Paul Verlaine: differenze tra le versioni

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[[File:Paul Verlaine 2.jpg|thumb|left|Verlaine fotografato nel [[1893]]]]
 
Ed è in questo mezzanino della libreria di Lemerre che si riunisce allora il gruppo costituito attorno a Ricard, che lancia lo stesso anno un'effimera<ref>Essa conterà dieci dispense, scaglionate tra il novembre del 1865 e il gennaio del 1866 (cf. Jacques Roubichez, in Verlaine, op. cit., p.4.)</ref> nuova rivista settimanale, esclusivamente letteraria: ''L'Art''. Si difendono teorie artistiche diametralmente opposte a quelle promosse dalla ''Revue de Progrès'': il culto della perfezione formale è celebre, allo stesso modo della teoria dell'«[[Ars gratia artis|art pour l'art]]», ereditata dalla prefazione di ''[[Mademoiselle de Maupin]]'' di [[Théophile Gautier]], dove il romanzo era stato vivamente criticato nel penultimo numero della ''Revue du Progrès''<ref>In un article di Émile Fortin sulla dispensa del febbraio del 1864 della rivista (cf. Jacques Robichez, in Verlaine, op. cit., p.4.)</ref>. Paul Verlaine pubblica due poesie in questa rivista<ref>[[s:Dans les bois (Verlaine)|Dans les bois]] (sotto il titolo di ''J'ai peur dans les bois'') e [[s:Nevermore (1)|''Nevermore'']]</ref>, e soprattutto un importante studio su ''Charles Baudelaire'', considerato in modo particolare come il maestro della trasfigurazione poetica dei luoghi comuni<ref>Cf. Martine Bercot, Introduction aux ''Poèmes saturniens'', Le Livre de poche, Paris, 1996, p. 14.</ref> e ritenuto il poeta che accorda il primato alla sensazione piuttosto che alla parte intellettuale o alla parte affettiva dell'essere, «che sarà il fondamento stesso dell'arte verlainiana<ref>Jacques Borel, in Verlaine, ''Œuvres poétiques complètes'', Gallimard, Bibliothèque de la Pléiade, Paris, 1962, p.52.</ref>.»
 
Dopo la scomparsa dell'''L'Art'', è sotto l'impulso di Catulle Mendès che viene lanciato, in marzo [[1866]], una ''nouvelle revue'': ''[[Le Parnasse contemporain]]''. I poeti che pubblicano nella rivista condividono essenzialmente lo stesso rifiuto per la poesia sentimentale del [[Romanticismo|periodo romantico]] (il quale Baudelaire chiamava «geremiadi lamartiniane»<ref>«jérémiades lamartiniennes» - Charles Baudelaire, cité par Martine Bercot, in Verlaine, op. cit., p.6.</ref> »), ma vedono nel gruppo che si riunisce nel mezzanino della libreria Lemerre una nuova scuola poetica, una scuola «[[Parnasse|parnassiana]]», risollevata largamente dall'illusione retrospettiva: «Catulle Mendès e Louis-Xavier de Ricard denunceranno l'idea falsa che una scuola fosse mai riunita questa costellazione instabile di giovani poeti usciti su ''Le Parnasse contemporain'' [...] intorno a principi condivisi di un intento estetico comune e definito», scrive Martine Bercot nell'introduzione alla sua edizione dei ''Poèmes saturniens''<ref>op. cit., p. 6.</ref>. È così che nel 1898 Louis-Xavier de Ricard potrà scrivere nei suoi ''Petits Mémoires d'un Parnassien'':