Apis mellifera: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
amplio incipit da enwiki con fonti (levo i senza fonte)
m smistamento lavoro sporco e fix vari
Riga 30:
}}
 
L{{'}}'''ape europea''' o '''ape occidentale''' ('''''Apis mellifera''''' <span style="font-variant: small-caps">[[Linneo|Linnaeus]]</span>, [[1758]]) è la [[specie]] del [[Genere (tassonomia)|genere]] ''[[Apis]]'' più diffusa nel mondo.<ref name="Engel99">{{citeCita journalpubblicazione|authorautore=Michael S. Engel|yearanno=1999|titletitolo=The taxonomy of recent and fossil honey bees (Hymenoptera: Apidae: ''Apis'')|journalrivista=[[Journal of Hymenoptera Research]]|volume=8|pagespp=165–196|author-linkwkautore=Michael S. Engel}}</ref><ref>{{citeCita journalpubblicazione|last1cognome1=Lo|first1nome1=N.|last2cognome2=Golag|first2nome2=R.S.|last3cognome3=Anderson|first3nome3=D.L.|last4cognome4=Oldroyd|first4nome4=B.P.|titletitolo=A molecular phylogeny of the genus Apis suggests that the Giant Honey Bee of the Philippines, A. breviligula Maa, and the Plains Honey Bee of southern India, A. indica Fabricius, are valid species|journalrivista=Systematic Entomology|datedata=2010|volume=35|issuenumero=2|pagespp=226–233|doi=10.1111/j.1365-3113.2009.00504.x|s2cid=84531938}}</ref>
 
Si crede che tale specie abbia avuto origine in Africa<ref name="Whitfieldetalpp642–645">{{citeCita journalpubblicazione|authorautore=Charles W. Whitfield, Susanta K. Behura , Stewart H. Berlocher, Andrew G. Clark, J. Spencer Johnston, Walter S. Sheppard, Deborah R. Smith, Andrew V. Suarez, Daniel Weaver & Neil D. Tsutsui|yearanno=2006|titletitolo=Thrice out of Africa: ancient and recent expansions of the honey bee, ''Apis mellifera''|journalrivista=[[Science (journal)|Science]]|volume=314|issuenumero=5799|pagespp=642–645|pmid=17068261|doi=10.1126/science.1132772|url=http://www.life.illinois.edu/suarez/Publications/Whitfield_etal2006Science.pdf|url-statusurlmorto=deadsi|archive-urlurlarchivio=https://web.archive.org/web/20150929070749/http://www.life.illinois.edu/suarez/publications/Whitfield_etal2006Science.pdf|archive-date=September 29, 2015|bibcode=2006Sci...314..642W|s2cid=15967796}}</ref> o in Asia,<ref>{{citeCita journalpubblicazione|last1cognome1=Han|first1nome1=Fan|last2cognome2=Wallberg|first2nome2=Andreas|last3cognome3=Webster|first3nome3=Matthew T|titletitolo=From where did the Western honeybee (Apis mellifera) originate?|journalrivista=Ecology and Evolution|datedata=2012|volume=2|issuenumero=8|pagespp=1949–1957|pmc=3433997|pmid=22957195|doi=10.1002/ece3.312}}</ref> e che si diffuse attraverso l'Africa, il Medio Oriente e l'Europa.<ref name="UnivFlorida"/> Gli esseri umani sono responsabili di avere esteso il loro areale, introducendo sottospecie europee in Nord America (primi anni del XVII secolo),<ref>{{citecita news|url=https://www.sciencedaily.com/releases/2006/12/061211220927.htm|titletitolo=Research upsetting some notions about honey bees|publishereditore=[[ScienceDaily]]|datedata=29 dicembre 2006}}</ref> in Sud America, Australia, Nuova Zelanda e in Asia orientale.<ref>{{citeCita journalpubblicazione|last1cognome1=Winston|first1nome1=M.|last2cognome2=Dropkin|first2nome2=J.|last3cognome3=Taylor|first3nome3=O.|titletitolo=Demography and life history characteristics of two honey bee races (Apis mellifera)|journalrivista=Oecologia|datedata=1981|volume=48|issuenumero=3|pagespp=407–413|doi=10.1007/bf00346502|pmid=28309760|bibcode=1981Oecol..48..407W|s2cid=10088325}}</ref> Attualmente si trova in ogni continente eccetto l'Antartide.<ref name="UnivFlorida">{{citecita web|datedata=agosto 2013|access-dateaccesso=1º Septembersettembre 2018|url=http://entnemdept.ufl.edu/creatures/MISC/BEES/euro_honey_bee.htm|titletitolo=European honey bee|workopera=Entomology and Nematology Department, University of Florida|first1nome1=Ashley N.|last1cognome1=Mortensen|first2nome2=Daniel R.|last2cognome2=Schmehl|first3nome3=Jamie|last3cognome3=Ellis}}</ref>
 
