Francesco Martinengo Colleoni: differenze tra le versioni

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Redisse il suo primo testamento il 22 giugno 1619 e un secondo il 24 gennaio 1621. Tra i beneficiari, oltre ai suoi prossimi, indicò alcuni lasciati anche per il suo scalco e cuoco, morendo dopo pochi giorni a Bergamo l'8 febbraio in [[via Porta Dipinta]].<ref>{{cita|Medolago|p.10}}.</ref>
[[File:Castello Cavernago dett ingresso.jpg|thumb|Castello Cavernago dettaglio d'ingresso]]
 
=== Attività militare ===
Francesco fin da piccolo fu avviato al mestiere delle armi nelle Fiandre come da tradizione famigliare, essendo pronipote del [[condottiero]] Bartolomeo. Viene indicato come attento ai bisogni dei suoi soldati, si curava delle loro necessità, per questo pare che fosse molto amato. Nel 1565, a servizio della [[Repubblica di Venezia]] fu mandato con [[Sebastiano Venier]] alla difesa di [[Malta]] che era stata [[Assedio di Malta (1565)|assediata]] dai [[Turchia|turchi]]. L'anno successivo il cognato, marito della sorella Bianca, [[Marcantonio Martinengo]] di [[Villachiara]], fu introdotto a servizio del duca [[Emanuele Filiberto di Savoia]], previa il consenso veneziano, era infatti andato a Venezia «per comperare 3 cavalli turchi et levar 3000 scuti». Fu lo zio Luigi Martinengo duca di Savoia a raccomandarlo: «Stia sicura che sarà da questo giovane ben servito». <ref>La dichiarazione è conservata nell'archivio di Stato di Torino, nel fascicolo Lettere di Particolari.</ref> Il 7 ottobre 1571 partecipò alla [[battaglia di Lepanto]] a fianco dei Savoia.