Stato sovrano: differenze tra le versioni

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La sovranità di Vestfalia è il concetto di sovranità [[Stato-nazione]] basato sulla territorialità e l'assenza di un ruolo da parte di agenti esterni nelle strutture domestiche. È un sistema internazionale di stati, [[Multinazionale|società multinazionali]] e organizzazioni che hanno avuto inizio con la [[Pace di Vestfalia]] nel [[1648]].
 
La sovranità è un termine che viene spesso usato impropriamente.<ref>{{Cita libro|titolo=Sovereignty: Organised Hypocrisy |nome=Stephen D. |cognome=Krasner |editore=Princeton University Press |anno=1999 |isbn=978-0-691-00711-3 }}</ref><ref>{{cita news|cognome=Núñez|nome=Jorge Emilio|titolo=About the Impossibility of Absolute State Sovereignty|pubblicazione=International Journal for the Semiotics of Law|volume=27|numero=4|pp=645–664645-664|doi=10.1007/s11196-013-9333-x|anno=2013}}</ref> Fino al [[XIX secolo]], il concetto radicalizzato di "standard di civiltà" veniva sistematicamente utilizzato per determinare che certe persone nel mondo erano "incivili" e prive di società organizzate. Questa posizione è stata riflessa e costituita nella nozione che la loro "sovranità" era completamente priva o almeno di un carattere inferiore rispetto a quella del popolo "civilizzato".<ref>{{Cita pubblicazione|nome=Ralph |cognome=Wilde |titolo=From Trusteeship to Self-Determination and Back Again: The Role of the Hague Regulations in the Evolution of International Trusteeship, and the Framework of Rights and Duties of Occupying Powers |anno=2009 |volume=31 |rivista=Loy. L.A. Int'l & Comp. L. Rev. |pp=85–142 [p. 94] }}</ref> Lassa Oppenheim scrisse:
{{citazione|Non esiste forse alcuna concezione il cui significato sia più controverso di quello della sovranità. È un fatto indiscutibile che questa concezione, dal momento in cui è stata introdotta nella scienza politica fino ai giorni nostri, non ha mai avuto un significato che è stato universalmente concordato.|Lassa Oppenheim<ref>Lassa Oppenheim, International Law 66 (Sir Arnold D. McNair ed., 4th ed. 1928)</ref> |There exists perhaps no conception the meaning of which is more controversial than that of sovereignty. It is an indisputable fact that this conception, from the moment when it was introduced into political science until the present day, has never had a meaning which was universally agreed upon.|lingua=en}}
 
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Nelle scienze politiche, la sovranità viene solitamente definita come l'attributo più essenziale dello stato nella forma della sua completa autosufficienza nei confini di un determinato territorio, che è la sua supremazia nella politica interna e nell'indipendenza in quella straniera.<ref>Grinin L. E. Globalization and Sovereignty: Why do States Abandon their Sovereign Prerogatives? Age of Globalization. Number 1 / 2008 [http://www.socionauki.ru/journal/articles/127716/]</ref>
 
Prende il nome dal trattato di Vestfalia del 1648, il sistema di ''sovranità statale della Vestfalia'', che secondo Bryan Turner "ha fatto una separazione più o meno chiara tra religione e stato e riconosciuto il diritto dei principi di "confessionalizzare" lo stato, cioè, determinare l'affiliazione religiosa dei loro regni sul principio pragmatico del [[cuius regio, eius religio]]<ref name=MariahSutt>{{Cita pubblicazione|cognome1=Turner|nome1=Bryan|titolo=Islam, Religious Revival and the Sovereign State|rivista=Muslim World|data=July 2007|volume=97|numero=3|pp=405–418405-418}}</ref>
 
Il modello di sovranità statale della Vestfalia è stato sempre più preso di mira dal "non occidente" come sistema imposto esclusivamente dal [[colonialismo]] occidentale. Ciò che questo modello ha fatto è stato rendere la religione subordinata alla politica,<ref name=MariahSutt /> una questione che ha causato alcuni problemi nel [[mondo islamico]]. Questo sistema non si adatta al mondo islamico perché concetti come "separazione tra chiesa e stato" non sono riconosciuti come validi dalla [[Islam|religione islamica]].
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===Teoria costitutiva===
La teoria costitutiva dello stato definisce uno stato come una persona giuridica di diritto internazionale se, e solo se, è riconosciuto come sovrano da almeno un altro stato. Questa teoria del riconoscimento è stata sviluppata nel XIX secolo. In funzione di questa teoria, uno stato era considerato sovrano se un altro stato sovrano lo avesse riconosciuto come tale. A causa di ciò, i nuovi stati non potevano diventare immediatamente parte della comunità internazionale o essere vincolati dal diritto internazionale e le nazioni riconosciute non dovevano rispettare il diritto internazionale nei loro rapporti reciproci.<ref name="ctos">{{Cita libro|titolo=Sourcebook on Public International Law |cognome=Hillier |nome=Tim |anno=1998 |editore=Routledge |isbn=978-1-85941-050-9 |pp=201–2201-2 |url=https://books.google.com/books?id=Kr0sOuIx8q8C }}</ref> Nel [[1815]], il [[Congresso di Vienna]] nell'atto finale riconobbe solo 39 stati sovrani nel sistema diplomatico europeo, e come risultato fu fermamente stabilito che in futuro i nuovi stati avrebbero dovuto essere riconosciuti da altri stati e ciò significava in pratica il riconoscimento da parte di una o più [[Grande potenza|grandi potenze]].<ref>Kalevi Jaakko Holsti ''Taming the Sovereigns'' [https://books.google.com/books?id=Jh6gjr-2ho8C&pg=PA128&dq=Final+Act+of+the+Congress+of+Vienna&lr=&sig=ACfU3U1FTkJPODAK8KkyGV5Nz6O-ke9_Ig p. 128].</ref>
 
Una delle principali critiche a questa legge fu la confusione che si sarebbe creata quando alcuni stati avessero riconosciuto una nuova entità, ma altri no. Hersch Lauterpacht, uno dei principali fautori della teoria, suggerì che: "è dovere dello stato concedere il riconoscimento come possibile soluzione. Tuttavia, uno stato può utilizzare qualsiasi criterio quando giudica se deve dare il riconoscimento e non ha alcun obbligo di utilizzare tali criteri. Molti stati possono riconoscere un altro stato solo se è a loro vantaggio".<ref name="ctos" />
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Nel 1912, L. F. L. Oppenheim disse, a riguardo della teoria costitutiva:
 
{{citazione|Il diritto internazionale non dice che uno stato non esiste finché non viene riconosciuto, ma non ne tiene conto prima del riconoscimento. Soltanto ed esclusivamente attraverso il riconoscimento uno stato diventa una persona giuridica internazionale e un soggetto di diritto internazionale.|L. F. L. Oppenheim<ref>{{Cita libro|autore= Lassa Oppenheim, Ronald Roxburgh |titolo= International Law: A Treatise |editore= The Lawbook Exchange, Ltd. |anno= 2005 | isbn = 978-1-58477-609-3 |ppp= 135 |url= https://books.google.com/books?id=vxJ1Jwmyw0EC&pg=PA135}}</ref>|International Law does not say that a State is not in existence as long as it isn't recognised, but it takes no notice of it before its recognition. Through recognition only and exclusively a State becomes an International Person and a subject of International Law.|lingua=en}}
 