Dopo aver scelto il nome ''Apis mellifera'' ("portatrice di miele") nel 1758, [[Carolus Linnaeus|Linneo]] propose nel 1761 il più tecnicamente corretto ''Apis mellifica'' ("produttrice di miele"), nome ancora usato da alcuni autori.<ref> {{Cita libro |titolo = Animal Species for Developmental Studies |curatore1 = T. A. Dettlaff |curatore2 = Sergei G. Vassetzky |url = https://books.google.it/books?id=fFrSBwAAQBAJ&pg=PA204&lpg=PA204&dq=%22Apis+mellifera%22+%22Apis+mellifica%22+Linneo&source=bl&ots=rnFMJGNafE&sig=0cGatuuxZweU4rJ9AXs6DJ1cg4A&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiducuNwpTbAhULUK0KHTfuDVsQ6AEIqQEwFA#v=onepage&q=%22Apis%20mellifera%22%20%22Apis%20mellifica%22%20Linneo&f=false |editore = Springer Science & Business Media |città = [[Dordrecht]] |anno = 2012 |lingua = en |volume = Volume 1 Invertebrates |p = 204 |ISBN = 978-1-4613-0503-3 |OCLC oclc= 958562111 |citazione = The honeybee Apis mellifera Linaeus, 1758 (sometimes called Apis mellifica Linnaeus, 1761) |accesso = 20 maggio 2018 }}</ref><ref> {{Cita libro |titolo = Anatomy and Dissection of the Honeybee |autore = H. A. Dade |url = https://books.google.it/books?id=_JEaMktVWEMC&pg=PA28&lpg=PA28&dq=%22Apis+mellifera%22+%22Apis+mellifica%22+Linneo&source=bl&ots=MzmqlADE9-&sig=kW_AnIZeC07frNnXeHxGupCSyWY&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiducuNwpTbAhULUK0KHTfuDVsQ6AEIxAEwGQ#v=onepage&q=%22Apis%20mellifera%22%20%22Apis%20mellifica%22%20Linneo&f=false |editore = I.B.R.A. e London : International Bee Research Association |città = Londra |anno = 1994 |lingua = en |p = 28 |ISBN = 0-86098-214-9 |OCLC oclc= 780621829 |citazione = The correct, official name of our honeybee is Apis mellifera L., which means 'the honey-bearing bee', not a very good descriptive name. It is the first name given to her by Linnaeus, and it appears in the 10th edition of his Systema Naturae (1758). Later, he changed the name to Apis Mellifica. |accesso = 20 maggio 2018 }}</ref>
 
== Biologia ==
L'ape domestica costituisce la [[Società (sociologia)|società]] animale più studiata e ammirata. È una società matriarcale, [[monoginica]] e pluriannuale, formata da numerosi individui appartenenti a tre [[casta|caste]], tutte alate.{{cnSenza fonte}}
 
