Entr'acte: differenze tra le versioni

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==Produzione==
===Titolo===
Il titolo si traduce in italiano come ''Intervallo'' o ''Intermezzo''. Il film nacque per essere proiettato durante l'intervallo tra i due tempi del balletto "istantaneista", ''[[Relâche]]'', uno spettacolo dei Balletti Svedesi di [[Rolf de Maré]] con musica di [[Erik Satie]], sceneggiatura e coreografia di Picabia e Jean Börlin.
 
La parola ''intervallo'' allude inoltre al dadaismo che concepisce l'opera d'arte, in questo caso l'opera cinematografica, libera da ogni struttura.<ref>Sandro Bernardi, ''L'avventura del cinematografo'', p. 102.</ref>
 
===Sceneggiatura===
Firma la sceneggiatura, composta solo di due pagine, il pittore [[Francis Picabia|Picabia]]. Si racconta che Picabia aveva annotato su un foglio di carta da lettere intestata, del ristorante "Chez Maxim's", una serie di appunti da trasmettere al regista René Clair:{{Citazione|Levarsi del sipario:
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[[Erik Satie|Satie]] è l'autore di ''Cinéma'', musica di accompagnamento del film, eseguita in sala da un'orchestra. È una musica ironica e ritmata, che si adatta fedelmente alle immagini.<ref>Georges Sadoul, ''Storia del cinema mondiale'', p. 268</ref>
 
Nella sequenza del funerale si riconosce la citazione, in chiave di parodia, dell'incipit della ''Marcia funebre'' dell'della [[Sonata per pianoforte n. 2 (Chopin)|operaSonata 35n. 2]] in Si Bemollebemolle minore di [[Fryderyk Chopin|Chopin]].<ref>Roberto Calabretto, ''Satie, Milhaud et le « collage » musical'', nella rivista ''1895 - Musique!'', n. 38, 2002-2003. On line: http://www.cairn.info/revue-1895-2002-3.htm</ref>
 
===Prima===
Lo spettacolo fu messo in scena al [[Théâtre des Champs -Elysées]] il nel4 dicembre 1924.
 
==Tecnica cinematografica==
''Entr'acte'' è un gioco in cui ritroviamo le vecchie attrazioni del cinematografo: la sovrimpressione, la dissolvenza incrociata, lo [[split- screen]], il rallenty[[rallentatore|rallenti]], l'accelerato, il [[primo piano]], la soggettiva, il montaggio puramente ludico, la fuga-inseguimento, la sparizione alla Meliés.<ref>Grignaffini Giovanna, ''René Clair'', pp. 28-36.</ref>
 
==Influenze culturali==