Grottesche con figure allegoriche: differenze tra le versioni
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|opera=dipinto
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== Descrizione ==
[[File:Sala Tassiniana Biblioteca Angelo Mai -8.jpg|thumb|Figure poste negli angoli della volta della sala Tassiana]]
Le uniche figure, che non sono state modificate dall'[[Vincenzo Angelo Orelli|Orelli]] sono disposte negli angoli della volta a padiglione tagliato, complete di semplici ornati vegetali e da piccoli uccelli che reggono dei nastri.
Le figure rappresentano: la ''Benignità, Provvidenza, Tolleranza, Eloquenza, Silenzio'' e ''Sincerità'', raffigurazioni che prendono riferimento dall'iconografia scritta da [[Cesare Ripa]].<ref>{{Cita libro|autore=Cesare Ripa|titolo=Iconologia overo descrittione d'imagini delle virtù. Vitij, affetti, passioni humane, corpi celesti, mondo e sue parti|editore=Massa|anno=1611}}</ref>
La ''[[Benignità]]'' è raffigurata con a fianco animali che devono il latte che spilla dalle sue mammelle, e la ''[[Verità|Sincerità]]'' che tiene nella mano destra un cuore e nella sinistra una colomba, è la raffigurazione contraria di quanto riporta lo scritto del Ripa.<ref>Il testo del Ripa riporta: «
Il ''[[Silenzio]]'' è raffigurato con l'immagine di una donna “con una benda legata a traverso del viso, che le ricopra la bocca”. L'''[[Retorica|Eloquenza]]'' è raffigurata da una donna con “ghirlanda in capo d'herba chiamata iride, nella mano destra tiene una folgore e nella sinistra un libro aperto”. La raffigurazione riprende quando [[Omero]] voleva che gli ambasciatori troiani fossero eloquenti, l'iride infatti è dai veri colori così come devono essere varie le parole durante le orazioni di questi personaggi. La ''[[Provvidenza]]'' è ripresa come una donna che “nella mano destra tiene un mazzo di spighe di grano,
Il camerino del cancelliere presenta tre dipinti a fondo morale, come indicato sul cartiglio posto al centro della volta «BITLABOR MANET HONESTUM». I tre quadri raffigurano sono inseriti in una cornice che riporta scritte atte a aiutare l'osservante a comprendere il soggetto. Un dipinto rappresenta un paesaggio dove un giovane riposa e osserva alcune formiche operose che salgono sulla sua gamba, alle sue spalle un pastore, un cerco e una barca ferma in un piccolo lago. Questo riporta la scritta : «VADE AD FORMICAM PIGER-QUISQUIS INERS ABEAT», dedica ai pigri che devono imparare dalle formiche. Il secondo riquadro raffigura un paesaggio dove una giovane copia si diverte facendo musica, presso vi è un asino porta sulla groppa una bisaccia con mele e una fiasca. Intorno vi sono personaggi impegnati nella caccia o nella pesca. La didascalia riporta: «VANITAS VANIS. ET-TRAIT SUA QUEMQ VOLUNTAS».
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