Collisione aerea di Ascoli: differenze tra le versioni

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Dal dossier emerse che durante il volo non ci sarebbero state comunicazioni con gli equipaggi, pertanto che i due piloti non sarebbero stati a conoscenza della loro reciproca posizione.
 
Non escludendo problemi di natura tecnica sulla strumentazione di bordo, i periti conclusero che Valentini e Dotto avrebbero volato a vista e senza un'adeguata assistenza da terra, evidenziando pertanto gravi ''"carenze organizzative"'', per le quali gli ufficiali periti segnalarono al [[Pubblico ministero (ordinamento italiano)|pubblico ministero]] cinque possibili responsabili tra gli ufficiali incaricati alla pianificazione e al controllo della missione <ref name=":rep15" /> da iscrivere nel [[Iscrizione della notizia di reato|registro degli indagati]] per i reati di [[disastro]] e [[omicidio colposo]]<ref name=":co" /><ref name=":lastt" />
 
===Le conclusioni della Procura (aprile - settembre 2016)===
Nel maggio 2016 gli organi tecnici incaricati dal [[Pubblico ministero (ordinamento italiano)|procuratore]] Michele Renzo di ricostruire i fatti <ref name=":tisc">[http://notizie.tiscali.it/cronaca/articoli/I-due-tornado-si-schiantarono-in-volo-per-un-equivoco/ ''I due Tornado si schiantarono in volo per un equivoco''], da notizie.tiscali.it, 13 maggio 2016</ref> trassero le loro conclusioni sulla base delle carte processuali fino a quel momento disponibili.
Per prima cosa, era ormai chiaro che, nonostante il piano di volo prevedesse il decollo di ''Freccia 11'' dalla base di Ghedi prima di quello di ''Freccia 21'' con due minuti di scarto, in realtà l'ordine di decollo dei velivoli fu invertito, e ''Freccia 21'' precedette ''11'' di sei minuti.
 
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Da un lato, si ipotizzò la sostanziale inconsapevolezza, da parte di entrambi gli equipaggi, di un incrocio di rotte previsto nei minuti critici della fase finale dello sgancio simulato (e pertanto di massima concentrazione e carico di lavoro di piloti e navigatori), fatto che evidenzierebbe fatali inadeguatezze nella pianificazione e nel briefing.
 
Dall'altro, i periti militari specificarono che non era possibile escludere "ulteriori elementi specifici e multifattoriali" <ref name=":tisc" />, sufficienti a disorientare entrambi gli equipaggi tanto da costringerli a un volo a vista.
 
Secondo le carte del magistrato, Dotto e Palminteri ignoravano che Valentini e Franzese avessero in realtà già completato l’attacco ed erano in piena fase di recovery, evidentemente perché attribuivano all’altro equipaggio la stessa tolleranza temporale verso il risultato del primo minuto della TOTW. ''"In sostanza,"'', concluse il Procuratore, "''i due equipaggi erano nella condizione di credere che vi fosse tra di loro quantomeno una separazione geografica orizzontale, poiché i loro rispettivi obiettivi erano separati di 28 miglia aeronautiche su quel piano.”''<ref name=":tisc" />
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Pur non compromettendo la missione, come sostenuto dai periti del Procuratore, l'avaria si sarebbe aggiunta all'insufficiente supporto fornito da terra, a comporre una situazione di ''"estremo pericolo"''.<ref>[http://www.giornaledibrescia.it/brescia-e-hinterland/tornado-caduti-il-gip-boccia-l-archiviazione-1.3128866 ''Tornado caduti, il Gip boccia l'archiviazione''], da giornaledibrescia.it, 4 novembre 2016</ref>
 
I supplementi d'indagine hanno portato alla fine del mese di dicembre del 2018 all'iscrizione nel registro degli indagati del maggiore Bruno di Tora, all'epoca ufficiale comandante del 154º Gruppo, e del maggiore Fabio Saccottelli, responsabile della pianificazione dell'esercitazione sull'area target. <ref name=":messa" /><ref name=":march" />
 
== Note ==