Shoho: differenze tra le versioni

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== Impiego operativo ==
=== Dall'esordio all'operazione Mo ===
La ''Shoho'' divenne operativa il 30 novembre 1941 e il [[capitano]] [[Izawa Ishinosuke]] divenne il suo comandante. Mentre erano in corso le ultime fasi dell'allestimento, il 22 dicembre, la nave venne assegnata alla 4ª divisione portaerei della 1ª flotta aerea.<ref name=tully/> Il 4 febbraio 1942 la ''Shoho'' trasportò degli aerei a [[Truk]], nelle [[isole Caroline]], vi rimase fino all'11 aprile e quindi fece ritorno a Yokosuka.<ref name=tully>{{cita web|autore=Anthony P. Tully |data=1999 |url=http://www.combinedfleet.com/shoho.htm |titolo=IJN Shoho: Tabular Record of Movement |sito=Kido Butai |editore=[http://www.combinedfleet.com/ Imperial Japanese Navy Page] |accesso=11 dicembre 2011 |lingua=en }}</ref><ref name="cita|-Lundstrom|p. 188-p188">{{cita|Lundstrom|p. 188.}}</ref>
 
Nel tardo aprile 1942 alla ''Shoho'' venne assegnato un ruolo nell'operazione Mo, l'invasione di [[Port Moresby]] finalizzata a occupare la [[Nuova Guinea]]. La nave raggiunse nuovamente Truk il 29 aprile, e il giorno successivo ripartì verso l'obiettivo della missione insieme agli [[Incrociatore|incrociatori]] ''[[Aoba (incrociatore)|Aoba]]'', ''[[Kinugasa (incrociatore)|Kinugasa]]'', ''[[Furutaka]]'' e {{nave||Kako|incrociatore|2}}, della 6ª divisione incrociatori sotto il comando del [[contrammiraglio]] [[Aritomo Gotō]].<ref name=tully/> Questo gruppo di unità formava la forza di invasione principale nell'ambito dell'operazione Mo.<ref>{{cita|Stille|p. 32.}}</ref>
 
A causa di una certa scarsità di aeroplani, a bordo della ''Shoho'' si trovavano allora solamente 4 obsoleti caccia [[Mitsubishi A5M]], 8 moderni [[Mitsubishi A6M]]2 (i famosi Zero) e 6 aerosiluranti [[Nakajima B5N]]. Ulteriore copertura aerea agli altri elementi dell'operazione Mo era fornita dalle portaerei ''[[Shokaku]]'' e ''[[Zuikaku]]''.<ref name="cita|-Lundstrom|p. 188-p188"/>
 
Dopo aver coperto gli sbarchi giapponesi presso [[Tulagi]] il 3 maggio, la ''Shoho'' fece rotta verso nord il 4 maggio per fornire protezione ai convogli che si dirigevano verso la zona dell'invasione; per questo la nave non fu presente a Tulagi quando, lo stesso 4 maggio, gli aerei della portaerei statunitense [[USS Yorktown (CV-5)|USS ''Yorktown'']] attaccarono il naviglio giapponese. Questa'azione diede conferma ai comandanti giapponesi che almeno una portaerei americana era nelle vicinanze, anche se la sua posizione era sconosciuta.<ref>{{cita|Stille|pp. 46, 48.}}</ref> Il 5 maggio diversi [[Aereo da ricognizione|ricognitori]] vennero inviati alla ricerca delle navi statunitensi, ma senza risultato. Un [[idrovolante]] a lungo raggio [[Kawanishi H6K]] avvistò la ''Yorktown'', ma venne abbattuto da uno dei caccia [[Grumman F4F Wildcat]] della portaerei prima di poter inviare per radio un rapporto. I caccia terrestri dell'[[U.S. Army Air Forces]] invece avvistarono la ''Shoho'' (il cui nome venne [[Traslitterazione|traslitterato]] erroneamente come ''Ryukaku'')<ref>{{cita|Lundstrom|p. 181.}}</ref> a sudovest dell'[[isola di Bougainville]], ancora il 5 maggio, e riuscirono a comunicare la sua posizione al comando. Tuttavia la nave giapponese si trovava troppo lontano dal punto, molto più a sud, dove le portaerei statunitensi stavano facendo rifornimento.<ref>{{cita|Stille|pp. 49, 51.}}</ref> Quel giorno stesso il retroammiraglio statunitense [[Frank Jack Fletcher]] ricevette un comunicato [[Ultra (crittografia)|Ultra]] che lo informava della presenza di ben 3 portaerei giapponesi coinvolte nell'operazione Mo non lontano da Bougainville, e prevedeva il 10 maggio come data dell'invasione. Prevedeva anche che gli aerei imbarcati nipponici avrebbero condotto una serie di attacchi in supporto dell'invasione già da diversi giorni prima del 10 maggio. Affidandosi a queste informazioni Fletcher pianificò di terminare il rifornimento il 6 maggio per spostarsi più vicino all'estremità orientale della [[Nuova Guinea]], in modo tale da essere in una posizione favorevole per lanciare un attacco contro le forze giapponesi il 7.<ref>{{cita|Lundstrom|p. 179.}}</ref>