Di norma in un [[alveare]] vivono una [[ape regina|regina]], unica femmina [[fertilità|fertile]], 40 000 – 100 000 [[ape operaia|operaie]], femmine sterili destinate al mantenimento e alla difesa della colonia, e, tra aprile e luglio (in [[Europa]]), da 500 a 2000 maschi (detti anche [[fuco|fuchi]] o pecchioni), questi ultimi destinati esclusivamente alla [[riproduzione]]. La specie è [[polimorfismo (biologia)|polimorfica]] perché le tre caste hanno conformazioni morfologiche diverse tra loro.
Riga 55:
Le ghiandole faringee raggiungono il massimo sviluppo nelle giovani operaie nutrici, mentre le ghiandole della cera, poste al lato ventrale dell'addome, sono funzionali solo nella fase in cui l'operaia costruisce i favi. Ambedue questi tipi di ghiandole regrediscono nelle bottinatrici (da Karl von Frisch).]]-->
 
Per lo sviluppo dei centri di coordinazione cerebrali (corpi peduncolati), le operaie si rivelano capaci di prestazioni straordinarie, quali la possibilità di trasmettersi informazioni con una sorta di linguaggio simbolico. Esse svolgono, inoltre, compiti diversi in ordinata successione dei ruoli a seconda dell'età. Il primo compito della giovane operaia che sfarfalla dalla cella in cui si è sviluppata, è quello di ripulire e levigare le celle di nuova costruzione o quelle che devono essere riutilizzate, nelle quali la regina, sebbene fecondata una sola volta nella vita, depone incessantemente le uova (da 100 fino a 3000 al giorno){{citazioneSenza necessariafonte}}.
Poi, diventata capace di produrre la “[[pappa reale]]” (per lo sviluppo delle ghiandole sopracerebrali che la secernono), l'ape operaia passa ad alimentare le larve{{citazioneSenza necessariafonte}}. Allo scadere della seconda settimana, non producendo più alimento, bensì cera (per regressione delle ghiandole sopracerebrali e sviluppo delle ghiandole cerigene), passa a costruire [[favo|favi]]. Quindi passa all'esterno dell'alveare, prima per la sola difesa, poi per l'importante compito di bottinatrice, ossia di raccoglitrice di [[nettare (botanica)|nettare]], [[polline]], [[propoli]] e [[acqua]] {{citazioneSenza necessariafonte}}.
In questa veste, essa è in grado di trasmettere precise informazioni alle compagne sulla esatta ubicazione di una sorgente di cibo, anche molto distante (fino ad un massimo stimato in 3 chilometri), comunicando dati sui rapporti di posizione tra campo fiorito, alveare e sole. La sua abilità di percepire luce polarizzata le consente di individuare la posizione del [[sole]], anche se questo è coperto da nubi, purché sia visibile un'area di cielo sereno. Alla fine di poco più di un mese riprende mansioni casalinghe (ventilazione e riscaldamento del nido, sua pulizia e difesa, etc.), fino a che, sentendo vicina la fine, si allontana dalla comunità e muore lontano da essa per non contaminare l'alveare col suo cadavere.
Nelle operaie l'ovopositore si trasforma in un'efficientissima arma, il pungiglione, dotata di autonomia e di automatismi tali da assicurare il massimo delle possibilità offensive.
Riga 109:
 
=== Fecondazione ===
Appena sfarfalla, la nuova regina è presa da una frenesia ed emette un singolare ronzio (un ”trillo territoriale” di 1,5&nbsp;– 2&nbsp;kHz, registrabile anche fuori dell'[[arnia]]) ottenuto sia per vibrazione alare e/o toracica, sia per emissione di aria dagli stigmi; dopodiché si avvicina alle celle delle altre sue sorelle e, una dopo l'altra, le uccide tutte. Allora cessa il ronzio, si porta all'ingresso dell'alveare ed inizia il volo nuziale.{{citazioneSenza necessariafonte}}
 
Essa si innalza a grandi altezze, seguita dalla folla dei [[fuco|fuchi]], il più possente dei quali la raggiunge ed ha luogo, in volo, il primo accoppiamento. La copula comporta l'inevitabile morte del maschio, poiché i suoi organi genitali restano infissi nel corpo della femmina ed esso deve strapparli per allontanarsi.
Riga 217:
 
