High Intensity Training: differenze tra le versioni

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L’L{{'}}'''High Intensity Training (HIT)''' o '''Heavy Duty (HD)''', tradotto letteralmente come ''Esercizio ad alta intensità'' o ''Duro compito'', è un tipo di [[Allenamento di resistenza|allenamento coi pesi (''resistance training'')]] applicato nell'attività di [[bodybuilding]]. Tale metodo venne concepito da Arthur Jones, il fondatore dei macchinari con sovraccarichi ''Nautilus'', nei primi anni settanta. Più precisamente l’l{{'}}''Heavy Duty'' rappresenta la variante del HIT rielaborata dall'ex-campione di bodybuilding [[Mike Mentzer]] circa un decennio dopo l'effettiva nascita di questo stile. Spesso Mentzer viene impropriamente considerato l'ideatore del metodo, ma fu in realtà Jones a elaborarne i precetti svariati anni prima. Basandosi sugli stessi principi, l'HIT e l’l{{'}}''Heavy Duty'' vengono generalmente considerati lo stesso tipo di allenamento. Il metodo si concentra sull'esecuzione di ripetizioni al raggiungimento del ''[[cedimento muscolare|cedimento muscolare concentrico]]'' (la massima fatica), una bassa [[Frequenza (culturismo)|frequenza]], e un basso [[Volume (culturismo)|volume]].
 
== Cenni storici ==
L’L{{'}}''High Intensity Training'' (HIT) è un metodo basato sul concetto di allenamento ad alta [[Intensità (sport)|intensità]], a basso [[Volume (culturismo)|volume]], spesso in monoserie (cioè una serie per esercizio) e a bassa [[Frequenza (culturismo)|frequenza]], che venne popolarizzato dall'americano Arthur Jones (il fondatore dei macchinari ''Nautilus''), e in seguito dal campione di bodybuilding [[Mike Mentzer]] che ne creò una sua variante rivisitata, l’l{{'}}''Heavy Duty'' (HD), basata però essenzialmente sugli stessi principi. L'HIT venne originariamente concepito da Arthur Jones negli [[anni 1970|anni settanta]] come alternativa al dominio delle routine ad alto [[Volume (culturismo)|volume]] diffuse da diversi decenni da [[Joe Weider]] (''[[Volume training]]'') e promossi da campioni dell'epoca come [[Arnold Schwarzenegger]], che prevedevano allenamenti molto frequenti, anche per due volte al giorno, e davano scarsi risultati agli atleti che non assumevano farmaci. Jones fu il primo a promuovere l'idea che la monoserie bastasse per stimolare la crescita muscolare<ref name="Schoenfeld">Brad Schoenfeld. ''[http://books.google.it/books?id=fOYKnNgC3AMC&pg=PA13&dq=high+intensity+training+mentzer+jones&hl=it&sa=X&ei=8wadUMLNDsqD4gT1_4CYAQ&ved=0CD4Q6AEwAw#v=onepage&q&f=false The Max Muscle Plan]''. Human Kinetics, 2012. p. 13-14. ISBN 1-4504-2387-6</ref>. Egli testò i suoi metodi al fine di convincere l'industria del body building, ma anche per promuovere i suoi macchinari ''Nautilus''. Mike Mentzer, uno dei più importanti allievi di Jones, applicò i principi del HIT nei suoi allenamenti e vinse il titolo di IFBB Mr. Universe. Reso popolare il metodo negli [[anni 1980|anni ottanta]], i centri ''Nautilus'' sorsero in tutti gli [[Stati Uniti]]. Mentzer, assieme a famosi [[coach (sport)|coach]] come Ellington Darden e Matt Brzycki, e altri seguaci allenati da Jones, riproposero ciò che avevano imparato e contribuirono a migliorarne il sistema, che al tempo era fortemente basato sulle tecniche del ''[[Super set#Pre-esaurimento in Super set|Pre-esaurimento in Super set]]'' e le ''[[Ripetizioni negative]]''<ref name="Encyclopedia" />. Nonostante fosse stato diffuso negli anni ottanta, l'HIT non subì una larga diffusione fino a quando alcuni bodybuilder professionisti non lo applicarono nelle loro routine. La popolarità delle monoserie incrementò vertiginosamente nel mondo del bodybuilding quando [[Dorian Yates]], un culturista professionisa [[Inghilterra|inglese]], applicò le teorie di Mentzer nei suoi allenamenti dominando nelle competizioni nei primi [[anni 1990|anni novanta]], e vincendo 6 titoli [[Mr. Olympia]] consecutivi<ref name="Current Results">Michael Fröhlich, Peter Preuss. ''[http://books.google.it/books?id=VpEGDEZiXOYC&pg=PA106&dq=heavy+duty+arthur+jones&hl=it&sa=X&ei=mVeWUOrsM-734QSI6ICgBw&ved=0CC4Q6AEwAA#v=onepage&q=heavy%20duty%20arthur%20jones&f=false Current Results of Strength Training Research: An Empirical and Theoretical Approach, Volume 1]''. Cuvillier Verlag, 2005. p. 106-108. ISBN 3-86537-568-5</ref>. Quando l'HIT, l’l{{'}}''Heavy Duty'' e l'allenamento monoserie divennero popolari negli anni novanta, Mentzer sostenne che la crescente accettazione verso gli allenamenti ad alta intensità e basso volume confermavano quello che egli aveva da sempre raccomandato per anni, e pubblicò alcune bibliografie aggiornate sul suo metodo. Grazie a questa definitiva affermazione all'interno del mondo culturistico, le scuole o le metodologie di bodybuilding si divisero essenzialmente nelle due grandi categorie del ''High Intensity Training'' o ''Heavy Duty'', in cui venivano svolte una o poche serie per esercizio ad alta intensità, e del [[Volume training|''Volume training'' o ''High Volume Training'' (HVT)]], che prevedeva molte serie e più esercizi. I promotori di entrambi questi metodi sostengono che ci siano degli studi scientifici che dimostrano come il loro approccio risulti superiore<ref name="Current Results" />, mentre il parere di altri esperti più obiettivi promuove la periodica variazione dell'approccio di allenamento, ad esempio con la possibilità di svolgere un periodo di HIT training, seguito da un ciclo di ''Volume training'', al fine di evitare l'adattamento muscolare<ref name="Encyclopedia" /><ref name="olympian.it" />.
 
== Caratteristiche ==
I principi fondamentali dell’dell{{'}}''High Intensity Training'' si basano su intensità molto elevate e volumi e frequenza molto bassi. Gli esercizi sono eseguiti ad un elevato livello di sforzo, o intensità, ritenuta adeguata per poter stimolare l'organismo a produrre un aumento della forza e dell'ipertrofia muscolare. I sostenitori del HIT ritengono che questo metodo sia superiore per lo sviluppo della forza e ipertrofia rispetto alla maggior parte degli altri metodi che, per esempio, potrebbero prevedere l'utilizzo di carichi superiori e un maggiore volume e frequenza. L'HIT si contrappone al cosiddetto ''Volume training'' (praticamente un allenamento in cui viene enfatizzato il parametro ''volume''), cioè la classica impostazione di allenamento che prevede l'applicazione delle serie multiple, in cui potrebbe non essere previsto il ''cedimento muscolare''. Il ''Volume training'' è ancora oggi la più comune forma di esercizio con i pesi utilizzata nelle palestre e nei centri [[Fitness (sport)|fitness]]<ref name="drweitz">[http://www.drweitz.com/scientific/hit.htm drweitz.com - ''Is High Intensity Training Best?'' di Frederick C. Hatfield, Ph.D. e cenni di alcuni principi del HIT di Matt Brzycki]</ref>.
 
Esiste una relazione inversa tra il livello di intensità e il volume, quest'ultimo strettamente correlato con la durata della sessione. Come risultato, gli allenamenti che prevedono un'alta intensità sono generalmente brevi. Dopo un allenamento ad alta intensità, come per ogni allenamento, il corpo necessita di tempo per recuperare, e quindi per poter avviare il processo di [[supercompensazione]]. L'HIT si distinse originariamente dagli altri metodi per il fatto di enfatizzare più di tutti questo principio, confermato largamente anche a livello scientifico. Tale filosofia si contrapponeva fortemente agli allenamenti ad alta frequenza in voga all'epoca, in cui le sessioni venivano svolte per 5 o 6 giorni a settimana, e spesso 2 volte al giorno. Specialmente in condizioni naturali, tale metodologia si rivelava controproducente per sviluppare dei miglioramenti e adattamenti muscolari, ma iniziò ad essere avvalorata in parte grazie alla diffusione del HIT negli anni ottanta.
