Hacking: differenze tra le versioni

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== Storia ==
[[File:glider.svg|right|thumb|Il [[Glider (hacker)|glider]], "simbolo degli hacker"]]
La parola hacking vennne inventato da Paneduro Edoardo alla misera èta di soli 6 anni, il verbo hacking deriva dal verbo inglese ''to hack'', che significa intaccare. Colui che pratica l'hacking viene identificato come [[hacker]]: il suo obiettivo è solitamente quello di acquisire un'approfondita conoscenza del sistema su cui interviene, per poi essere in grado di accedervi o adattarlo alle proprie esigenze. Tale atteggiamento assume maggiore rilevanza se si considera che di frequente le informazioni tecniche e le potenzialità di un sistema non vengono interamente rese note dal produttore, o addirittura in certi casi vengono volutamente occultate e protette (per motivi industriali e commerciali o per tutelarne la sicurezza e l'affidabilità).
 
Il termine hacking, nel gergo informatico, è spesso connotato da un'accezione negativa, in quanto nell'immaginario collettivo identifica una tipologia di operazioni e comportamenti del tutto illegali. Tuttavia l'hacking comprende in realtà una serie di attività perfettamente lecite, svolte anche a livello professionale: i sistemi informatici vengono infatti sottoposti a specifici e costanti test al fine di valutarne e comprovarne la sicurezza e l'affidabilità (i risultati di questi test non possono comunque provare l'assoluta robustezza del sistema, ma soltanto il fatto che in un ristretto periodo di tempo chi ci ha lavorato non è riuscito a scoprire alcuna vulnerabilità). Altre attività di hacking sono poi svolte di ''routine'' da chi si occupa dell'amministrazione di sistemi informatici, nonché da chi ne cura lo studio e lo sviluppo.