|miniatura|left|Mattarella e il [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|Presidente del Consiglio]] [[Paolo Gentiloni]] nel [[2018]]]]
Il 28 dicembre [[2017]] ha sciolto anticipatamente le Camere alcune settimane prima della scadenza naturale della [[XVII legislatura della Repubblica Italiana|XVII legislatura]]<ref name="scioglimento">{{cita news|Presidenza della Repubblica|url=http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Comunicato&key=3431|titolo=Il presidente Mattarella ha firmato il decreto di scioglimento delle Camere|data=28 dicembre 2017|accesso=29 dicembre 2017}}</ref>, dando così avvio alle procedure per il rinnovo del Parlamento culminate con le [[elezioni politiche italiane del 2018|elezioni del 4 marzo 2018]]. Il 24 marzo, con l'avvio della [[XVIII legislatura della Repubblica Italiana|XVIII legislatura]] e l'elezione dei presidenti di Camera e Senato, Mattarella ha accettato le dimissioni di [[Paolo Gentiloni]] da presidente del Consiglio, lasciando secondo la prassi il governo uscente in carica per il disbrigo degli affari correnti<ref>{{Cita news|autore=Umberto Rosso|url=http://www.repubblica.it/politica/2018/03/24/news/gentiloni_dimissioni-192146653/|titolo=Colle, Gentiloni si è dimesso da presidente del Consiglio: "Orgoglioso di aver servito l'Italia, grazie a tutto il governo"|pubblicazione=Repubblica.it|data=24 marzo 2018|accesso=18 aprile 2018}}</ref>.
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Il 31 maggio Cottarelli rimette il mandato poiché vicinissima la prospettiva di un governo politico che ''"è di gran lunga la migliore soluzione per il Paese"''. Infatti poco dopo il professor Conte viene convocato al Quirinale e, dopo la consultazione, rende nota la composizione del [[Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|Consiglio dei ministri]]<ref name=":0">{{Cita web|url=http://www.quirinale.it/qrnw/attivita/consultazioni/2018apr/2018-05-07.html|titolo=Consultazioni per la formazione di un nuovo governo}}</ref>, nel quale il professor Savona compare come [[Ministri per gli affari europei della Repubblica Italiana|ministro per gli Affari europei]] invece che dell'Economia e delle finanze come nella vecchia proposta non andata a buon fine. L'indomani il [[Governo Conte I]] giura dinanzi al Presidente.<ref name=":0" />
==== Crisi politica del 2019 ====
[[File:Mattarella Conte 2019.jpg|miniatura|Mattarella con il [[Presidente del Consiglio incaricato]] [[Giuseppe Conte]] il 29 agosto [[2019]]]]
Nella serata del 20 agosto [[2019]], al termine di un lungo e animato confronto parlamentare in Senato, dovuto ad una mozione di sfiducia presentata ed in seguito ritirata dalla [[Lega Nord|Lega]], il Presidente del Consiglio [[Giuseppe Conte]] si è recato dal Presidente della Repubblica, al quale ha presentato le dimissioni dalla carica di Presidente del Consiglio dei Ministri, restando in carica per il disbrigo degli affari correnti.
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Il Presidente incaricato [[Giuseppe Conte]] scioglie positivamente la riserva, accettando di formare un nuovo Governo di coalizione con [[Movimento 5 Stelle|M5S]], [[Partito Democratico (Italia)|PD]] e [[Liberi e Uguali|LeU]] e comunicando contestualmente la lista dei ministri. Il 5 settembre [[2019]] il [[Governo Conte II]] giura al [[Palazzo del Quirinale]].
==== Crisi politica del 2021 ====
[[File:Mattarella Draghi Quirinale 2021.jpg|thumb|Sergio Mattarella a colloquio con il [[Presidente del Consiglio incaricato]] [[Mario Draghi]] il 3 febbraio [[2021]]]]
A seguito di alcune settimane di tensioni all'interno della maggioranza di governo, il leader di [[Italia Viva]] Renzi ritira la propria delegazione di ministri. Il premier Conte, si presenta quindi alle Camere per verificare la tenuta del governo, ottenendo la maggioranza assoluta alla Camera e quella relativa in Senato, insufficiente per l'approvazione dei provvedimenti in alcune commissioni. Il 26 gennaio 2021 Conte si reca quindi al Quirinale, ove rassegna le proprie dimissioni al Presidente Mattarella, restando in carica per il disbrigo degli affari correnti.
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Il 13 febbraio il nuovo governo giura al Quirinale nelle mani del Presidente Mattarella ed ottiene in seguito un'ampia maggioranza in entrambe le Camere.
==== Nomine presidenziali ====
[[File:President Trump Meets With the President of the Italian Republic (48913782961).jpg|miniatura|Sergio Mattarella e [[Donald Trump]] alla [[Casa Bianca]]]]
;Governi
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** [[Governo Draghi|Draghi]], 13 febbraio 2021
;
;Senatori a vita
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