Operazione Python: differenze tra le versioni

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'''Operazione Python''' fu il [[nome in codice]] di un attacco scatenato nella notte tra l'8 e il 9 dicembre 1971 ad opera della [[Marina militare dell'India]] contro il porto [[pakistan|pachistano]]o di [[Karachi]], nell'ambito dei più vasti eventi della [[guerra indo-pakistana del 1971]]. Dopo il primo, devastante attacco, lanciato con l'[[operazione Trident]] contro Karachi, il comando pakistano intensificò la sorveglianza aerea delle costa poiché la presenza in zona di grandi navi della Marina indiana dava l'impressione che fosse stato pianificato un altro attacco. Le navi da guerra pachistane ricevettero l'ordine di mescolarsi tra le navi mercantili presenti in porto. Per contrastare queste mosse, nella notte tre l'8 e il 9 dicembre 1971 fu lanciata l'operazione Python.
 
==Antefatti==
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Dopo l'inizio delle ostilità il [[viceammiraglio]] [[Sourendra Nath Kohli]], comandante della Western Fleet dell'[[Marina militare dell'India|Indian Navy]] pianificò di impiegare il nuovo 25th Missile Boat Squadron,<ref name="Indian Navy’s War Hero passes away Cmde Babru Yadav led the Missile Boat Attack on Karachi in 1971">{{cita web|autore1=Cmde Ranjit B. Rai |titolo=Indian Navy's War Hero passes away Cmde Babru Yadav led the Missile Boat Attack on Karachi in 1971 |url=https://www.indiastrategic.in/topstories548.htm |sito=India Strategic |accesso=20 marzo 2019 |data=aprile 2010}}</ref> al comando del [[captain]] [[Babru Bhan Yadav]], per bloccare il [[porto]] di [[Karachi]], principale base navale della Pakistan Navy.<ref name=D4p88/>
Il 25th Missile Boat Squadron era formato da 8 moderne [[Motovedetta|motovedette lanciamissili]] [[classe Vidyut]], armate con [[Missile antinave|missili antinave]] [[P-15|SS-N-2 Styx]], per il cui utilizzo il comandante del reparto captain Yadav aveva teorizzato un nuovo tipo di impiego.<ref name=D4p89>{{Cita|Da Frè 2014|p. 89}}.</ref> Questo reparto era reduce da un intensissimo ciclo addestrativo svoltosi presso la [[base navale]] [[Unione Sovietica|sovietica]] di [[Vladivostok]] in occasione della consegna delle [[Nave|navi]], avvenuta tra il gennaio e l'aprile 1971.<ref name=D4p88/> In questa occasione Yadav aveva elaborato una nuova tattica di impiego dei missili SS-N-2 Styx che consisteva nell'avvicinarsi all'obiettivo in formazione serrata ad alta [[velocità]] e con i radar spenti.<ref name=D4p89/> Arrivati al limite della portata dei missili venivano accesi i [[radar]] di acquisizione dei bersagli, i quali appena inquadrati venivano fatti oggetto del lancio dei missili.<ref name=D4p89/> Tale tattica, testata in esercitazione il 2 dicembre 1970, aveva attirato l'attenzione del comandante in capo della [[Voenno-morskoj flot (Unione Sovietica)|flotta sovietica]] [[ammiraglio]] [[Sergej Georgievič Gorškov]].<ref name=D4p89/>
 
