Arduino d'Ivrea: differenze tra le versioni

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== Biografia ==
[[File:Sparone Rocca Re Arduino.JPG|thumb|I resti della [[Chiesa di Santa Croce (Sparone)|roccaforte di Arduino]] a [[Sparone]]]]
Nel [[955]] circa nacque Arduino, figlio, secondo una ipotesi tradizionale, del conte [[Dadone di Pombia]]. La sua ascendenza dagli [[Anscarici]] non è certa (si veda la pagina del padre per approfondire). Sposò, secondo una leggenda storiografica, in data non precisata [[Berta di Milano|Berta degli Obertenghi]], probabilmente figlia di [[Oberto II (Margravio di Milano)|Oberto II]]<ref name="DBI"/>. Secondo alcuni studiosi probabilmente il padre Dadone sarebbe da identificare con il ''comes Dato Mediolanensis'' presente nel 967 a una dieta ravennate dell'Imperatore Ottone I<ref>F. Panero, ''Il vescovo Leone e la Volpe rossa. Aspetti della politica italiana intorno all’anno Mille'', in ''A Warm Mind-Shake. Scritti in onore di Paolo Bertinetti,'' Torino: Trauben, 2014, p. 462.</ref>.
 
=== Marchese di Ivrea ===
{{vedi anche|Marca di Ivrea}}
Il marchese d'Ivrea [[Corrado d'Ivrea|Corrado Cono]] fu trasferito al Ducato[[ducato di Spoleto]], Camerino e Pentapoli delle Marche fra il 990 e il 996. L'imperatore [[Ottone III di Sassonia|Ottone III]] individuò il successore in Arduino, e, intorno al [[990]] Arduino fu nominato marchese della [[marca di Ivrea]] e nel [[991]] conte di palazzo<ref>N. Gabiani, ''Asti nei principali suoi ricordi storici vol 1, 2,3.'', 1927-1934, vol. I, pag. 444.</ref>. La marca comprendeva i comitati di [[Ivrea]], [[Vercelli]], [[Novara]], [[Vigevano]], [[Pombia]], [[Burgaria]] e la zona [[Pavia|pavese]] della [[Lomellina]].
 
Tra il [[997]] e il [[999]] Arduino ebbe forti contrasti con i [[Diocesi di Ivrea|vescovi di Ivrea]] e di [[Arcidiocesi di Vercelli|Vercelli]].
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I pavesi, che non tolleravano il dominio tedesco, si ribellarono e costrinsero l'imperatore a fuggire dalla città.
 
Per dieci anni, tra il [[1004]] e il [[1014]], Arduino cercò di mantenere la corona d'Italia, non riconoscendo l'incoronazione di Enrico II, tanto da emettere diplomi regi e coniando una sua moneta.<ref>{{Cita pubblicazione|nome=francaFranca mariaMaria|cognome=vanniVanni|titolo=il denaro di Arduino trovato a Bolsena|lingua=en|accesso=28 novembre 2018|url=https://www.academia.edu/17962594/il_denaro_di_Arduino_trovato_a_Bolsena}}</ref>. La forte opposizione dei vescovi e di alcuni conti e marchesi fedeli all'imperatore non gli permise però di esercitare la sua autorità su molte terre del regno. Egli cercò anche di contrastare il potere dell'arcivescovo Arnolfo, caldeggiando la nomina all'episcopato di Asti del fratello di Olderico, [[Alrico]].
 
Nel [[1007]], attaccato nelle sue terre, Arduino si rifugiò nella roccaforte di [[Sparone]], nell'Alto Canavese tra la [[Val Soana]] e la [[Valle dell'Orco]]. Mentre era costretto a Sparone i suoi vassalli compirono una serie di incursioni su [[Novara]], [[Vercelli]] e [[Como]].<ref name=":0" />. Arduino, asserragliato, riuscì a sostenere vittoriosamente l'assedio tra il [[1004]] ed il [[1005]] condotto dal vescovo [[Leone di Vercelli]]. Segue un periodo di scarse informazioni storiche.
 
Enrico II, che nel frattempo si era dovuto occupare di [[Boleslao I di Polonia|Boleslao di Polonia]], scese nuovamente in Italia nel [[1013]]; l'anno successivo fu solennemente proclamato imperatore a Roma da [[papa Benedetto VIII]] e riuscì a domare le resistenze dei nobili romani suoi avversari (ed alleati di Arduino).
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Dal matrimonio di Arduino d'Ivrea con [[Berta degli Obertenghi (regina d'Italia)|Berta degli Obertenghi]] nacquero tre figli<ref name="DBI" />:
 
*[[Arduino II d'Ivrea|Arduino II]] (detto anche Ardicino);
* Ottone;
* Guiberto.
 
== Le vicende delle spoglie mortali di Arduino ==