Corrado Corelli: differenze tra le versioni

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Fu assistente e collaboratore dell'artista Giulio Aristide Sartorio.
 
Si dedicò prevalentemente alla piccola scultura. A partire dalla fine degli anni trenta del xx secolo iniziòe a creare operecreazioni in oro, argento e rame con la tecnica dello sbalzo. Più tardi si specializzò nella gioielleria artistica realizzando lavori per una clientela italiana ed internazionale. Ebbe commissioni pubbliche e private in cui dimostrò capacità espressive di livello. Suoi gli arredi sacri della chiesa di San Benedetto a Pomezia.
 
Per quanto riguarda l'attività sportiva, insieme al fratello Filiberto, furono ingaggiati dalla società calcistica della [[Club Sportivo Virtus|Virtus]] poco dopo la sua fondazione avvenuta nel 1903. Nel giugno [[1908|1907]], [[Sante Ancherani]] convinse Corrado e suo fratello a lasciare la Virtus per accasarsi alla [[Società Sportiva Lazio]] in occasione del primo torneo calcistico interregionale che si disputerà a Pisa.
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In seguito partecipò alla [[Marcia su Roma]] nel [[1922]], ma la sua adesione al Fascismo fu breve.
[[File:Piatto in argento a sbalzo.jpg|miniatura|Corrado Corelli Piatto in argento a sbalzo]]
Allo scoppio della [[Seconda guerra mondiale]] fu richiamato alle armi con il grado di [[tenente colonnello]]; fu assegnato al comando delle tradotte che portavano truppe ed equipaggiamenti sul fronte russo. Narrò<ref> Dal libro "Nel nido dell'Aquila di Emilia Corelli. Eraclea Edizioni 2012"</ref> che spesso il suo treno sostava in territorio polacco e incrociava treni merci blindati scortati dalle SS. I carri contenevano civili stipati fino all'inverosimile e non ne comprendeva la ragione: supponeva che andassero verso campi di lavoro. Anche a lui, sebbene ufficiale superiore, non era consentito dalle sentinelle tedesche di scendere dal suo treno e avvicinarsi a quello in sosta. Un giorno vide una scena che immortalò in un disegno, oggi conservato al [[Museo dell'Olocausto]] di New York. Solo a fine conflitto verrà a scoprire la verità su quei convogli che avevano come destinazione i campi di concentramento. Successivamente Corrado fu trasferito all'ufficio censura militare di [[Firenze]]. Dopo l'armistizio rifiutò ogni collaborazione con i tedeschi e fece ritorno a [[Roma]], tornando al suo lavoro di scultore. Nel dopoguerra la sua scultura virò verso la tecnica dello sbalzo e dell'oreficeria mettendo in luce una rinnovata eleganza e una raffinatezza estrema.
 
Nel dopoguerra la sua scultura virò verso la tecnica dello sbalzo e dell'oreficeria mettendo in luce una rinnovata eleganza e una raffinatezza estrema.
 
Muore dopo una breve malattia al [[Policlinico Umberto I]] di [[Roma]] ed è sepolto al [[Cimitero Flaminio]].