Nella notte tra il 3 e il 4 dicembre 1971 il captain Yadav aveva condotto un primo attacco ([[operazione Trident]]) contro il porto di Karachi con tre motovedette, ''Veer'', ''Nirghat'' e ''Nipat'' (sua [[nave ammiraglia|nave di bandiera]]) rivelatosi devastante.<ref name="Commander BB YADAV Gallantry Awards GOV">{{cita web|titolo=Commander BB YADAV |url=http://gallantryawards.gov.in/Awardee/bb-yadav |sito=Gallantry Awards |editore=Ministry of Defence, Government of India |accesso=20 marzo 2019}}</ref> In questa occasione furono affondati un [[cacciatorpediniere]] pakistano, il ''Khaibar'' da 3.300 [[Tonnellata|tonnellate]], la nave trasporto munizioni MV ''Venus Challenger'' letteralmente saltata in aria, e la cui esplosione aveva pesantemente danneggiato il cacciatorpediniere ''Shah Jahan'' da 2.520 tonnellate,<ref group=N>Centrato direttamente anche da un missile lanciato dalla ''Nipat'' il cacciatorpediniere ''Shah Jahan'' riportò gravissimi danni, riuscendo a rientrare alla base. tali danni si rivelarono irrimediabili, e la nave non rientrò più in servizio attivo venendo posta in disarmo.</ref> il [[dragamine]] ''Muhafiz''.<ref name=D4p89/> Giunto a 14 miglia da Karachi con sola la ''Nipat'', Yadav lanciò gli ultimi due missili rimasti contro i depositi carburante della base centrandoli e provocando notevoli danni.<ref name=D4p89/> Successive valutazioni sull'attacco rivelarono che solo uno dei due missili avevano colpito i depositi di carburante, e che essi erano ancora parzialmente operativi.<ref name="GlobalSecurity">{{cita web|url=http://www.globalsecurity.org/military/world/war/indo-pak_1971.htm|titolo=Indo-Pakistani War of 1971|sito=Global Security|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20161126094736/http://www.globalsecurity.org/military/world/war/indo-pak_1971.htm|urlmorto=|accesso=21 novembre 2016}}</ref> Nonostante i problemi all'apparato propulsivo emersi sulle [[Classe Osa|tre OSA]] l'attacco era stato coronato da pieno successo e il viceammiraglio Kohli decise di effettuare un nuovo attacco contro i depositi carburante per distruggerli definitivamente.<ref name=D4p89/> Tuttavia l'aviazione pakistanapachistana lanciò un attacco aereo contro il porto di Okha, base di partenza delle OSA, mettendo a segno colpi diretti sugli impianti di rifornimento, su un deposito di munizioni e sul molo di ormeggio delle navi.<ref name=D4p91>{{Cita|Da Frè 2014|p. 91}}.</ref> Il comando della marina indiana aveva previsto questa eventualità e spostato preventivamente le unità lanciamissili in altre località. La distruzione degli [[Okha Port|impianti di rifornimento di Okha]] impedì ulteriori missioni operative fino a quando non venne eseguita l'Operazione Python tre giorni dopo.<ref name="GlobalSecurity"/>
 
==L'operazione Python==
Il nuovo attacco fu pianificato per la notte tra l'8 e il 9 dicembre,<ref group=N>A partire dalla mattina del 5 dicembre, l'Air Priority Board di Karachi fornì un eterogeneo gruppo di aerei tra cui Cessna, Auster, C-47 Dakota, Fokker, DHC-6 Twin Otter con radar e persino un aereo leggero per la protezione delle piante da impiegarsi in missioni di sorveglianza. Questa assortita componente aerea della flotta era pilotata da piloti civili con ufficiali di collegamento navali e nel pomeriggio vi erano in volo da 3 a 4 velivoli, svolgendo una ricerca su un arco di 200 miglia da Karachi.</ref> ed era più complesso del precedente. Esso prevedeva l'utilizzo di una Task Group formata dall'[[incrociatore leggero]] ''[[HMS Nigeria|Mysore]]'', dal cacciatorpediniere ''Ranjit'' e dalla fregata ''Betwa'' che avrebbero creato una diversione ad [[ovest]] (Operazione Grand Slam) al fine di consentire a un secondo Task Group forte delle [[Fregata (nave)|fregate antisommergibili]] ''Talwar'' e ''Trishul'' e della motomissilistica ''Vinash'' di attaccare il porto e i depositi carburante e cisterne della base navale.<ref name=D4p89/>
Mentre le navi indiane si avvicinavano a Karachi furono avvistate con il [[radar]] da un pattugliatore pakistano che venne immediatamente affondato dalla fregata ''Talwar''.<ref name=H0p199>{{Cita|Hiranandani 2000|p. 199}}.</ref> Nonostante il pattugliatore fosse riuscito a lanciare l'allarme quest'ultimo non riuscì di aiuto al comando navale pakistano. La [[città]] era sotto un pesante attacco aereo abilmente coordinato con l'operazione navale dall'alto Comando indiano.<ref name=D4p90>{{Cita|Da Frè 2014|p. 90}}.</ref>
Giunta a 12 miglia da Karachi alle 23:00 PKT la ''Vinash'' lanciò in successione i quattro missili SS-N-2 Styx. Il primo missile centrò ed incendiò i depositi carburante della Kemari Oil Farm, ili successivi affondarono la [[petroliera]] panamense SS ''Gulf Star'' e danneggiarono irreparabilmente il rifornitore di squadra ''Dacca'', che non rientrò mai più in servizio, e un mercantile inglese, l'SS ''Harmattan''.<ref name=D4p90/> Ne caos conseguente all'attacco che regnava a Karachi le batterie costiere pakistane aprirono il fuoco affondando la [[nave mercantile]] [[Grecia|greca]] ''Zoe''.<ref name=D4p90/> A completare il successo il Task Group del ''Mysore'' catturò al largo di Makran un mercantile pakistano.<ref name=D4p90/> Durante le due operazioni furono distrutte il 50% delle scorte di carburante pakistane e di materiali, per un valore di circa 3 miliardi di dollari, e arrecati gravi danni alle infrastrutture portuali e aeroportuali di Karachi.<ref name=D4p90/> A causa delle distruzioni patite dai depositi di carburante ne risentirono anche le operazioni aeree dell'aviazione pakistana.<ref name="Trident, Grandslam and Python: Attacks on Karachi">{{cita web|autore=B. Harry|titolo=Trident, Grandslam and Python: Attacks on Karachi|url=http://www.bharat-rakshak.com/NAVY/History/1971War/44-Attacks-On-Karachi.html?showall=1|sito=Bharat Rakshak|accesso=20 marzo 2019|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20141120020555/http://www.bharat-rakshak.com/NAVY/History/1971War/44-Attacks-On-Karachi.html?showall=1|dataarchivio=20 novembre 2014|data=7 luglio 2004}}</ref>
 
