==Partecipazione nella campagna contro i Vaccaei==
Poco dopo venne convinto da [[Marco Emilio Lepido Porcina]], che era suo cognato e uno dei consoli per il 137 a.C., a partecipare a una sua campagna contro i [[Vaccei]]. Emilio fu mandato in Spagna Citeriore dopo che il senato rifiutò un trattato di pace tra i Celtiberi e [[Gaio Ostilio Mancino]], (l'atroaltro console dell'anno) che avrebbe terminato la [[guerra numantina]] (143-133 a.C.) Emilio non volle aspettate le istruzioni da Roma e invece accusò falsamente i Vaccei (che abitavano ad ovest dei Celtiberi e non lontano dalla Lusitania) di avere aiutato i celtiberi come scusa per fare una guerra. Devastò la campagna e assediò Pallantia, la città più grande. Degli emissari del senato gli domandarono perché voleva una nuova guerra e gli dissero di smettere la campagna. Emilio li rimandò a Roma a scrisse una lettera dicendo che abbandonare la guerra era troppo pericoloso. L'assedio fu molto lungo e le provvigioni dei Romani divennero scarse. Ci fu fame. Molti uomini e tutti gli animali moriroro. Emilio e Bruto dovettero abbandonare l'assedio. Si ritirarono disordinatamente e i Vaccei li attaccarono sui fianchi e sul retro, uccidendo molti Romani. Il senato tolse il comando e la carica di console a Emilio, lo richiamò a Roma, e lo multò. Non sembra che Bruto fu punito.<ref>Appiano, Storia Romana, Libro 6, Le Guerre Spagnole,80-83</ref>