 
Solitamente nel HIT vengono eseguiti una serie per esercizio e tre esercizi per gruppo muscolare. Come molte altre scuole di body building, l'intensità in questo contesto non viene interpretata allo stesso modo del metodo scientifico, quindi non fa riferimento alla percentuale di carico sull'alzata massimale misurabile con i parametro [[1-Repetition maximum|1-''Repetition maximum'']] o la sua percentuale (% 1RM). Essa viene piuttosto intesa come il punto in cui viene raggiunto, e possibilmente superato, il ''[[cedimento muscolare|cedimento muscolare concentrico]]''<ref name="Periodization">Tudor O. Bompa, Michael Carrera. ''[http://books.google.it/books?id=RUowTe6UvbcC&pg=PA4&lpg=PA4&dq=high+intensity+training&source=bl&ots=88zcamnChx&sig=PjzivdKaak5jruy5NJ1D1wlj_NI&hl=it&sa=X&ei=yxxLUIvaOYfntQbA6YCwBw&ved=0CDIQ6AEwADgK#v=onepage&q=high%20intensity%20training&f=false Periodization Training For Sports]''. Human Kinetics, 2005. p. 4. ISBN 0-7360-5559-2</ref>. Ogni serie dovrebbe essere eseguita fino al ''cedimento muscolare'', e in molti casi questa soglia dovrebbe essere superata mediante l'applicazione di tecniche speciali come le ''[[ripetizioni forzate]]'', le ''[[ripetizioni negative]]'', e le ''[[ripetizioni parziali]]''. Per quanto riguarda le tecniche speciali ad alta intensità, una delle più rappresentative tecniche supportate dal HIT era il ''[[Super set#Pre-esaurimento in Super set|pre-esaurimento in super set]]'', un metodo che venne originariamente introdotto nell'esercizio coi pesi nel [[1968]] da Robert Kennedy nella rivista Iron Man. In realtà fu però Arthur Jones a renderlo popolare. Egli era talmente ossessionato dall'idea di trovare i modi più intensi per applicare questa tecnica, che lanciò una linea delle prime macchine ''Nautilus'' che combinavano due esercizi in uno per ridurre al minimo i tempi di recupero tra le serie e per rispettare il principio del pre-esaurimento<ref>[http://www.charlespoliquin.com/ArticlesMultimedia/Articles/Article/473/Poliquin_101_Circuit_Training_and_Supersets.aspx charlespoliquin.com - ''Poliquin 101: Circuit Training and Supersets''] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20121106055103/http://www.charlespoliquin.com/ArticlesMultimedia/Articles/Article/473/Poliquin_101_Circuit_Training_and_Supersets.aspx |data=6 novembre 2012 }}</ref>. Uno dei principi cardine del HIT è quello di impostare il minor numero possibile di serie. La teoria dell’dell{{'}}''Heavy Duty'' sostiene che se vengono eseguite più serie per un esercizio, ogni serie non può essere eseguita alla massima intensità<ref name="Encyclopedia">James Stoppani. ''Encyclopedia of Muscle & Strength''. Human Kinetics, 2006. p. 78-79. ISBN 0-7360-5771-4</ref>. Effettuando invece una sola serie ad esercizio c'è una maggiore possibilità di allenarsi alla massima intensità possibile. Reinterpretando il concetto di intensità come parametro legato alla massima fatica, effettivamente l'HIT non prevede per definizione carichi ad alta intensità, in quanto si manterrebbero facilmente al pari o al di sotto del 70% di 1-RM. Nel HIT il parametro volume viene altamente moderato per minimizzare il tempo speso in palestra. Una sessione di allenamento che supera la durata di 45 minuti tende a causare una progressiva elevazione dei livelli di [[cortisolo]] rispetto ad un allenamento della durata inferiore. Visto che il cortisolo è l'ormone che per ruolo ha un'azione catabolica sul [[muscolo scheletrico]], e inibisce l'abilità del [[testosterone]] di legarsi ai suoi recettori (cortisolo e testosterone sono antagonisti), limitarne il più possibile la secrezione è una strategia consigliata<ref name="Encyclopedia" />. La durata media di una sessione HIT potrebbe durare anche 20-30 minuti<ref name="Periodization" />, ma la durata massima dell'allenamento non dovrebbe superare un'ora<ref name="drweitz" />. A causa del basso volume degli allenamenti HIT, viene reso possibile all'atleta di allenarsi in modalità ''Total body'' (un allenamento che coinvolge tutti i gruppi muscolari corporei), oppure una ''Split routine'' (allenamento in cui diversi gruppi muscolari vengono allenati in diverse giornate) da due giornate, dipende se l'atleta preferisce ogni gruppo muscolare per due o tre volte a settimana<ref name="Encyclopedia" />. L'HIT enfatizza inoltre lo stimolo dei gruppi muscolari o muscoli grandi (petto, dorso, cosce), senza dare particolare importanza alla sollecitazione dei gruppi muscolari piccoli<ref name="drweitz" />, in quanto verrebbero già abbastanza coinvolti negli [[Esercizi multiarticolari|esercizi base (multiarticolari)]] dedicati ai precedenti.