===Operazione Grand Slam===
[[File:INS Mysore, Jalesveva Jayamahe, p57.jpg|thumb|left|L'incrociatore leggero ''Mysore''.]]
L'8 dicembre 1971, mentre partiva il secondo attacco contro Karachi (Operazione Python), l'Alto Comando navale indiano consegnò al comando tattico dell'incrociatore ''Mysore'' gli ordini relativi al bombardamento della costa pakistana di Makran da eseguirsi nella notte tra l'8 e il 9 dicembre con l'intento "di bruciare, affondare, distruggere" installazioni e navi pachistane.<ref name="Trident, Grandslam and Python: Attacks on Karachi"/> Il Task Group assegnato a questa missione era composto dal ''Mysore'', dal cacciatorpediniere ''Ranjit'' e dalla fregata ''Betwa''.<ref name="Trident, Grandslam and Python: Attacks on Karachi"/>
Infine un terzo gruppo, costituito dal rifornitore di squadra ''Deepak'' e dalla [[corvetta]] ''Kadmat''<ref group=N>La ''Kadmat'' avrebbe originariamente partecipato all'attacco contro Karachi, ma a causa di un guasto dell'ultimo minuto era stata dirottata ad altro compito.</ref> avrebbero eseguito un controllo per la repressione del [[contrabbando]].<ref name="Trident, Grandslam and Python: Attacks on Karachi"/>
 
La sera dell'8 dicembre, giunto a 75 miglia a sud della città costiera pakistana di Jiwani, il Task Group del ''Mysore'' incontrò una nave mercantile che, vedendo il gruppo navale avvicinamento, invertì la rotta e si diresse verso Karachi cercando di contattare il porto su una frequenza monitorata.<ref name="Trident, Grandslam and Python: Attacks on Karachi"/> La nave non si fermò quando le venne segnalato e quindi il ''Mysore'' e il ''Ranjit'' spararono una bordata davanti alla prua, costringendola a spegnere i motori, accendere le luci ed alzare una bandiera bianca.<ref name="Trident, Grandslam and Python: Attacks on Karachi"/> Il cacciatorpediniere ''Ranjit'' fu inviato per indagare e scoprì che la nave era il mercantile pakistano ''Madhumati'' originariamente diretto a [[Singapore]] con un grosso carico di riso Basmatibasmati.<ref name="Trident, Grandslam and Python: Attacks on Karachi"/> L'armatore aveva fatto ricoprire l'originario, sostituendolo con ''Adamant'' per mascherarla da nave neutrale registrata a [[Manila]], nelle [[Filippine]].<ref name="Trident, Grandslam and Python: Attacks on Karachi"/> Una volta catturata sulla nave mercantile venne alzata la bandiera della marina indiana al di sopra di quella pakistana. Questo incidente, che costrinse il comando navale indiano a far rientrare le proprie navi, provocato molta delusione nella flotta che voleva così vendicare l'incursione compiuta dai pakistani contro Dwarka nel 1965.<ref name="Trident, Grandslam and Python: Attacks on Karachi"/>
 
==Conseguenze==