Giovanni Marchi: differenze tra le versioni
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== Biografia ==
Figlio di un impiegato postale, si laureò in scienze agrarie e, favorevole all'inresso dell'Italia in guerra, nel 1915 si arruolò.
Iscritto al [[Blocchi Nazionali|Gruppo Liberale Democratico]], il 21 dicembre 1921 fu eletto alla [[Camera dei deputati del Regno d'Italia|deputato]] nella [[XXVI legislatura del Regno d'Italia|XXVI legislatura]] per il [[Collegio elettorale di Siena (Regno d'Italia)|collegio di Siena-Arezzo-Grosseto]], in seguito all'annullamento dell'elezione di [[Arturo Luzzatto]]. Dal 31 ottobre 1922 al 2 luglio 1924 fu sottosegretario al [[Ministero delle colonie]] del [[governo Mussolini]].<ref>{{Cita web|url=http://www.societastoricaretina.org/biografie/GGMarchiGiovanni160508.pdf|titolo=Marchi, Giovanni|sito=Società Storica Aretina}}</ref> Nel 1924 venne nuovamente eletto per la [[Circoscrizione elettorale Toscana (Regno d'Italia)|circoscrizione Toscana]] nella [[XXVII legislatura del Regno d'Italia|XXVII legislatura]]. Fu rieletto nelle elezioni del 1924.
Dal 1923 al 1928 fu anche presidente del consiglio provinciale di Siena, presidente dell'ANC (Associazione nazionale combattenti) d'[[Arezzo]], direttore de "Il Progresso" di [[Bologna]] e de "Il Nuovo Giornale" di Firenze. Si dedicò quindi alla diplomazia, prima inviato straordinario a [[Berna]] dal 2029 al 1935, in seguito ambasciatore a Santiago del Cile.<ref name = "fon"/>
Morì a Santiago nel gennaio 1939 a 50 anni.
== Il fondo Marchi ==
All'Archivio provinciale di [[Bolzano]] si trova il fondo archivistico (“Lascito Giovanni Marchi”), versato dalla storica ed etnologa [[Martina Steiner]] nell’autunno del 2001. Rappresenta,
== Note ==
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