Angelo Bevilacqua: differenze tra le versioni

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Nel 1908 torna a Savona e con il fratello maggiore Gian Battista inizia a lavorare come operaio presso la ''Manovra Astengo'' nella zona portuale: con i cavalli spostano sotto le navi i vagoni per le operazioni di carico e scarico delle merci. Comincia allora a interessarsi dei problemi dei lavoratori.
 
Al fronte durante la [[Prima guerra mondiale]], nel corso della quale muore il fratello Gian Battista, dopo il conflitto viene assunto all' [[Stabilimento di Savona| Ilva di Savona]]. Secondo una lettera del Prefetto di Savona scritta durante la detenzione di Bevilacqua (16 aprile 1935), al momento dell'arresto (3 aprile 1934) Bevilacqua «era da circa 15 anni occupato nel locale Stabilimento “Ilva” quale maestro ai forni, con retribuzione, da ultimo, di circa L. 20 giornaliere». Il 6 ottobre 1923 si sposa con Ines Dal Re. Iscrittosi al [[Partito Socialista Italiano]] dopo il ritorno a Savona dal fronte, nel [[1924]] passa al [[Partito Comunista d'Italia]], con il quale fu assessore al comune di Savona.<ref>{{cita web
|url= http://www.savonanews.it/2011/11/25/leggi-notizia/argomenti/eventi-spettacoli/articolo/lanpi-celebra-il-partigiano-savonese-gin-bevilacqua-incontro-in-sala-rossa.html
|titolo= L'Anpi celebra il partigiano savonese Gin Bevilacqua, incontro in Sala Rossa
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[[File:Monte Camulera partisans memorial.png|thumb|upright 0.7|La lapide in memoria dei partigiani uccisi sul [[Monte Camulera]]]]
A fine novembre 1944 Leone è presso il comando della V Brigata, quando giunge la notizia di un grosso rastrellamento. Invece di seguire i compagni per sfuggire all'accerchiamento, Leone prova a raggiungere il Distaccamento “Nino Bori”, che, formato da molti giovani alle prime armi, potrebbe trovarsi in difficoltà; durante il cammino incontra alcuni sbandati e li aiuta a mettersi in salvo, ma poco dopo viene catturato, insieme ad alcuni compagni, sul [[monte Camulera]] dalle [[Brigate Nere]] al comando del tenente Ferrari. Durante l'interrogatorio, al tenente che gli fa notare che la sua fine è vicina risponde: «Quello che sta per succedere a me, può succedere a te domani, con una differenza: io so perché muoio, tu non lo saprai nemmeno».
Picchiato e colpito più volte col calcio dei fucili, Leone viene finito con numerosi colpi di arma da fuoco il 29 novembre 1944 insieme ad altri tre [[partigiani]]<ref>{{Cita libro | url = https://books.google.it/books?id=BxhnAAAAMAAJ&q=%22Angelo+gin+Bevilacqua%22&dq=%22Angelo+gin+Bevilacqua%22&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwibjb7i2dLZAhVJ16QKHYhYBPcQ6AEIJzAA | ppp = 485 | titolo = La Resistenza in Liguria: cronache militari e documenti | volume = 1 | nome = Giorgio | cognome = Gimelli | editore = Carocci | anno = 2005 | accesso = 4 marzo 2018}}</ref>. I corpi, subito gettati in una fossa comune vicina al luogo dell'eccidio, sono stati poi riesumati dall'amico Pietro Toscano (''Sele'') che le ha portate in bare di legno nel vicino paese di Riofreddo, aiutato da alcuni paesani <ref>http://www.savonanews.it/2014/04/25/mobile/leggi-notizia/argomenti/attualit/articolo/murialdo-ricorda-i-caduti-del-monte-camulera-70-anniversario.html</ref>. I resti si trovano ora nel cimitero di Zinola, nel Sacrario dei Partigiani che ospita anche gli altri martiri savonesi.
 
== Onorificenze ==
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fosse scolpito sul marmo la loro memoria A
 
Murialdo 29-11-1945|Iscrizione sulla targa}} <ref>[http://www.savonanews.it/2014/04/25/leggi-notizia/argomenti/attualit/articolo/murialdo-ricorda-i-caduti-del-monte-camulera-70-anniversario.html Eccidio sul Monte Camulera in Riofreddo di Murialdo 29 novembre 1944]</ref>.
 
== Note ==