 
L'HIT impone uno ''[[Speed of movement]]'' (la velocità delle ripetizioni) particolarmente lento e controllato, e quindi si contrappone ai movimenti rapidi ed esplosivi tipici delle modalità per sviluppare la forza massimale e la potenza muscolare in cui vengono utilizzati carichi ad alta intensità (in questo caso intensità intesa come percentuale di carico riconoscibile tra l'85 e il 100% 1-RM). I sostenitori dell'allenamento esplosivo ritengono che, al fine di sviluppare una maggiore forza di contrazione durante le competizioni sportive ad alta velocità, tale modalità sia necessaria. I fautori del HIT sostengono invece che l'uso di carichi pesanti può essere svolto anche ad una velocità più lenta, stimolando le fibre a contrazione rapida (tipo II). Secondo la loro filosofia i movimenti rapidi ed esplosivi sarebbero pericolosi a causa del sovraccarico articolare, e inefficaci, a causa del fatto che tali movimenti non riescono a stimolare efficientemente la crescita muscolare<ref name="drweitz" />. L'HIT supporta in concetto ''double progressive'', cioè un progressivo incremento del carico e delle ripetizioni. Ad ogni seduta sarebbe utile tentare di aumentare il carico o le ripetizioni rispetto all'allenamento precedente. Stimolando i muscoli in questa modo si costringono ad adattarsi alle esigenze imposte dall'aumento di questi parametri<ref name="drweitz" />.
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{{citazione|Si dovrebbe comprendere che HIT e Heavy Duty non sono basati sulla fisiologia del muscolo-cellula. HIT e HD sono in realtà basate sul GAS (sindrome generale di adattamento) di [[Hans Selye|[Hans] Selye]] più di ogni altra cosa. Jones e Mentzer amavano parlare di filosofia e logica, ma raramente menzionavano un [[sarcolemma]], MAPk [mitogen-activated protein kinase], le cellule staminali miogeniche, o anche cose ovvie come l'[[IGF-1]] intracellulare [Mechano-Growth Factor, MGF]. Le ragioni per cui hanno scelto di ignorare i principi di base della fisiologia delle cellule muscolari rimangono con loro. [..] Il mio unico altro problema con HIT è la sua cieca devozione per l'"intensità". L'intensità come descritta da Jones, si basa sullo sforzo percepito, e non misura necessariamente la capacità di una serie stimolare la crescita del tessuto stesso. Gli autori del HIT e delle routine simil-HIT credevano fondamentalmente nel GAS, nella [[supercompensazione]], e il mito intensità è perpetuato nelle riviste di culturismo popolari negli anni ottanta. Tutti e tre questi principi sono, nella migliore delle ipotesi, solo indirettamente legati alla crescita muscolare.<ref>[http://www.t-nation.com/free_online_article/sports_body_training_performance_interviews/mr_hypertrophy t-nation.com - ''Mr. Hypertrophy: An Interview with Bryan Haycock'' di Chris Shugart]</ref>|Bryan Haycock}}
Anche se principi come le monoserie e l'uso dei macchinari ''Nautilus'' erano state promosse da Jones e Mentzer, non sempre e non necessariamente tali strategie erano state giudicate essenziali da successivi sostenitori del HIT per poter svolgere un allenamento. Successive reinterpretazioni stabilirono, ad esempio, che potevano essere eseguite anche tre serie per esercizio, ma ciò si discostava dall'HIT come era stato concepito. Anche Mentzer, come Jones, suggeriva possibilmente l'uso dei macchinari piuttosto che dei [[Manubrio (pesistica)|manubri]]<ref name="olympian.it1">[http://www.olympian.it/ir/39_1.cfm olympian.it - ''Domande a Mike Mentzer'']</ref>.
