Reversed Field eXperiment: differenze tra le versioni
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[[File:RFX-mod vista dall'alto.jpg|
{{coord|45.391237|N|11.929790|E|format=dms|display=title}}
'''Reversed Field eXperiment''' ('''RFX''') è il più grande esperimento al mondo per lo studio del confinamento dei [[Plasma (fisica)|plasmi]] da [[fusione nucleare]] controllata in configurazione [[reversed field pinch]] (RFP)<ref name=":4" />.
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Gli studi con macchine [[toro (geometria)|toroidali]] (cioè, a forma di ciambella) vennero invece avviati nei primi anni '70 nel quadro del primo contratto di associazione fra [[EURATOM]] e [[Consiglio Nazionale delle Ricerche|CNR]], che si formalizzò nell'istituzione del [https://www.crf.unipd.it/centro/storia-del-centro-ricerche-fusione-dell%E2%80%99universit%C3%A0-di-padova ''Centro di Studi sui Gas Ionizzati'' (1971)], diretto da Gaetano Malesani. Il Centro divenne in seguito [https://www.igi.cnr.it Istituto Gas Ionizzati (IGI)] nel 1983. Al gruppo di [[Padova]] venne così affidato il progetto [[ETA-BETA I]], attivo dal [[1974]] al [[1978]], e dedicato a una configurazione alternativa al [[Tokamak]], nota come [[Reversed field pinch|Reversed field pinch (RFP)]]. Al progetto venne riconosciuto il livello prioritario nell'ambito del programma europeo sulla [[fusione nucleare|fusione]], il che comportava un finanziamento al 45% da parte della [[Comunità europea]].
[[File:ETA-BETA II experiment in Padua (1979-1989).jpg|sinistra|
Ma fu l'esperimento [[ETA-BETA II]] ([[1979]]-[[1989]], ora trasferito al Museo della Tecnica Elettrica di [[Pavia]] [https://web.archive.org/web/20150708020258/http://www-3.unipv.it/museotecnica/2014/etabeta/etabeta.html]) a ottenere in modo stazionario la configurazione RFP, riproducendo la cosiddetta "''fase quiescente''"<ref>{{Cita pubblicazione|autore=A. Buffa, S. Costa, R. De Angelis, J.N. Di Marco, L. Giudicotti, G. Malesani, G.F. Nalesso, S. Ortolani, e P. Scarin|anno=1979|titolo=First Results from the ETA-BETA II RFP Experiment|rivista=Proc. 9th European Physical Society Conference on Plasma Physics, Oxford|volume=2|numero=|p=544|url=http://www-fusion.ciemat.es/media/EPS/EPS_09_Vol2_1979.pdf}}</ref> che venti anni prima era stata osservata nella macchina [[Regno Unito|inglese]] [[ZETA]]. Questo risultato rese interessante la configurazione RFP nell'ambito della ricerca sulla [[fusione nucleare|fusione]], dando l'impulso per la realizzazione di altre macchine simili e di dimensioni maggiori, fra cui il [[Madison Symmetric Torus|Madison Symmetric Torus (MST)]] a [[Madison (Wisconsin)]]. Si consolidò quindi la convinzione che una significativa indagine sulle prospettive del RFP come [[reattore nucleare a fusione|reattore a fusione]] dovesse svolgersi con esperimenti in una macchina molto più grande e a livelli di [[corrente elettrica|corrente di plasma]] maggiori di quelli ottenuti su ETA-BETA I ed ETA-BETA II. Il progetto RFX venne quindi inizialmente proposto a Culham, nell'[[Oxfordshire]] (lo stesso sito del [[Joint European Torus|Joint European Torus - JET]]), e affidato al gruppo di Padova, ormai diventato Istituto Gas Ionizzati (IGI) del CNR, nel [[1984]], a seguito di un taglio di finanziamenti dell'allora governo di [[Margaret Thatcher]]. Dopo una fase costruttiva terminata nel [[1991]], il primo plasma in RFX è stato ottenuto il 21 novembre [[1991]]. I primi plasmi di tipo RFP sono stati ottenuti nell'estate [[1992]]
. A seguito dell'aumento dell'impegno finanziario e organizzativo relativo alla gestione di RFX, nel 1996 fu costituito un ente di natura privata, noto come '''Consorzio RFX''' [https://www.igi.cnr.it], in cui i primi soci furono l'[[ENEA]], il [[Consiglio Nazionale delle Ricerche|CNR]], l'[[Università di Padova]] e le [http://www.acciaierievenete.com/ Acciaierie venete S.p.A.].