===Teoria dichiarativa===
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|url= http://www.jcpa.org/brief/brief005-3.htm |accesso= 16 luglio 2010}}</ref><ref name="mfa.gov.il">{{Cita web|titolo=Address by Foreign Minister Livni to the 8th Herzliya Conference |editore=Ministry of Foreign Affairs of Israel |data=22 gennaio 2008 |url=http://www.mfa.gov.il/MFA/Government/Speeches+by+Israeli+leaders/2008/Address+by+FM+Livni+to+the+8th+Herzliya+Conference+22-Jan-2008.htm?DisplayMode=print |accesso=16 luglio 2010 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111026025009/http://www.mfa.gov.il/MFA/Government/Speeches%2Bby%2BIsraeli%2Bleaders/2008/Address%2Bby%2BFM%2BLivni%2Bto%2Bthe%2B8th%2BHerzliya%2BConference%2B22-Jan-2008.htm?DisplayMode=print |dataarchivio=26 ottobre 2011 }}</ref><ref name="ReferenceA">{{Cita web|cognome= Salih |nome= Zak M. |titolo= Panelists Disagree Over Gaza's Occupation Status |editore= University of Virginia School of Law |data= 17 novembre 2005 |url= http://www.law.virginia.edu/html/news/2005_fall/gaza.htm |accesso= 16 luglio 2010 |urlarchivio= https://web.archive.org/web/20160303200844/http://www.law.virginia.edu/html/news/2005_fall/gaza.htm |dataarchivio= 3 marzo 2016 | urlmorto = sì }}</ref><ref name="hrw.org">{{Cita web|titolo= Israel: 'Disengagement' Will Not End Gaza Occupation |editore= Human Rights Watch
|data= 29 ottobre 2004 |url= https://www.hrw.org/english/docs/2004/10/29/isrlpa9577.htm |accesso= 16 luglio 2010}}</ref> Si veda anche [[Territori occupati da Israele]].<br><ref name="saeb">{{Cita news|autore=Staff writers|titolo=Palestinians 'may declare state'|url=http://news.bbc.co.uk/2/hi/7254434.stm|giornale=BBC News|editore=British Broadcasting Corporation|data=20 febbraio 2008|accesso=22 gennaio 2011}}:"Saeb Erekat, è in disaccordo sostenendo che l'Organizzazione per la Liberazione della Palestina aveva già dichiarato l'indipendenza nel 1988. "Ora abbiamo bisogno di vera indipendenza, non di una dichiarazione, abbiamo bisogno di vera indipendenza ponendo fine all'occupazione. Non siamo il [[Kosovo]], siamo sotto l'occupazione israeliana e per l'indipendenza abbiamo bisogno di acquisire ''indipendenza''"</ref><ref name="jcpa.org_A" /><ref name="jcpa.org" /><ref name="mfa.gov.il" /><ref name="ReferenceA" /><ref name="hrw.org" /> |name="israel"}}
Altre entità possono avere un controllo "de facto" su un territorio ma mancano di riconoscimento internazionale; questi possono essere considerati dalla [[comunità internazionale]] solo come stati "de facto". Sono considerati "de iure" solo in base alla propria legge e agli stati che li riconoscono. Ad esempio, il [[Somaliland]] è comunemente considerato come uno stato.<ref>{{Cita pubblicazione |url=http://yalejournal.org/wp-content/uploads/2011/01/083206arieff.pdf |titolo=De facto Statehood? The Strange Case of Somaliland |accesso=4 gennaio 2010 |anno=2008 |cognome=Arieff |nome=Alexis |rivista=Yale Journal of International Affairs |volume=3 |pp=60–7960-79 |dataarchivio=13 dicembre 2011 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20111213214545/http://yalejournal.org/wp-content/uploads/2011/01/083206arieff.pdf |urlmorto=sì }}</ref><ref>{{Cita web|url=https://foreignpolicy.com/story/cms.php?story_id=3903 |titolo=The List: Six Reasons You May Need A New Atlas Soon |accesso=4 gennaio 2010 |data=July 2007 |editore=Foreign Policy Magazine}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.unpo.org/content/view/8418/244/ |titolo=Overview of De-facto States |accesso=4 gennaio 2010 |data=July 2008 |editore=Unrepresented Nations and Peoples Organization}}</ref><ref>{{Cita web |url=http://www.lesnouvelles.org/P10_magazine/15_grandentretien/15055_mahamudsalahnur_eng.html |titolo=France recognises de facto Somaliland |accesso=4 gennaio 2010 |data=April 2008 |autore=Wiren, Robert |editore=Les Nouvelles d'Addis Magazine |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20100715224433/http://www.lesnouvelles.org/P10_magazine/15_grandentretien/15055_mahamudsalahnur_eng.html |dataarchivio=15 luglio 2010 |urlmorto=sì }}</ref> Per un elenco di entità che desiderano essere universalmente riconosciute come stati sovrani, ma che non hanno un riconoscimento [[Diplomazia|diplomatico]] globale, consultare [[Stato a riconoscimento limitato|Stati a riconoscimento limitato]].
 
