Emilio Maccolini: differenze tra le versioni

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==Biografia==
Nacque a Busseto, [[provincia di Parma]], il 29 settembre 1908, figlio di Giuseppe e Adelaide Viola.<ref name=G5p143/> Trascorse l'adolescenza in [[Romagna]], frequentando il [[liceo]] di [[Faenza]],<ref name="at">{{Cita|Dizionario Parmigiani||at}}.</ref> e iscrittosi al [[partito fascista]] dal 1926, conseguì nel 1930 la laurea in [[chimica]] e [[farmacia]] presso l'[[università di Bologna]].<ref name="at"/> Successivamente partecipò alla vita [[politica]], ricoprendo posti di responsabilità. Lavorò come [[farmacista]] presso l'ospedale di [[Prato (Italia)|Prato]] e fu anche [[giornalista]], corrispondente locale del [[quotidiano]] ''[[La Nazione]]''.<ref name="at"/> Stabilitosi con la famiglia a [[Mercatale di Vernio]]<ref group=N>Sua madre fu segretaria del Fascio Femminile di Vernio.</ref> ricoprì gli incarichi di Comandante dei Fasci Giovanili, Direttore dei corsi premilitari e membro del Direttorio del [[Fascio di Combattimento]].<ref name="at"/>
 
Si arruolò nel [[Regio Esercito]] frequentando la scuola allievi [[ufficiali di complemento]] di [[Lucca]], da dove uscì con il grado di [[sottotenente]], assegnato all'[[arma di artiglieria]], nel giugno 1931, assegnato in servizio al 26° Reggimento [[artiglieria da campagna]].<ref name="as"/> Posto in congedo nell'aprile 1932 venne trasferito nella [[Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale]] incaricato della istruzione premilitare con il grado di [[capomanipolo]].<ref name="as"/> Nell’aprile 1935 fu mobilitato per le esigenze legate all'[[Africa Orientale]] nella 192ª Legione CC. NN. "Ferruccio Ferrucci" della [[1ª Divisione CC.NN. "23 marzo"]], sbarcando a [[Massaua]], in [[Eritrea]], nel settembre successivo.<ref name="as"/> Dati i suoi titoli di studio fu assegnato presso il Comando Divisionale, ma dopo un breve periodo chiese di essere inviato in prima linea.<ref name="as"/> Assegnato alla Compagnia Comando del I [[Battaglione]], alla testa dei suoi legionari poté partecipare al grande combattimento impegnato il 21 gennaio 1936 nella Valle del Gabat.<ref name="at"/> Cadde in combattimento a Calaminò Debri, colpito al [[cuore]] da una [[pallottola]], e fu successivamente decorato con la [[medaglia d'oro al valor militare]] alla memoria.<ref name=G5p143/> Una via di Parma porta il suo nome.