Epilessia: differenze tra le versioni

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In passato, l'epilessia era associata a esperienze [[religione|religiose]] e di [[possesso|possessione]], anche [[demone|demoniaca]]. Nei tempi antichi, l'epilessia era conosciuta come la "malattia sacra" (ἱερὰ νόσος, ''morbus sacer''<ref>{{Cita web |url=http://lsj.translatum.gr/wiki/%E1%BC%B1%CE%B5%CF%81%CF%8C%CF%82|titolo=ἱερός - Ancient Greek - English Dictionary (LSJ)<!-- Titolo generato automaticamente -->}}</ref>) (come fu descritta nel [[V secolo a.C.]] da [[Ippocrate di Coo]]<ref name=history>{{Cita web |url=http://allcountries.org/health/epilepsy_historical_overview.html |titolo=Epilepsy: historical overview |sito=Health Topics A TO Z |accesso=20 marzo 2011}}</ref>), poiché si pensava che le crisi epilettiche fossero una forma di attacco da parte di demoni, o che le visioni sperimentate dai pazienti fossero dei messaggi degli [[Dio|dei]]. Tra le famiglie [[Animismo|animiste]] [[Hmong]], ad esempio, l'epilessia è stata intesa come un attacco di uno spirito maligno, ma la persona interessata potrebbe diventare venerata come uno [[sciamano]], grazie a queste esperienze ultraterrene.<ref>[http://www.epilepsy.com/articles/ar_1063680870.html When Epilepsy Goes By Another Name | epilepsy.com] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20071011205940/http://www.epilepsy.com/articles/ar_1063680870.html |data=11 ottobre 2007 }}</ref>
 
In un capitolo di un libro di medicina [[Civiltà babilonese|babilonese]], Sakikku, risalente al 2000 a.C. circa e composto, sono presenti molte descrizioni di condizioni che oggi riconosciamo come crisi epilettiche. Tali scritti insistono sulla loro natura soprannaturale,<ref name=history/> mentre il testo [[Ayurveda|ayurvedico]] [[Charaka Samhita]] (circa [[400 a.C.]]) descrive l'epilessia come "apasmara", vale a dire come "perdita di coscienza".<ref name=history/>
 
Nella maggior parte delle culture, le persone con epilessia venivano [[stigma (sociologia)|stigmatizzate]], evitate o addirittura imprigionate. Presso [[Salpêtrière]], il luogo di nascita della [[neurologia]] moderna, [[Jean-Martin Charcot]] trovò l'epilessia comune nei disabili psichici, negli affetti da [[sifilide]] cronica e nei pazienti psichiatrici criminali. In [[Tanzania]], nel 2012, come in altre parti dell'[[Africa]], l'epilessia viene associata a possessione da parte di spiriti maligni, alla [[stregoneria]] o all'[[avvelenamento]]. Molti ritengono che possa essere una condizione contagiosa.<ref>{{Cita pubblicazione | cognome = Jilek-Aall | nome = L | titolo = Morbus sacer in Africa: some religious aspects of epilepsy in traditional cultures | rivista = Epilepsia | volume = 40 | numero = 3 | pp = 382-6 | anno = 1999 | pmid = 10080524 | doi = 10.1111/j.1528-1157.1999.tb00723.x }}</ref> Nella [[Roma antica]], l'epilessia era conosciuta come il ''comitialis morbus'' (ma anche ''maior morbus'' e ''divinus morbus''<ref>[[Apuleio]], ''Pro se de magia'', 43 e 50. Per ulteriori notizie cfr. [[Aulo Cornelio Celso]], ''De medicina'', III, 23 ed Esichio, s. v.</ref>) ed era vista come una maledizione degli dei: qualora una crisi fosse sopravvenuta durante un comizio, ne avrebbe provocato l'interruzione essendo di cattivo auspicio.<ref>In ''Encyclopedic Dictionary of Roman Law,'' di Adolf Berger [Transactions of the American Philosophical Society, New Ser., Vol. 43, No. 2. (1953), pp. 333-809] citato in ''[http://ancienthistory.about.com/b/2006/11/24/morbus-comitialis-epilepsy.htm Morbus Comitialis - Epilepsy]'', N. S. Gill.</ref> La malattia era considerata contagiosa e si riteneva che lo sputo fungesse da difesa nei confronti di essa.<ref>[[Apuleio]], ''Pro se de magia'', 44 e [[Plinio il Vecchio]], ''Historia naturalis'', XXVIII, 35.</ref>