Non ci sarebbero ricerche dirette che supportano l'efficacia o la superiorità del HIT o dell’dell{{'}}''Heavy Duty''. Alcuni atleti hanno ottenuto rapidi e considerevoli incrementi della forza e massa muscolare, ma per molti i progressi hanno trovato uno stallo rapido. Il problema potrebbe stare nel fatto che il volume è una variabile acuta che non viene manipolata e variata in questo stile di allenamento. Un programma HIT applicato tutto l'anno non prevederebbe dei cicli ad intensità (% 1-RM) e volumi maggiori, compromettendo il massimo sviluppo degli adattamenti muscolari. Secondo esperti di fama internazionale nel campo dell'esercizio con i pesi quali Charles Poliquin, James Stoppani e Brad Schoenfeld, eseguire un programma HIT funziona se viene mantenuto per un ciclo della durata di 4 o 6 settimane. In questo caso vengono ottenuti dei risultati sul breve termine, ma, come gli altri metodi, esso può essere mantenuto per tempi brevi, cioè fino a quando non si raggiunge l'adattamento<ref name="Schoenfeld" /><ref name="Encyclopedia" /><ref name="olympian.it">[http://www.olympian.it/ir/55_2.cfm olympian.it - ''Poliquin Power! (parte 2): Intervista a Charles Poliquin'' di Chris Goodwin]</ref>. La scienza del body building ha ampiamente constatato la necessità di rispettare il principio della ''periodizzazione''. Come in tutti i programmi o gli stili di allenamento, l'adattamento si raggiunge in tempi abbastanza rapidi, pertanto sarebbe necessario cambiare routine periodicamente. Dopo aver terminato un ciclo HIT, autori come Jim Stoppani suggeriscono che si dovrebbe passare ad un ''[[High Volume Training]]'', cioè ad una modalità in cui il parametro del volume viene parecchio aumentato<ref name="Encyclopedia" />.
{{citazione|L'allenamento ad alta intensità funziona. E di nuovo, come tutti i programmi d'allenamento, funziona fin tanto che non ci si adatta. Il problema è che non passa molto tempo e ci si adatta. Quello che ha creato tanti proseliti dell'HIT sul finire degli anni settanta è stato che su ogni rivista di bodybuilding si trovavano articoli che sostenevano la necessità di fare 20 serie per i bicipiti, 20 per i tricipiti, 20 per i dorsali, 20 per i pettorali, ecc. Non capivano che non tutte quelle serie erano portate a cedimento muscolare. Se uno faceva, ad esempio, le distensioni su panca inclinata, usava 102 kg per 10 ripetizioni e poi 125 kg per 8. Ma 102 kg per 10 ripetizioni è niente se puoi fare otto ripetizioni con 125 kg. Quindi erano tutte e due serie di riscaldamento. Solamente quelle con 143, 147 e 152 kg facevano la differenza. Anzitutto il concetto di serie era inteso nel modo sbagliato. Allora arrivò Mike Mentzer e disse: facciamo solamente due serie per esercizio per ogni gruppo muscolare e la gente lo seguì. Ma ecco il tranello: la tecnologia per l'allenamento tipica degli anni settanta era adatta per allenarsi due ore al giorno, dal lunedì al sabato. Gli shake proteici dopo l'allenamento? Non esistevano. Gli alimenti per aumentare di peso erano cose come il [[chili con carne]]. Quelle erano le basi scientifiche di allora. Pertanto quando quegli atleti hanno ridotto [il volume e la frequenza] e si sono messi a fare quattro sessioni la settimana, hanno liberato il loro testosterone depresso dal super allenamento e – boom! – hanno messo su 7-8 kg recuperando. Allora tutti si sono convertiti a quest'altro metodo. Era la fine degli anni ottanta quando Mike Mentzer fece il suo ingresso sulla scena. Chi non era migliorato di un grammo all'improvviso boom! Non per non riconoscere i meriti di Mentzer. Dopotutto faceva allenare la gente in un'ora, cosa importantissima ma a quel tempo la gente non capiva i vantaggi di quei principi sul recupero. Se a quei tempi ci fosse già stato Internet, non avremmo avuto diatribe su queste cose. Dopo quella risposta iniziale, però, i risultati si arrestano perché sopraggiunge l’adattamento.|Intervista a Charles Poliquin su Olympian's News numero 55.<ref name="olympian.it" />}}
 
