Muhammad Zia-ul-Haq: differenze tra le versioni

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Dalla sua ascesa al potere nel 1977, il generale Zia-ul-Haq fece condannare a morte per impiccagione l'ex-[[Primo Ministro]] [[Zulfikar Ali Bhutto]], con la falsa accusa di omicidio di un esponente politico minore.
 
Il generale Zia-ul-Haq ha svolto un ruolo politico importante nel corso del conflitto [[Unione Sovietica|sovietico]]-[[Afghanistan|afghano]], fornendo aiuto militare ed economico agli afghani: aiuto che fu pesantemente sostenuto dagli [[Stati Uniti]] che avevano promesso al Presidente pakistano territori del NO afghano per compensarlo della perdita del [[BenglaBangla Desh]] (ex-Pakistan orientale).
 
Proseguì nel programma nucleare pakistano per tutto il resto degli [[anni settanta]], programma che sfociò nel 1998 in un esperimento nucleare coronato da successo e che rilanciò su basi paritarie il conflitto con l'[[India]] (che aveva costruito precedentemente un'arma nucleare) a proposito dell'irrisolto contenzioso riguardante la provincia [[Musulmani|musulmana]] del [[KashemirKashmir]] che l'Unione Indiana non aveva mai consentito raggiungesse il Pakistan in base agli accordi che portarono alla spartizione del sub-continente indiano nelle due nazioni dell'India e del Pakistan.
 
Contrariamente a Zulfikar Ali Bhutto, attirato dagli ideali di [[laicità]], il generale Zia-ul-Haq volle instaurare un [[Islam]] di tipo [[integralismo islamico|integralista]], appoggiandosi ai [[ulema|mullah]]: vietò quindi l'applicazione dei tassi d'interessi bancari, istituì l'elemosina obbligatoria della ''[[zakat]]'', le punizioni pubbliche e obbligò le donne a velarsi in televisione. Il Pakistan moderno effettuò in tal modo alcuni passi indietro rispetto agli anni in cui era stato fondato da [[Mohammad Ali Jinnah]]. Il generale Zia-ul-Haq volle spingersi anche oltre, tentando di restaurare alquanto goffamente il [[Califfo|califfato]].