==Rapporto tra stato e governo==
Sebbene i termini "stato" e "governo" siano spesso usati in modo intercambiabile,<ref>{{Cita pubblicazione |cognome=Robinson |nome=E. H. |anno=2013 |url=http://www.edwardheath.net/wp-content/uploads/2013/08/State_and_Government.pdf |titolo=The Distinction Between State and Government |rivista=The Geography Compass |volume=7 |numero=8 |pp=556–566556-566 |accesso=24 gennaio 2019 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20131102130436/http://www.edwardheath.net/wp-content/uploads/2013/08/State_and_Government.pdf |dataarchivio=2 novembre 2013 |urlmorto=sì }}</ref> il diritto internazionale distingue tra uno stato non fisico e il suo governo. Infatti, il concetto di "governo in esilio" è basato su questa distinzione.<ref name="Crawford, J. 2006">{{Cita libro|cognome=Crawford |nome=J. |anno=2006 |titolo=The Creation of States in International Law |città=Oxford |editore=Clarendon Press |edizione=2nd |isbn=978-0-19-826002-8 }}</ref> Gli stati sono entità giuridiche non fisiche e non organizzazioni di alcun tipo.<ref>{{Cita pubblicazione |cognome=Robinson |nome=Edward Heath |url=http://www.edwardheath.net/wp-content/uploads/2013/01/States_v_Legal_Persons.pdf |titolo=An Ontological Analysis of States: Organizations vs. Legal Persons |rivista=Applied Ontology |anno=2010 |volume=5 |pp=109–125109-125 |accesso=24 gennaio 2019 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150923234006/http://www.edwardheath.net/wp-content/uploads/2013/01/States_v_Legal_Persons.pdf |dataarchivio=23 settembre 2015 |urlmorto=sì }}</ref> Tuttavia, di solito, solo il governo di uno stato può obbligare o vincolare lo stesso, ad esempio con un trattato.<ref name="Crawford, J. 2006"/>
 
==Estinzione dello stato==
In generale, gli stati sono entità durature, sebbene sia possibile che possano estinguersi, sia attraverso azioni volontarie o forze esterne, come la conquista militare. L'abolizione violenta dello stato è praticamente cessata dalla fine della seconda guerra mondiale.<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Fazal|nome=Tanisha M.|data=1º aprile 2004|titolo=State Death in the International System|url=https://www.cambridge.org/core/journals/international-organization/article/state-death-in-the-international-system/293E2E30C054DEE72899DAAA643B61AD|rivista=International Organization|volume=58|numero=2|pp=311–344311-344|doi=10.1017/S0020818304582048|issn=1531-5088}}</ref> Poiché gli stati sono entità giuridiche non fisiche, è stato argomentato che la loro estinzione non può essere dovuta alla sola forza fisica.<ref>{{Cita pubblicazione |cognome=Robinson |nome=Edward Heath |url=http://www.edwardheath.net/wp-content/uploads/2013/01/Destruction-of-States.pdf |titolo=The Involuntary Extinction of States: An Examination of the Destruction of States though the Application of Military Force by Foreign Powers since the Second World War |rivista=The Journal of Military Geography |anno=2011 |volume=1 |pp=17–2917-29 |accesso=24 gennaio 2019 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20180219023941/http://www.edwardheath.net/wp-content/uploads/2013/01/Destruction-of-States.pdf |dataarchivio=19 febbraio 2018 |urlmorto=sì }}</ref> Invece, le azioni fisiche dell'esercito devono essere associate alle azioni sociali o giudiziarie corrette al fine di abolire uno stato.
 
==Status ontologico dello stato==
Lo status [[ontologia|ontologico]] dello stato è oggetto di dibattito,<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Ringmar |nome=Erik |data=1996 |titolo=On the ontological status of the state |rivista=European Journal of International Relations |volume=2 |numero=4 |pp= 439–466439-466|doi=10.1177/1354066196002004002 }}</ref> e in particolare, indipendentemente dal fatto che, essendo un oggetto che nessuno può vedere, gustare, toccare o altrimenti rilevare,<ref>A. James (1986). ''Sovereign Statehood: The Basis of International Society'' (London: Allen & Unwin)</ref> è un'entità reale.
 