[[File:Waggle dance.png|thumb]]
Ben più complessa della precedente, la [[danza dell'addome]] comunica alle compagne non solo che c'è una fonte di cibo, ma anche l'esatta posizione della stessa. Viene usata nel caso in cui la fonte si trovi ad una distanza dall'alveare maggiore di una certa soglia che varia con la sottospecie; poiché le api si spingono fino ad un raggio di tre chilometri dall'alveare, giocoforza il contenuto informativo dev'essere maggiore. Le api percorrono rapidamente un breve tratto rettilineo agitando l'addome, poi eseguono una evoluzione rotatoria a sinistra tornando al punto di partenza, percorrono ancora il tratto rettilineo agitando l'addome e compiono l'evoluzione rotatoria a destra. Questo schema viene ripetuto molte volte.<ref> {{Cita libro | titolo=Il linguaggio delle api | autore= Karl von Frisch | traduttore= Giorgio Celli e Andrea Crisanti | editore=Bollati Boringhieri | città= Torino | anno= 1976 | ISBN=978-88-339-0330-9 | pp=105-108 }} </ref>
 
All'inizio degli studi scientifici sulla danza dell'addome, si ipotizzò che la distanza della fonte di cibo dall'alveare fosse indicata dal numero di evoluzioni compiute in certo intervallo di tempo e dalla durata dell'agitazione addominale.<ref> {{Cita libro | titolo=Il linguaggio delle api | autore= Karl von Frisch | traduttore= Giorgio Celli e Andrea Crisanti | editore=Bollati Boringhieri | città= Torino | anno= 1976 | ISBN=978-88-339-0330-9 }} </ref>
Studi successivi hanno invece mostrato che la distanza è indicata solamente dalla durata dell'agitazione addominale.<ref>{{Cita pubblicazione | autore1= S. Su | autore2= F. Cai | autore3= A. Si | autore4= S. Zhang | autore5= J. Tautz | autore6= S. Chen | titolo = East learns from West: Asiatic honeybees can understand dance language of European honeybees | rivista = PLOS ONE | volume = 3 | numero = 6 | pp = e2365 | data = Giugno giugno 2008 | pmid = 18523550 | pmc = 2391287 | doi = 10.1371/journal.pone.0002365 | bibcode = 2008PLoSO...3.2365S }}</ref>
<ref>{{Cita pubblicazione | autore1= J. Tautz | autore2= K. Rohrseitz | autore3= D. C. Sandeman | titolo= One-strided waggle dance in bees | rivista= Nature | anno= 1996 | volume= 382 | p= 32 | lingua=en }}</ref>
<ref>{{Cita pubblicazione | autore1= A. Michelsen | autore2= B. B. Andersen | autore3= J. Storm | autore4= W. H. Kirchner | autore5= M. Lindauer | titolo= How honeybees perceive communication dances, studied by means of a mechanical model | rivista= Behavioral Ecology and Sociobiology | volume=30 | pp=143-140 | anno 19992 | doi= 10.1007/BF00166696 | lingua=en }}</ref>
<ref>{{Cita pubblicazione | autore1= T. Seeley | autore2= A. Mikheyev | autore3=G. Pagano | titolo=Dancing bees tune both duration and rate of waggle-run production in relation to nectar-source profitability | rivista= Journal of Comparative Physiology A | volume= 186 | pp=813-819 | anno 2000 | doi = 10.1007/s003590000134 | lingua=en }}</ref>
<ref>{{Cita pubblicazione | autore1= J. Tautz | autore2= D. C. Sandeman | titolo=Recruitment of honeybees to non-scented food sources | rivista= Journal of Comparative Physiology A | volume=189 | pp=293-300 | anno=2003 | doi=10.1007/s00359-003-0402-6 | lingua=en }}</ref>
La durata della fase oscillatoria aumenta con l'aumentare della distanza, tuttavia questo aumento avviene in modo proporzionale soltanto per le prime centinaia di metri, poi avviene in maniera più graduale e le informazioni sulla distanza di destinazioni remote risultano, di conseguenza, meno precise.<ref name="tautz">{{Cita libro | titolo= Il ronzio delle api | autore= Jürgen Tautz | altri= Fotografie di Helga R. Heilmann | traduttore=Massimo Caregnato | editore=Springer | città=Milano | anno=2014 | ISBN=978-88-470-0860-1 }} </ref>
Von Frisch misurò una durata della fase oscillatoria di 0,5 secondi per una distanza di 300&nbsp;m, di 1 s per 500&nbsp;m, di 2 secondi per 2000&nbsp;m e così via.<ref> {{Cita libro | titolo=Il linguaggio delle api | autore= Karl von Frisch | traduttore= Giorgio Celli e Andrea Crisanti | editore=Bollati Boringhieri | città= Torino | anno= 1976 | ISBN=978-88-339-0330-9 | pp=111-113}} </ref>
La distanza viene valutata dalle api in base al ''flusso ottico''.<ref name="tautz" /><ref>{{Cita pubblicazione | autore1= M. V. Srinivasan | autore2= S. Zhang | autore3= M. Altwein | autore4= J. Tautz | titolo= Honeybee navigation: nature and calibration of the "odometer" | rivista= Nature | volume= 287 | pp=851-853 | anno= 2000 | mese= febbraio | giorno= 4 | doi= 10.1126/science.287.5454.851 | lingua=en }}</ref><ref name="tautz" />
Questo è generato dalle immagini degli oggetti che si muovono sulle varie facce della superficie dell'[[Capo_degli_insettiCapo degli insetti#Occhio_compostoOcchio composto|occhio composto]] dell'ape mentre essa vola. Maggiori sono le variazioni percepite nel flusso ottico, maggiore è la distanza misurata dall'ape.<ref name="tautz" />
 
