Parità dello zero: differenze tra le versioni
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Ricerche più approfondite furono condotte da Esther Levenson, Pessia Tsamir e Dina Tirosh, che intervistarono 2 studenti del 6º anno (prima media) che andavano molto bene alle loro lezioni di matematica. Uno studente preferiva utilizzare la teoria per dimostrare le affermazioni matematiche mentre l'altro preferiva utilizzare esempi pratici. Entrambi gli studenti all'inizio pensavano che 0 non fosse né pari né dispari per ragioni differenti. Levenson et al. mostrarono come il ragionamento degli studenti rifletteva i loro concetti di zero e di divisione.<ref>{{harvnb|Levenson|Tsamir|Tirosh|2007|pp=83–95}}</ref>
[[Deborah Loewenberg Ball]] analizzò le idee di qualche studente appartenente al 3º anno (8 anni) a proposito dei numeri pari, dei numeri dispari e di 0 di cui avevano appena discusso con un gruppo di studenti del quarto anno (9 anni). Gli studenti avevano discusso la parità dello zero, le proprietà dei numeri pari e come venisse fatta la matematica. La questione dello zero assunse varie forme, come si può vedere nella lista qui a destra.<ref name=BallFig>{{harvnb|Ball|Lewis|Thames|2008|p=27}}, Figura 1.5 "Affermazioni matematiche sullo zero."</ref> Ball e i suoi altri colleghi sostennero che questo episodio dimostrava come gli studenti
Uno dei temi affrontati più vastamente nella letteratura di ricerca è il disaccordo fra le ''[[immagini di concetto]]'' della parità e le loro ''definizioni di concetto''.<ref>{{harvnb|Levenson|Tsamir|Tirosh|2007}}; {{harvnb|Dickerson|Pitman|2012}}</ref> Gli studenti del sesto grado di Levenson et al definivano i numeri pari come "numeri multipli di 2 o numeri divisibili per 2" ma non erano in grado di applicare questa definizione a 0 perché non erano sicuri di come moltiplicare o dividere 0 per due. Il ricercatore alla fine li portò a concludere 0 è pari gli studenti presero differenti percorsi per arrivare a questa conclusione:
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