[[File:Mitrovica tank.jpg|thumb|Un [[Veicolo trasporto truppe|APC]] [[Pandur I]] austriaco di MSU, sul ponte sul fiume [[Ibar]], a [[Kosovska Mitrovica|Mitrovica]] ([[Kosovo]] - 2011)|199x199px]]
Nel 1999, sulla base della [[Risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite|Risoluzione ONU 1244]], inizia la missione [[NATO]]-[[KFOR]] in [[Kosovo]]. La 2^ Brigata Mobile dei Carabinieri, dovendo costituire un nuovo contingente MSU inoltrò, una richiesta di personale, ai comandi dipendenti, ovvero ai 13 Battaglioni ed al Tuscania. Selezionarono anche 4 carabinieri del G.I.S. Il personale, venne scelto, fra quelli che avevano fatto, richiesta volontaria. Dopo alcuni mesi, nel giugno 1999, il personale selezionato, si ritrovò presso il 7° Battaglione Carabinieri "Laives", per la cosiddetta "amalgama". Durante quel breve periodo, il personale fu sottoposto a numerose vaccinazioni ed alle prove pratiche con le armi da fuoco, sia con la pistola che con il nuovo fucile mitragliatore AR/70. Venne promesso che, ai primi sei classificati, come migliori, avrebbero consegnato, invece dell'AR/70, il fucile a pompa e semiautomatico, SPAS 15. Il 5 luglio 1999, senza alcun preavviso, selezionarono precipitosamente 6 militari. Un luogotenente, un maresciallo capo, un maresciallo, un appuntato e due carabinieri. Il maresciallo ed i due carabinieri erano conoscitori di alcune lingue straniere, risultate determinanti per capire e farsi capire da militari di ogni nazionalità presenti nella Missione della Nato. Dopo aver preso in consegna, in armeria, 6 GAP (giubbetti anti proiettile), 6 CAP (caschi anti proiettili) e 6 M12/S (pistole mitragliatrici) e relativi serbatoi e munizionamento di ricambio, salirono su 4 Jeep Defender per recarsi a Roma. Arrivarono dopo la mezzanotte e, nella mattina presto, dovettero alzarsi ed andare al Comando Generale dove li stavano aspettando dei tecnici elettronici per installare le antenne e le radio militari. Terminato il lavoro, ripartirono per Bari, per poi recarsi al porto e prenotare dei 6 biglietti per 6 cabine e relativi posti auto, per fare la traversata fino al porto di Durazzo, in Albania. Dopo la partenza serale, l'indomani mattina, arrivarono al porto albanese di Durazzo dove, appena sbarcati, sarebbero ripartiti per andare alla base dei carabinieri situata accanto ad una spiaggia. Rimasero lì alcuni giorni, in attesa dell'arrivo di altri carabinieri destinati, al solo Comando MP di di Peck. La sede del comando dei carabinieri MP di Peck, era situato dentro ad una ex caserma della polizia. In questo palazzo c'era anche una sorta di aula di tribunale, il carcere ed un minuscolo piazzale quadrangolare per far camminare i detenuti. I sei carabinieri dell'MSU rimasero in attesa per alcuni giorni nei quali, qualcuno di loro, si ammalò di dissenteria. Dopo alcuni giorni di attesa, arrivarono alcuni ufficiali superiori del Comando Generale e, un capitano medico e patologo, del Comando Provinciale di Bologna. Questo gruppo era capeggiato dal Colonnello Vincenzo Coppola. Tutti quanti, una mattina, partirono per Pristina, avendo l'accortezza, sia i marescialli che gli ufficiali, di togliersi i gradi dal corpetto operativo per evitare che, alcuni cecchini, potessero cercare di colpire quelli che ritenevano potessero essere degli ufficiali. Il contingente, si presentò presso il Comando KFOR, dove avrebbero dovuto aspettare l'assegnazione di un palazzo, per il restante contingente MSU, ancora in attesa in Italia. Nel frattempo che, gli ufficiali inglesi, decidessero quale palazzo consegnare al Colonnello Coppola, gli ufficiali, ad esclusione del capitano medico, trovarono sistemazione dentro un Hotel mentre, i rimanenti, in un piccolo comando logistico inglese, nel passato, sede di una fabbrica della Yugoplast. L'ufficiale inglese, chiamò alcuni soldati e fece mettere alcune tende su di un prato. I carabinieri misero dentro i loro lettini da campo ed i loro zaini. I carabinieri dovessero aspettare alcune settimane prima che, il Comando inglese consegnasse al Colonnello Coppola, una palazzina amministrativa dell'Ospedale Civile di Pristina. Un reggimento MSU viene costituito quale parte del contingente italiano, quest'ultimo denominato [[ITALFOR]]. Inizialmente il contingente MSU aveva compiti di polizia civile e militare e mantenimento dell’ordine pubblico, ricerca e cattura di criminali di guerra. Il contingente era dislocato su una base nei sobborghi della capitale del Kosovo, [[Pristina]] (denominata ''MSU Base'') ed in alcune [[stazione carabinieri|stazioni carabinieri]] in tutte le altre province del paese. Con l’addestramento effettuato alla Kosovo Police gradualmente i compiti di polizia civile di MSU sono stati assunti dalla polizia kosovara, sono state chiuse le stazioni e il reggimento MSU si è attestato solamente sulla base vicino [[Pristina]].<ref>{{Cita web|url=https://www.difesa.it/OperazioniMilitari/op_intern_corso/KFOR/notizie_teatro/Pagine/Missione_in_Kosovo_Carabinieri_addestrano_la_Kosovo_Police.aspx|titolo=Missione in Kosovo: Carabinieri addestrano la Kosovo Police|sito=www.difesa.it|lingua=it|accesso=11 marzo 2021}}</ref>
[[File:MSU Carabinieri 2019.jpg|thumb|Un plotone di Carabinieri di MSU con due [[RG-12]] in addestramento da Ordine Pubblico in [[Kosovo]] (2019).|199x199px]]
|