===Lo stato come "quasi astratto"===
È stato sostenuto che una potenziale ragione per cui l'esistenza degli stati sia stata controversa è perché non hanno un posto nella tradizionale dualità platonica del concreto e dell'astratto.<ref name="dl.dropboxusercontent.com">{{Cita pubblicazione|cognome=Robinson |nome=Edward H. |data=2014 |titolo=A documentary theory of states and their existence as quasi-abstract entities |url=https://dl.dropboxusercontent.com/u/46395762/My%20Articles/Documentary%20Theory%20of%20States.pdf |rivista=Geopolitics |volume=19 |numero=3 |pp=461–489461-489 |doi=10.1080/14650045.2014.913027 |accesso=16 settembre 2014 |urlmorto=sì |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160303213829/https://dl.dropboxusercontent.com/u/46395762/My%20Articles/Documentary%20Theory%20of%20States.pdf |dataarchivio=3 marzo 2016 }}</ref> Normalmente, gli oggetti concreti sono quelli che hanno una posizione nel tempo e nello spazio, che gli stati non hanno (sebbene i loro territori abbiano una posizione spaziale, ma gli stati sono distinti dai loro territori), e gli oggetti astratti non hanno posizione né nel tempo né nello spazio, dal momento che hanno una posizione temporale (possono essere creati in determinati momenti e poi estinguersi in un momento successivo). Pertanto, è stato sostenuto che gli stati appartengono a una terza categoria, il quasi-astratto, che ha recentemente iniziato a raccogliere attenzione filosofica, soprattutto nell'area della [[documentalità]], una teoria ontologica che cerca di capire il ruolo dei documenti nel comprendere tutta la realtà sociale. Gli oggetti quasi astratti, come gli stati, possono essere creati attraverso atti documentali che possono anche essere usati per manipolarli, ad esempio legandoli per trattato o arrendendoli come risultato di una guerra.<ref name="dl.dropboxusercontent.com"/>
 
===Lo stato come "entità spirituale"===
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==Tendenze nel numero di stati==
Dalla fine della seconda guerra mondiale, è aumentato il numero di stati sovrani nel sistema internazionale.<ref>{{Cita web|url=https://uk.sagepub.com/en-gb/eur/the-sage-handbook-of-diplomacy/book242760#contents|titolo=The SAGE Handbook of Diplomacy|data=|editore=SAGE Publications|pp=294–295294-295|accesso=17 novembre 2016}}</ref> Alcune ricerche suggeriscono che l'esistenza di organizzazioni internazionali e regionali, la maggiore disponibilità di aiuti economici e una maggiore accettazione della norma di autodeterminazione, hanno aumentato il desiderio delle unità politiche di separarsi e poter essere accreditate per l'aumento del numero di stati nel sistema internazionale.<ref>{{Cita pubblicazione|cognome=Fazal|nome=Tanisha M.|cognome2=Griffiths|nome2=Ryan D.|data=1º marzo 2014|titolo=Membership Has Its Privileges: The Changing Benefits of Statehood|rivista=International Studies Review|lingua=en|volume=16|numero=1|pp=79–10679-106|doi=10.1111/misr.12099|issn=1468-2486}}</ref><ref>{{Cita web|url=http://www.e-ir.info/2016/09/23/the-state-of-secession-in-international-politics/|titolo=The State of Secession in International Politics|sito=E-International Relations|accesso=16 novembre 2016}}</ref> L'economista di [[Università di Harvard|Harvard]] [[Alberto Alesina]] e quello di [[Università Tufts|Tufts]], Enrico Spolaore, sostengono nel loro libro "Dimensione delle nazioni" che l'aumento del numero di stati può essere in parte accreditato ad un mondo più pacifico, ad un maggiore libero scambio, all'integrazione dell'economia internazionale e alla democratizzazione e presenza di organizzazioni internazionali che coordinano le politiche economiche e politiche.<ref>{{Cita web|url=https://mitpress.mit.edu/books/size-nations|titolo=The Size of Nations|sito=MIT Press|accesso=16 novembre 2016}}</ref>
 
==Note==