La direzione della fonte di cibo è indicata dalla direzione del tratto orizzontale della danza. Normalmente le danze avvengono su un favo verticale in un alveare buio, dove l'unico riferimento è la gravità. Quindi, per indicare la posizione della fonte di cibo, l'angolo formato dal percorso in volo dall'alveare al cibo e dalla direzione del sole rispetto all'alveare viene tradotto nella danza in un angolo tra la direzione del tratto orizzontale della danza e la direzione verticale (vedi figura). Per esempio se la fonte di cibo sta nella stessa direzione del sole il tratto rettilineo della danza è percorso verso l'alto, se il cibo è in direzione opposta al sole il tratto rettilineo è percorso verso il basso, se il cibo è a 60° a sinistra del sole anche il tratto rettilineo lo sarà rispetto alla verticale.<ref> {{Cita libro | titolo=Il linguaggio delle api | autore= Karl von Frisch | traduttore= Giorgio Celli e Andrea Crisanti | editore=Bollati Boringhieri | città= Torino | anno= 1976 | ISBN=978-88-339-0330-9 | pp=115-117 }} </ref>
 
==== La danza ondulatoria o raschiante ====
Riga 429:
* Sagnibene P. ''Apis mellifica''
* Coco E. ''Etologia'', Ed. Giunti, Firenze 2007
* {{Cita libro | titolo=Il linguaggio delle api | autore= Karl von Frisch | traduttore= Giorgio Celli e Andrea Crisanti | editore=Bollati Boringhieri | città= Torino | anno= 1976 | ISBN=978-88-339-0330-9 | }}
 
== Voci correlate ==
Riga 442:
 
== Collegamenti esterni ==
* {{cita web|1url=http://www.culturaapicola.com.ar/wiki/index.php/Libros_de_apicultura|2titolo=Biblioteca digitale di apicoltura|lingua=es|accesso=7 settembre 2007|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070907124834/http://www.culturaapicola.com.ar/wiki/index.php/Libros_de_apicultura|dataarchivio=7 settembre 2007|urlmorto=sì}}
 
{{Controllo di autorità}}