Hacking: differenze tra le versioni

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In ambito internazionale, è in atto una discussione sugli aspetti politici e sociali della cosiddetta etica-hacker, in particolare sulla possibilità che essa esprima istanze di ''empowerment'' dal basso. Alcuni studiosi, infatti, ritengono che alcune pratiche hacker distribuiscano e democratizzino funzioni e poteri di controllo e di produzione “[[biopolitica]]” e che siano, quindi, potenzialmente capaci di produrre innovazione politica e istituzionale.
 
A dispetto di un contesto socio-politico dominato da imprese e corporazioni oligopolistiche, le pratiche hackers quali piattaforme indipendenti, progetti open-source di cittadinanza “scientifica”“[[scientifica]]” e le nuove esperienze dei makers o del bio-hacking sembrano quasi preludere ad un nuovo “fai“[[fai-da-te”te]]” biopolitico.<ref>{{Cita pubblicazione|autore = Milone|titolo = Alcune considerazioni su hacking e innovazione politica|rivista = Politics. Rivista di Studi Politici|volume = 1|numero = 1/2014|nome = Vittorio|p = 47-68|url = https://rivistapolitics.files.wordpress.com/2014/07/politics_2014_01_47_68_milone.pdf}}</ref><ref>{{Cita libro|autore=Ippolita|titolo=Open non è free. Comunità digitali tra etica hacker e mercato globale|anno=2005|editore=Eleuthera|città=Milano|p=|pp=|ISBN=}}</ref>
 
== Note ==