=== HIT o Heavy Duty ===
Nella maggior parte dei casi sembra che i termini ''High Intensity Training'' (HIT) e ''Heavy Duty'' (HD) tendano ad identificare lo stesso tipo di allenamento. Molte bibliografie ed esperti del settore parlano di questa scuola di bodybuilding facendo riferimento ad una definita modalità di allenamento, riconoscendo Arthur Jones come il fondatore e Mike Mentzer come il maggiore rappresentante e promotore all'interno del mondo culturistico<ref name="Encyclopedia" />. Le due definizioni risulterebbero praticamente sinonimi, e nella maggior parte dei casi vengono usate in maniera intercambiabile<ref name="olympian.it" />. Ad ogni modo il titolo ''High Intensity Training'' sembra essere stato il nome d'origine dato da Arthur Jones, quando lo elaborò e lo diffuse negli anni settanta, mentre ''Heavy Duty'' sarebbe stato il titolo attribuitogli successivamente da Mike Mentzer che lo rese proprio, in cui lo ridefinì, reinterpretandolo apportando alcune leggere modifiche<ref name="Encyclopedia" />. Effettivamente, il sito ufficiale del metodo ''Heavy Duty'' è stato intitolato mikementzer.com, ed il nome ''Heavy Duty'' risulta come marchio registrato, chiaramente legato all'ex-culturista statunitense<ref>[http://www.mikementzer.com/ mikementzer.com - ''Sito ufficiale del metodo Heavy Duty'']</ref>. Alcuni autori come l'ex culturista statunitense Dave Draper sostengono che HIT e Heavy Duty sarebbero due stili diversi. Secondo la sua definizione, l’l{{'}}''Heavy Duty'' sarebbe un allenamento molto infrequente (anche una volta ogni 10 giorni) con poche serie e basse ripetizioni in cui viene raggiunto il cedimento muscolare in maniera estrema. Mentre l'HIT sarebbe una variante del HD praticata per due o 3 volte a settimana che impone all'atleta di raggiungere il cedimento totale in un range di ripetizioni più ampio<ref>Dave Draper. ''[http://books.google.it/books?id=VD-Oim-kmfkC&pg=PT64&dq=heavy+duty+%28HD%29+high+intensity+training+%28HIT%29&hl=it&sa=X&ei=rFKhUPOSIu7R4QT9uYCAAw&ved=0CDEQ6AEwAA#v=onepage&q&f=false Brother Iron, Sister Steel: A Bodybuilder's Book]''. On Target Publications, 2001. ISBN 1-931046-65-4</ref>. Tuttavia non sembra che la sua definizione possa essere confermata da altri autori, che al contrario adoperano entrambe le terminologie per definire un unico stile di allenamento<ref name="olympian.it" />, seppur con delle variabili. Una conferma potrebbe essere il titolo del libro di Mentzer ''High-Intensity Training the Mike Mentzer Way'' (2002)<ref name="Mentzer Way" />. Secondo il celebre dott. Frederick C. Hatfield, PhD in Scienze dello Sport, ex-campione di powerlifting e autorità nella scienza dell'esercizio coi pesi, l’l{{'}}''Heavy Duty'' sarebbe una reinterpretazione del HIT ideata da Mentzer in cui sono state apportate alcune modifiche e sono stati smentiti alcuni principi di Jones, anche se i due stili non sarebbero in realtà così diversi<ref name="drweitz" />. In realtà parte delle affermazioni di Draper potrebbero essere valide, in quanto Mentzer introdusse nuovi concetti nel metodo HIT come una frequenza di allenamento in certi casi più rarefatta rispetto alla versione di Jones. Certo è che il nome ''Heavy Duty'' rimane strettamente relazionato a Mike Mentzer, sebbene il suo metodo possa essere nominato alternativamente e generalmente anche come ''High Intensity Training''.
 
=== Intensità ===