Colombaro (Corte Franca): differenze tra le versioni

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{{Divisione amministrativa
|Nome = Colombaro
|Nome ufficiale =
|Panorama =
|Didascalia =
|Stemma =
|Stato = ITA
|Grado amministrativo = 4
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|Divisione amm grado 2 = Brescia
|Divisione amm grado 3 = Corte Franca
|Data istituzione =
|Altitudine =
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|Note superficie =
|Abitanti =
|Note abitanti =
|Aggiornamento abitanti =
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|Prefisso = [[030 (prefisso)|030]]
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|Didascalia mappa =
|Sito =
}}
'''Colombaro''' (''Culumbér'' in [[dialetto bresciano]]<ref>[http://incomune.interno.it/statuti/statuti/corte_franca.pdf Comune di Corte Franca - Statuto].</ref>) è una delle [[Frazione geografica|frazioni]] che compongono il [[Comune (Italia)|comune italiano]] di [[Corte Franca]].
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Dell'insieme di case che formavano il piccolo “castrum” (castello) rimangono ancora oggi alcuni inequivocabili segni della sua esistenza (muri a vista di medolo squadrato, finestre con strombatura, una casa con base circolare e un'altra di forma trapezoidale, la torre che si trova sul lato nord della valletta...)
 
Non è stato possibile sapere con precisione a quando risalga l'edificazione del castello, ma di certo si sa che:
* nel [[1609]], nel suo “''catastico''”, Giovanni Da Lezze scrive di un «''...castello in monte circondato da mure, senza fosse, dirocato et hinabitabile''»;
* buona parte dei fabbricati situati intorno alla “piazzetta col pozzo” (che è un po' il cuore di questo abitato) sono databili intorno al [[XIV secolo|'300]]-[[XV secolo|'400]];
* le mappe napoleoniche ([[Anni 1810|1810]] circa) denominano ''Cortivo'' l'area compresa tra Via Castello, Via [[Nazario Sauro]], Vicolo del Corbello, strada vicinale della Santella e la Valle del Troso. Un ''Cortivo'' (''Curtif'' in [[dialetto bresciano]]) è una zona chiusa fortificata che comprendeva una torre, un edificio fortificato e edifici agricoli (stalle, granai, …)
Il castello non aveva una vera e propria cinta fortificata, ma era un insieme di vari cortivi chiusi delimitati da un torrente a nord (che scorreva al posto dell'attuale via Castello, è lo stesso che continuava nell'attuale via S.Afra) e allineati a sud. All'incrocio della strada per [[Nigoline Bonomelli|Nigoline]] (l'attuale via [[Nazario Sauro]]) con via Castello è ancora visibile una [[feritoia]] [[Archibugio|archibugiera]], alta e strettissima, tranne in un punto che serviva per far passare l'archibugio.
 
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La facciata principale del palazzo è di fronte all'inizio di via Zenighe, mentre l'antico brolo era delimitato dalle attuali via Manzoni, via Garibaldi e via Astolfo Lunardi.
 
Il portone principale è sulla prosecuzione verso sud di via Zenighe. La prosecuzione dell'asse attraversa l'androne, la torre e sul vecchio muro di cinta, lato sud (sull'odierna via Garibaldi), termina con il ''Santelù'' (''Santellone'', in [[dialetto bresciano]]), una [[santella]] con un affresco dell'[[Annunciazione]] di metà del [[XVII secolo|'600]] che mostra tra l'altro come due offerenti un Lana e sua moglie. Il pavimento originale era più basso di circa un metro, e oggi la parte inferiore dell'affresco si trova sotto il livello dell'attuale pavimentazione. La parte più meridionale del vecchio brolo è stata urbanizzata, per cui il ''Santelù'' oggi si trova in un giardino privato.
 
Il corpo principale del palazzo è del [[XVII secolo|'600]]; ad ovest (verso via Manzoni) ci sono i rustici e - sull'angolo nord ovest - la '''chiesa della Madonna di Tirano''', costruita nel 1683 per la moglie di Guerriero II Lana, una Quadrio di [[Tirano]]. La chiesa nel [[2010]] era in stato di totale abbandono, con il pavimento coperto da dieci centimetri di [[guano]]. Ci sono tracce degli affreschi originali, in pessimo stato.