Dialetto reggino: differenze tra le versioni

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== Storia ==
Il dialetto reggino affonda le sue origini nell'antichità, quando il territorio era dominato dalle popolazioni [[genti italiche|italiche]] parlati lingue dell'[[Lingue italiche|omonimo gruppo]], le quali costituirono il [[substrato (linguistica)|substrato]] linguistico dell'attuale reggino, derivato, in particolar modo, dalle parlate italiche di ceppo [[Lingue osco-umbre|osco-umbro]]. Le più antiche testimonianze delle popolazioni autoctone ci vengono da antiche monete reggine, sulle quali l'uso di caratteri in [[lingua osca]] fa pensare che tale idioma fosse un elemento caratterizzante della lingua parlata nella zona.<ref>{{cita web|url=https://www.academia.edu/17663678/Lingua_e_cultura_degli_Oschi_tra_caratteri_indigeni_e_influenze_latine_biculturalismo_e_bilinguismo|titolo=Matteo Calabrese: ''Lingua e cultura degli Oschi tra caratteri indigeni e influenze latine: biculturalismo e bilinguismo''}}</ref>
 
La posteriore colonizzazione dei [[Antica Grecia|greci]] vide affiorare [[Rhegion]] non solo come una delle principali città della [[Magna Grecia]], ma anche come centro culturale, artistico, poetico e teatrale; da ciò ne è derivato un notevole influsso linguistico, sia dal punto di vista lessicale che morfo-sintattico. Questi influssi sono ancora oggi notabili in parole di origine greca, quali:
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* '''zinnapòtamu'' > kynopotamus [lontra].
 
L'introduzione di una ulteriore lingua italica, il [[lingua latina|latino]], avvenne in maniera alternata ed in più fasi, poiché Reggio, in [[Civiltà romana|epoca romana]], godette del diritto di mantenere lingua e cultura greca - sebbene nella pratica coesistente in [[diglossia]] con quella latina - rimandando la sua vera e propria latinizzazione effettiva al posteriore periodo normanno e svevo, anche se una significativa presenza della lingua ellenica si prolungò fino al periodo angioino e aragonese, epoca nella quale iniziò il decadimento definitivo della lingua greca in [[Calabria]].<ref>{{cita web|url=http://www.anticabibliotecarossanese.it/wp-content/uploads/2017/05/Dorsa-Vincenzo.-La_tradizione_greco_latina_nei_dialetti_della-Calabria-Citeriore.-Cosenza-1876.pdf|titolo=Vincenzo Dorsa: ''La tradizione greco-latina nei dialetti di Calabria''}}</ref>
 
Durante il [[Medioevo]], con l'arrivo dei [[bizantini]], la città divenne uno dei principali centri politici e religiosi dell'Impero d'Oriente in Italia meridionale; in questo contesto l'idioma reggino ebbe un'ulteriore spinta rafforzando il legame con il greco. Alternativamente alla presenza bizantina, Reggio fu per un certo periordo dominio [[saraceni|saraceno]], con la conseguente introduzione di alcuni vocaboli [[lingua araba|arabi]], come:
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* ''zibbibbu'' > zabīb [tipo di uva a grossi chicchi].
 
Quando [[Roberto il Guiscardo]], aiutato dal fratello [[Ruggero I di Sicilia|Ruggero]], riuscì ad impadronirsi della città di Reggio, la Calabria centro-meridionale entrò in una fase di seconda latinizzazione. Attraverso questo processo alcuni [[lingua normanna|termini normanni]] vennero assorbiti dalla lingua reggina. I [[normanni]] portarono con sé un esiguo numero di loro parenti francofoni, ma soprattutto molti soldati di ventura dall'Italia meridionale, specialmente dalla [[Campania]], così come da altre zone della [[Penisola italica|Penisola]].
 
Questi ultimi si occuparono di diffondere ulteriormente nella Calabria meridionale il [[latino volgare]] da loro parlato, il quale, essendo costituito da varietà linguistiche appartenenti al gruppo [[Lingue italo-romanze|italo-romanzo]], presentava di conseguenza tratti comuni col [[Dialetto toscano|volgare toscano medievale]], idioma alla base di quello che, a partire dal [[XVI secolo]] - con il nome di [[Lingua italiana|italiano]] - diverrà lingua ufficiale e amministrativa di tutti i [[Antichi Stati italiani|Regni e gli Stati italiani preunitari]] (con l'unica eccezione del [[Regno di Sardegna|Regno di Sardegna insulare]], dove l'italiano standard assunse tale posizione a partire dal [[XVIII secolo]]).<ref>{{cita web|url=https://www.treccani.it/enciclopedia/storia-della-lingua_(Enciclopedia-dell'Italiano)/|titolo=Enciclopedia Treccani: Storia della lingua italiana}}</ref>
 
Il reggino, come qualsiasi altra varietà linguistica, presenta influenze e prestiti di [[adstrato]] derivanti, oltre che dalle restanti continuità [[lingue italo-romanze|italo-romanze]] delle quali forma parte, ed ai prestiti mutuati dalle già menzionate continuità linguistiche non romanze (come quella [[lingua greca bizantina|greco-bizantina]] ed [[lingua greca bizantina|araba-medievale]]), anche da altre continuità linguistiche [[Lingue romanze|neolatine]] distanti da essa, come quelle [[lingue gallo-romanze|gallo-romanze]] ed [[lingue ibero-romanze|ibero-romanze]].
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== Classificazione ==
Negli ultimi due secoli, il dialetto reggino è stato oggetto di continui studi, non solo per capirne la complessità fonetica e morfologica, ma soprattutto per riuscire a dargli una collocazione definitiva in mezzo agli innumerevoli dialetti meridionali. Il reggino è infatti uno dei dialetti italiani che più di altri ha attirato l'attenzione degli studiosi per le sue peculiarità e le sue radici in tempi antichi. Il rapporto tra impronta greca (grecanica) e storia della Calabria, la più o meno precoce latinizzazione ede i ''relitti lessicali'' di altre lingue sono oggi argomento di studio e discussione di glottologi e linguisti, soprattutto per il forte contrasto esistente tra questo dialetto e quello parlato nell'altra estremità della regione.
 
Tra gli altri, vi fu lo studioso tedesco [[Gerhard Rohlfs (filologo)|Gerhard Rohlfs]], convinto assertore di una tarda latinizzazione dell'estremità meridionale della Calabria, che percorse per quasi cinquant'anni la regione, studiandone le varie sfaccettature linguistiche. Stabilendo dunque che ''«il fondo principale del lessico calabrese è il latino»'': non si può negare infatti che nella Calabria meridionale è quasi sconosciuto l'uso del passato prossimo, sostituito dal passato remoto, e che dopo i verbi modali viene escluso l'infinito: