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Dopo un servizio come ufficiale di [[Stato maggiore]] presso la [[Brigata Friuli]] quale [[aiutante di campo]] del comandante, fu promosso [[tenente colonnello]] il 1º dicembre [[1926]].
Il 31 dicembre [[1936]] fu promosso [[colonnello]] assumendo il comando dapprima dell'[[84º Reggimento fanteria "Venezia"]] di stanza a [[Firenze]] (febbraio 1936-giugno [[1938]]), distinguendosi nel corso della [[guerra d'Etiopia]], dove fu decorato con una terza Medaglia d'argento al valor militare. Rientrato in Italia passò poi in servizio presso il Comando del [[VII Corpo d'armata (Regio Esercito)|VII Corpo d'armata]] della stessa città, ottenendo infine il comando del Centro di esperienze della fanteria a [[Roma]], dove si trovava all'atto della [[
Divenuto [[generale di brigata]] il 9 giugno [[1941]], il 21 novembre dello stesso anno fu nominato comandante della III Brigata corazzata della [[133ª Divisione corazzata "Littorio"]] e in seguito, del 3 giugno 1942, destinato ad operare in [[Libia italiana|Libia]] quale vicecomandante della [[101ª Divisione motorizzata "Trieste"]], partecipando a tutti i cicli operativi riguardanti la riconquista della [[Cirenaica italiana|Cirenaica]] e di [[Tobruch]] e, il 26 giugno [[1942]], assunse per breve tempo le funzioni di comandante della Divisione corazzata "Littorio", ricoprendo tale incarico sino al 24 luglio, e mantenendo anche il comando della III Brigata corazzata, della stessa unità. Fu rimpatriato il 5 agosto per una lieve ferita all'inguine causata da scheggia di bomba d'aereo e sostituito prima dal generale Bizzi, poi dal generale Pederzini. Dopo una breve convalescenza, assunse a [[Firenze]] incarichi speciali presso il Comando della Difesa territoriale.
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