La realtà del Consorzio RFX dal [[2006]] non riguarda solo la gestione e lo sviluppo della macchina RFX, ma anche la realizzazione, in collaborazione con alcuni altri laboratori [[Europa|europei]] e [[giappone]]si, di un [[Iniettori di neutri per fusione|iniettore di particelle neutre]] per il riscaldamento del plasma di [[ITER]], il proto-reattore sperimentale in costruzione a [[Cadarache]], nel sud della [[Francia]]. A seguito di questo nuovo progetto, nel Consorzio è confluito come socio anche l'[[Istituto nazionale di fisica nucleare|Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN)]].
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Come anticipato, un fondamentale passo in avanti nella comprensione e nello sviluppo della configurazione RFP è stata la realizzazione in RFX-mod di un sistema di '''[[retroazione|controllo attivo]]''' delle principali instabilità [[magnetoidrodinamica|magnetoidrodinamiche]], come parte del programma per ottenere un plasma meno [[turbolenza|turbolento]]. A questo scopo, RFX-mod è stato dotato di un apparato di '''192 ''[[bobina|bobine]] a sella''''', disposte su 4 file poloidali, per un totale di 48 posizioni toroidali: questa configurazione, che '''copre totalmente''' la superficie esterna del toro, è giustamente considerato '''il sistema più avanzato al mondo''' di controllo attivo in un esperimento da fusione. Ogni bobina è alimentata e controllata in modo indipendente. Queste bobine non sono da confondersi con le bobine usate nel sistema magnetico, cioè quelle usate per creare la corrente di plasma e il campo magnetico toroidale di equilibrio: le bobine a sella (mostrate in '''Figura 1''') sono usate per creare un [[campo magnetico]] radiale <math>B_r</math>, ortogonale sia al campo poloidale <math>B_{\theta}</math>, sia a quello toroidale <math>B_{\phi}</math>.
L'idea principale del controllo attivo è che le instabilità, che tipicamente hanno la forma di un'[[elica (geometria)|elica]] che si avvolge all'interno del toro, producono un piccolo campo magnetico radiale <math>B_r</math>, che può essere misurato. La grandezza tipica delle instabilità è di qualche [[milli (prefisso)|m]][[Tesla|T]], quindi dal 4 al 10% del campo magnetico principale (cioè, il campo magnetico di equilibrio). Se varie eliche si sommano, come quando si bloccano in [[fase (segnali)|fase]], questo campo magnetico può essere anche cospicuo: è come se ci fosse un "buco" nella camera d'aria di una bicicletta, che determina la fuoriuscita di aria. Ma se è possibile misurare un [[campo magnetico]], è anche possibile agire dall'esterno , in modo da cancellare localmente il campo magnetico radiale dovuto alle eliche, mettendo quindi una "toppa" magnetica alla ciambella di plasma. Questo è più o meno quello che fanno le bobine attive.
=== Effetti del controllo attivo sul plasma ===
[[File:Stato elicoidale in RFX-mod.jpg|sinistra|
Per potere funzionare, il sistema di controllo attivo deve essere molto veloce: la velocità è principalmente determinata dalla scala di tempo dell'evoluzione delle instabilità [[magnetoidrodinamica|magnetoidrodinamiche]], che è dell'ordine del millesimo di secondo. Quindi, anche l'azione delle bobine attive in RFX-mod deve avvenire su ordini di tempo di qualche millesimo di secondo.
Nel corso del decennio [[2005]]-[[2015]] sono stati provati diversi scenari sperimentali, allo scopo di ridurre quanto possibile le instabilità [[magnetoidrodinamica|magnetoidrodinamiche]] del plasma. Un esempio è riportato nella '''Figura 2''', e mostra l'effetto macroscopico che si può ottenere a partire da un controllo locale del campo magnetico esterno: la presenza contemporanea di molte instabilità [[magnetoidrodinamica|magnetoidrodinamiche]] (=molte "eliche") è una sorgente naturale di turbolenza e , in quanto le eliche manifestano una forte tendenza a collassare, "raggrumandosi" (blocco delle [[fase (segnali)|fasi]]) in corrispondenza a una posizione fissa, decisa da qualche disomogeneità del sistema di contenimento (camera da vuoto e sistema magnetico). Poiché le particelle cariche tendono a seguire, nel loro [[moto di Larmor]] le linee di [[campo magnetico]], il "grumo" è una posizione preferenziale di perdita di particelle calde verso la parete, nonché sorgente di [[teoria del caos|caos]] in buona parte del volume del plasma (pannelli (a) e (b) nella '''Figura 2'''). Il risultato pratico finale è un flusso di calore localizzato verso la parete, che può danneggiare o addirittura rompere le mattonelle di grafite che coprono la superficie interna della camera da vuoto (in questi casi, senza controllo attivo, si sono registrate temperature delle mattonelle di quasi 2000 °C, vedi '''Figura 3(c)''').
I plasmi di RFX già spontaneamente oscillano fra condizioni più deformate e caotiche ('''Figura 2 (a)''' e '''(b)''') e condizioni più ordinate e dotate di simmetria elicoidale ('''Figura 2 (c)''' e '''(d)'''). È interessante sottolineare che fenomeni di [[auto-organizzazione]] sono tutt'altro che rari in natura: esempi si trovano in astrofisica per quanto riguarda la struttura dei campi magnetici intorno ai corpi celesti<ref>Si veda per esempio il sito http://www.cmso.info</ref>. In RFX, il raggiungimento dello stato spontaneamente ordinato si raggiunge tramite la crescita di ''una sola'' elica-instabilità, e per questo lo stato ordinato viene anche chiamato '''singola elicità'''
<ref>Susanna Cappello and Daniele Bonfiglio [https://doi.org/10.1063/1.2177198 ''Magnetohydrodynamic dynamo in reversed field pinch plasmas: Electrostatic drift nature of the dynamo velocity field''], Phys. Plasmas '''13''', 056102 (2006)</ref><ref name=":3">{{Cita pubblicazione|autore=Rita Lorenzini, Emilio Martines, Paolo Piovesan, e coautori|anno=2009|titolo=Self-organized helical equilibria as a new paradigm for ohmically heated fusion plasmas|rivista=Nature Physics|volume=5|numero=|doi=
[[File:QSH plasma wall interaction in RFX-mod.png|miniatura|'''Figura 3:''' Emissione di riga del Carbonio III sulla parete in grafite di RFX: (a) nello stato a Singola Elicità, (c) nello stato caotico. Figura adattata da<ref name=":1">{{Cita pubblicazione|autore=Paolo Scarin, Matteo Agostini, Gianluca Spizzo, Marco Veranda e Paolo Zanca|anno=2019|titolo=Helical plasma-wall interaction in the RFX-mod: effects of high-n mode locking|rivista=Nuclear Fusion|volume=59|numero=8|p=086008|doi=10.1088/1741-4326/ab2071}}</ref> |481x481px]]
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==Collegamenti esterni==
*{{cita web|url=https://www.crf.unipd.it/centro/storia-del-centro-ricerche-fusione-dell%E2%80%99universit%C3%A0-di-padova|titolo=Storia del Centro ricerche sulla Fusione dell'Università di Padova}}
*{{cita web|
*{{Cita web|url=https://www.youtube.com/channel/UCTxf_7S0NjyKzDANDb4qHxA|titolo=Canale ufficiale di YouTube del Consorzio RFX}}
*{{cita web|url=https://www.youtube.com/watch?v=woWqvLkPFhk&t=26s|titolo=Video di YouTube sul progetto MIAIVO}}
*{{cita web|url=https://www.euro-fusion.org/|titolo= Sito di EUROfusion, l'organismo dell'Unione Europea per la ricerca sulla fusione|lingua=en}}
{{Energia da fusione}}
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