Tolomeo I: differenze tra le versioni

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=== Giovinezza e campagne di Alessandro Magno (353-323 a.C.) ===
Nel [[353 a.C.]], all'età di circa quattordici anni, Tolomeo si trasferì con la sua famiglia a [[Pella (città antica)|Pella]], la capitale del [[regno di Macedonia]], per diventare uno dei paggi reali; nel [[349 a.C.|349]]-[[348 a.C.]] seguì il re [[Filippo II di Macedonia|Filippo II]] nella sua campagna per l'annessione della [[Penisola Calcidica|Calcidica]].<ref>{{cita|Worthington 2016|pp. 14-15}}.</ref> Filippolippo II lo scelse quindi per diventare uno degli [[Eteri (antica Grecia)|eteri]] (ἑταῖροι, ''hetaȋroi'') del suo erede, [[Alessandro Magno|Alessandro]].<ref>{{cita|Worthington 2016|pp. 9-10, 15}}.</ref> Nel [[338 a.C.]] Tolomeo, probabilmente, combatté nella decisiva [[Battaglia di Cheronea (338 a.C.)|battaglia di Cheronea]] tra la Macedonia e le città stato greche, alla quale partecipò sicuramente Alessandro.<ref>{{cita|Worthington 2016|p. 23}}.</ref> Nel [[337 a.C.]] Alessandro entrò in conflitto con il padre poiché temeva che il re volesse nominare come erede il suo fratellastro [[Filippo III Arrideo|Filippo Arrideo]],<ref>{{cita|Roisman, Worthington 2010|p. 280}}.</ref> poiché Filippo lo aveva fatto fidanzare con [[Ada II di Caria|Ada II]], figlia del [[satrapo]] di [[Caria]] [[Pissodaro]]; Alessandro decise, su consiglio dei suoi compagni Tolomeo, [[Arpalo]], [[Nearco (condottiero)|Nearco]], [[Erigio]] e [[Laomedonte di Mitilene|Laomedonte]] di sposare lui Ada e Filippo decise di punirlo mandando in esilio i suoi cinque confidenti.<ref>{{cita|Arriano|III, 6}}; {{cita|Plutarco|''Alessandro'', X}}; {{cita|Worthington 2016|p. 11}}.</ref>
 
Tolomeo andò quindi in esilio e probabilmente raggiunse Alessandro e sua madre, [[Olimpiade d'Epiro|Olimpiade]], nell'[[Epiro]], dopo che anche loro vennero cacciati dal re.<ref>{{cita|Worthington 2016|pp. 23-24}}.</ref> Nel [[336 a.C.]] Filippo II venne assassinato e Alessandro diventò re; il nuovo monarca richiamò a corte i suoi compagni e Tolomeo prese parte alla [[Campagna balcanica di Alessandro Magno|campagna balcanica]] del [[335 a.C.]]<ref>{{cita|Arriano|I, 2}}; {{cita|Strabone|VII, 3.8}}; {{cita|Worthington 2016|p. 23}}.</ref> Durante la spedizione, però, arrivò la notizia di rivolte in [[Beozia]] e Alessandro marciò a sud e pose l'[[Battaglia di Tebe|assedio a Tebe]], al quale prese parte anche Tolomeo.<ref>{{cita|Arriano|I, 8}}; {{cita|Diodoro Siculo|XVII, 9}}; {{cita|Worthington 2016|p. 23}}.</ref> Dopo la distruzione di Tebe, Alessandro tornò a Pella, nominò [[Antipatro (generale)|Antipatro]] guardiano (επίτροπος, ''epítropos'') della Grecia e iniziò i preparativi per la spedizione in Asia; nella primavera del [[334 a.C.]] arrivò sull'[[Dardanelli|Ellesponto]] e salpò per l'[[Anatolia|Asia Minore]].<ref>{{cita|Diodoro Siculo|XVII, 17.1}}; {{cita|Worthington 2016|p. 26}}.</ref> Durante la guerra in Asia e in Egitto, Tolomeo partecipò alle spedizioni macedoni, non assumendo tuttavia nessun ruolo di comando.<ref>{{cita|Worthington 2016|pp. 39-41}}.</ref><ref group=N>Tolomeo viene riportato da [[Arriano]] nel ruolo di generale già nella [[battaglia della porta persiana]] (gennaio 330 a.C.); tuttavia Arriano usò come fonte storiografica le ''Storie'' dello stesso Tolomeo, che quindi non si possono ritenere imparziali. Infatti [[Quinto Curzio Rufo|Curzio Rufo]] è ritenuto l'autore più attendibile per quell'evento, avendo usato come fonte altri autori, probabilmente [[Clitarco di Alessandria]]. ({{cita|Arriano|III, 18}}; {{cita|Curzio Rufo|V, 4}}; {{cita|Howe 2015}}).</ref> Nel [[330 a.C.]] il sovrano di Persia, [[Dario III di Persia|Dario III]], venne ucciso dal satrapo [[Besso (satrapo)|Besso]] e Alessandro assoggettò definitivamente i territori dell'[[impero achemenide]]; nello stesso anno, però, ci fu una congiura di alcuni comandanti macedoni contro Alessandro e Tolomeo, che si era mostrato fedele, fu ricompensato con il ruolo di guardia del corpo reale (σωματοφύλαξ, ''[[Somatofilachia|somatophýlax]]'') al posto di [[Demetrio (somatophylax)|Demetrio]], giustiziato per cospirazione.<ref>{{cita|Giustino|XIII, 4.10}}; {{cita|Worthington 2016|p. 44}}.</ref>