Papa Vittore II: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Etichette: Annullato Modifica da mobile Modifica da web per mobile
m WPCleaner v2.04 - Fixed using WP:CW (Wikilink uguali alla propria descrizione)
Riga 46:
Nel giugno 1055, Vittore incontrò l'Imperatore a [[Firenze]] e vi tenne un [[Concilio di Firenze (1055)|concilio]], che rafforzò la condanna già espressa da [[Papa Leone IX|Leone IX]] sul matrimonio del clero, sulla [[simonia]] e sulla perdita di proprietà della Chiesa. Nell'anno seguente, venne chiamato al fianco dell'imperatore, i cui giorni terreni volgevano al termine. Vittore era con Enrico III quando questi morì a Botfeld, nell'[[Harz]], il 5 ottobre 1056. Come tutore del figlio neonato di Enrico ([[Enrico IV di Franconia|Enrico IV]]) e consigliere dell'imperatrice [[Agnese di Poitou|Agnese]], madre e reggente di Enrico IV, Vittore disponeva di un enorme potere, che usò per mantenere la pace in tutto l'impero e rafforzare il papato contro le aggressioni dei baroni. Affidò ad Ildebrando il compito di continuare la sua riforma, soprattutto in Francia, ostacolando l'elezione di vescovi non ritenuti degni di tale incarico.
 
In Italia cercò appoggi potenti e li trovò in [[Goffredo il Barbuto|Goffredo I di Toscana]], l'uomo più potente della penisola. Egli aveva sposato [[Beatrice di Lotaringia]], vedova di [[Bonifacio III di Canossa|Bonifacio III di Canossa]] (ucciso nel 1052), da cui aveva avuto una figlia, [[Matilde di Canossa|Matilde]] (nata nel 1046). L'imperatore Enrico III aveva cercato di ostacolarlo in tutti i modi fino a prendere in ostaggio Beatrice e la piccola Matilde e portarle in Germania. Morto l'imperatore Enrico III (ottobre 1056), Vittore II si ritrovò a gestire la sorte di questi potenti ostaggi. Con l'aiuto dei consigli di Ildebrando, riuscì a far fare la pace tra Agnese, vedova dell'imperatore, e Goffredo, al quale furono restituite la moglie e la figliastra, oltre al territorio della Lorena ([[Lotaringia]]). Appianata la questione, lasciò la Germania ed affidò all'arcivescovo Annone di Colonia la tutela dell'imperatrice Agnese e del bambino, il futuro Enrico IV, di appena sei anni.
 
Le fatiche dei viaggi lunghi ed estenuanti lo fiaccarono notevolmente, tanto che morì<ref>{{Cita web|url=http://www.arezzoperlastoria.it/colle-del-pionta/storia-del-colle-del-pionta-arezzo/|titolo=Storia del Colle del Pionta}}</ref>, ad appena 40 anni, durante il viaggio di ritorno verso [[Roma]] di [[malaria]] nei pressi di [[Arezzo]], dove si era fermato per ricomporre una diatriba tra i vescovi di Arezzo e Siena.