Gregorio di Tours: differenze tra le versioni

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|Sesso = M
|LuogoNascita = Clermont-Ferrand
|GiornoMeseNascita = 30 Novembrenovembre
|AnnoNascita = 539 [circa]
|LuogoMorte = Tours
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Di seguito un riassunto del contenuto:
 
LIBRO I: Gregorio inquadra la storia dei Franchi all’interno della storia universale e inizia a narrarla partendo dalla creazione, seguendo il dettato biblico; si passa poi attraverso l’arrivo di Cristo e quindi dei Romani (che assumono una funzione negativa in quanto persecutori dei cristiani) fino alla morte di san Martino di Tours. All’inizio Gregorio inserisce anche una professione di fede e condanna gli eretici.
 
LIBRO II: si racconta il difficile periodo delle invasioni e l’inizio della dinastia merovingia. Dapprima si narra dell’arrivo dei Vandali, dei quali si abbozza l’origine e la storia, quindi degli Unni; entrano poi in gioco i Franchi con [[Childerico I]] e Gregorio si concentra quindi sulla figura di [[Clodoveo I|Clodoveo]], figlio e successore al trono di Childerico. Il secondo libro si conclude con la morte di Clodoveo.
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Importanti modelli per Gregorio nella stesura della sua ''Historia'' furono le opere di [[Paolo Orosio|Orosio]], [[Renato Profuturo Frigerido|Renato Profuturo Frigiredo]] e [[Sulpicio Alessandro]], insieme alla tradizione orale e annalistica andata oggi perduta.<ref>Cfr. ''Introduzione'' in Gregorio di Tours, ''Storia dei Franchi. I Dieci Libri delle Storie'' a cura di M. Oldoni, p. XLVII e seguenti.</ref>
 
L’opera di Gregorio è fonte di grande interesse anche per quanto riguarda la veste linguistica, che rispecchia un uso del latino lontano da quello della tradizione classica e in linea con quello contemporaneo a Gregorio. Proprio Gregorio, all’inizio del primo libro della ''Historia Francorum'', si scusa con il lettore per gli errori grammaticali che si possono riscontrare nella sua opera e afferma di non aver ricevuto un’istruzione solida nella materia.<ref>Cfr. Gregorio di Tours, ''Storia dei Franchi. I Dieci Libri delle Storie'' a cura di M. Oldoni, libro I.</ref> Lo stile di Gregorio è stato definito ''rusticus'', principalmente a causa di una certa irregolarità dei periodi e di un’asprezza della frase. La sua scrittura non è elegante se comparata a quella dei modelli classici, ma la sua abilità di narratore e cifra stilistica consiste proprio nella capacità di rendere vivo ciò che racconta e di descrivere con vigore e partecipazione fatti a cui egli stesso, soprattutto negli ultimi libri, talvolta ha assistito.<ref>Cfr. ''Introduzione'' in Gregorio di Tours, ''Storia dei Franchi. I Dieci Libri delle Storie'' a cura di M. Oldoni, pp. LXIV-LXV.</ref>
 
==== Tradizione manoscritta della ''Historia Francorum''<ref>Cfr. ''La trasmissione dei testi latini del Medioevo'': Te.Tra, a cura di Paolo Chiesa e Lucia Castaldi, Firenze, SISMEL Edizioni del Galluzzo, 2004, Vol. 1, pp. 152-159.</ref> ====
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* ''De cursu stellarum ratio'': opera didattica suddivisa in tre sezioni (meraviglie del mondo, meraviglie della natura e descrizione delle costellazioni), che generalmente circolavano separate. Il manoscritto Bamberg, Staatsbibliothek, Patr. 61, dell’VIII secolo, è l’unico ad attribuire il trattato a Gregorio. A partire da manoscritti del VII secolo, le prime due parti furono unite ad una raccolta a scopo didattico basata sulle ''Institutiones'' di [[Cassiodoro]].<ref>Cfr. ''La trasmissione dei testi latini del Medioevo'': Te.Tra, a cura di Paolo Chiesa e Lucia Castaldi, Vol.1, p. 165.</ref>
* ''Passio septem dormientium apud Ephesum'': si tratta di una traduzione o adattamento dal greco di questa leggenda molto diffusa (vedi [[Sette dormienti di Efeso]]). Il testimone più antico del racconto è il manoscritto Vaticano, Reg. lat. 1127, che si trova nella [[Biblioteca apostolica vaticana|Biblioteca Apostolica Vaticana]] di Città del Vaticano (pur essendo stato copiato in Francia) ed è della seconda metà del IX secolo.<ref>Cfr. ''La trasmissione dei testi latini del Medioevo'': Te.Tra, a cura di Paolo Chiesa e Lucia Castaldi, Vol.1, pp. 167-168.</ref>
* ''In Psalterii tractatu'': trattato sui Salmi; è stato trasmesso dai manoscritti in parti frammentarie.
* ''Liber de miraculis beati Andreae apostoli'': scritto agiografico, basato su un testo latino del II/III secolo, sull’apostolo [[Andrea (apostolo)|Andrea]]. L’opera è attribuita ormai con certezza a Gregorio, anche se solo un manoscritto del XII secolo la collega direttamente a lui. Non sono pervenuti manoscritti anteriori al IX secolo dell’opera.<ref>Cfr. ''La trasmissione dei testi latini del Medioevo'': Te.Tra, a cura di Paolo Chiesa e Lucia Castaldi, Vol.1, p. 167. </ref>