Softmodem: differenze tra le versioni

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Con l'evoluzione della [[rete telefonica generale]], anche i modem analogici dovettero adattarsi, aumentando in complessità.
 
Le prime generazioni di modem usavano tecniche di modulazione come [[Frequency-shift keying|FSK]] ed [[Amplitude-shift keying|ASK]] e basse [[velocità di trasmissione]] e ricezione dei dati; ciò comportava uno scarso uso della banda passante della linea telefonica.
 
Un modem che rispondesse a tali requisiti era in grado di svolgere tutte le funzioni inerenti alla trasmissione e ricezione dei dati, pur mantenendo una relativa semplicità architetturale. Inoltre era possibile sviluppare il progetto di un modem, impiegando solo componenti generici e di facile reperibilità. Fu così fino alla prima metà degli [[anni 1980|anni ottanta]].
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Con la nascita di nuove tecniche in grado di migliorare la velocità delle comunicazioni, i modem si sono dovuti adeguare, e sono diventati via via più sofisticati, arrivando ad avere nello schema più [[Circuito integrato|circuiti integrati]], così come più ponti logici, [[Phase-locked loop|PLL]] e [[Microcontrollore|Microcontrollori]].
 
La complessità dei nuovi protocolli di comunicazione (come il [[V.34]], il [[V.90]] ed il [[V.92]], con la sua [[Quadrature amplitude modulation|QAM]] a 1024 bit) rese praticamente impossibile progettare nuovi modem basandosi esclusivamente su componenti generici; cominciarono ad essere impiegati [[DSP]] ed [[Application specific integrated circuit|ASIC]] dedicati, rendendo il modem un [[sistema embedded]], con un [[microcomputer]] al suo interno.
 
I nuovi protocolli introducevano anche tecniche di compressione e correzione degli errori, le quali richiedevano una potenza di calcolo adeguata. Inoltre, l'utilizzo dei soli componenti generici avrebbe reso impossibile mantenere la compatibilità verso il basso, viste le grandi differenze negli schemi di modulazione.
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I termini softmodem e winmodem sono spesso usati in senso denigratorio, mentre i modem hardware sono definiti gli unici, veri modem. La spiegazione sta nel fatto che i softmodem sono poco più che interfacce elettriche tra il computer e la linea telefonica, limitandosi a convertire i voltaggi ed a fornire le funzioni basilari di [[Convertitore digitale-analogico]] ed [[Convertitore analogico-digitale|analogico-digitale]].
 
In sostanza, un tipico softmodem analogico può essere paragonato ad una [[scheda audio]] specializzata nella gestione di determinate frequenze, con convertitori esclusivamente monofonici ed una porta atta al collegamento alla linea telefonica, al posto dei tipici ingressi/uscite che si trovano sulle normali schede audio.
 
Al [[1999]] risale [http://www.araneus.fi/audsl/ AuDSL], un esperimento sull'utilizzo di una normale scheda audio come modem.