Olocausto in Libia: differenze tra le versioni
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== Conseguenze ==
Secondo Maurice Roumani , un emigrante libico già Direttore Esecutivo del WOJAC , <ref>Yehouda Shenhav. [http://people.socsci.tau.ac.il/mu/yshenhav/files/2013/07/Ethnicity-and-National-Memory.pdf Ethnicity and National Memory: The World Organization of Jews from Arab Countries (WOJAC) in the Context of the Palestinian National Struggle]. British Journal of Middle Eastern Studies. Volume 29, Issue 1, 2002, Pages 27 - 56.</ref> i fattori più importanti che hanno influenzato la comunità ebraica libica ad emigrare sono stati "le cicatrici lasciate dagli ultimi anni dell'occupazione italiana e l'ingresso del L'esercito britannico nel 1943 accompagnato dai soldati palestinesi ebrei".<ref>{{Cita|Roumani
Dopo la vittoria alleata nella battaglia di El Agheila nel dicembre 1942, le truppe tedesche e italiane furono cacciate dalla Libia. Gli inglesi presidiarono il reggimento palestinese in Cirenaica , che in seguito divenne il nucleo della Brigata Ebraica che in seguito fu di stanza anche in Tripolitania . I soldati filosionisti incoraggiarono la diffusione del sionismo nella popolazione ebraica locale.<ref>{{Cita|Ariel|2013|p=150}}</ref><ref>[https://books.google.co.uk/books?id=0RY7AwAAQBAJ&pg=PT42 Jewish Brigade: An Army with Two Masters 1944-45], Morris Beckman, The History Press, 2010, p. 42-52</ref><ref>[[Yoav Gelber]], ''Jewish Palestinian Volunteering in the British Army during the Second World War'', Vol. III. ''The Standard Bearers - The Mission of the Volunteers to the Jewish People'', (Hebrew, Yad Izhak Ben-Zvi, Jerusalem 1983).</ref>
Nel 1943, il Mossad LeAliyah Bet iniziò a inviare emissari per preparare le infrastrutture per l'emigrazione della comunità ebraica libica.<ref>{{Cita|Roumani
La più grave violenza antiebraica del secondo dopoguerra nei paesi arabi avvenne in Tripolitania (Libia nord-occidentale) , allora sotto il controllo britannico, nel novembre 1945. In un periodo di diversi giorni più di 130 ebrei (tra cui 36 bambini) furono uccisi, centinaia sono rimasti feriti, 4.000 sono rimasti senza casa (sfollati) e 2.400 sono stati ridotti in povertà. Cinque sinagoghe a Tripoli e quattro nelle città di provincia furono distrutte e nella sola Tripoli furono saccheggiate oltre 1.000 residenze ebraiche ed edifici commerciali. <ref name="Stillman, 2003, p. 145">Stillman, 2003, p. 145.</ref> Ulteriori disordini si verificarono in Tripolitania nel giugno 1948 , quando 15 ebrei furono uccisi e 280 case di ebrei distrutte. <ref>Harris, 2001, pp. 149–150.</ref> Nel novembre 1948, pochi mesi dopo gli eventi in Tripolitania, il console americano a Tripoli Orray Taft Jr. riferì che: "Vi è motivo di ritenere che la comunità ebraica sia diventata più aggressiva in seguito alle vittorie ebraiche in Palestina. è anche motivo di credere che la comunità qui stia ricevendo istruzioni e guida dallo Stato di Israele. È difficile determinare se il cambiamento di atteggiamento sia o meno il risultato di istruzioni o di una progressiva aggressività. Anche con l'aggressività o forse a causa di essa , i leader sia ebrei che arabi mi informano che le relazioni interrazziali sono migliori ora di quanto non siano state per diversi anni e che comprensione, tolleranza e cooperazione sono presenti in qualsiasi incontro di alto livello tra i leader delle due comunità".<ref>{{Cita|Fischbach
L'emigrazione in Israele iniziò nel 1949, in seguito all'istituzione di un ufficio dell'Agenzia Ebraica a Tripoli. Secondo Harvey E. Goldberg, "un certo numero di ebrei libici" credono che l'Agenzia Ebraica fosse dietro le rivolte, dato che le rivolte li hanno aiutati a raggiungere il loro obiettivo.<ref>{{Cita|Goldberg|p
Ben presto, la comunità ebraica della Libia cessò di esistere, con la maggior parte dei suoi membri che emigrarono in Israele e in altri paesi, principalmente in Italia .
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* {{Cita libro|titolo=The Jews of Arab Lands: A History and Source Book|url=https://archive.org/details/jewsofarablands00stil|anno=1979|editore=Jewish Publication Society|ISBN=978-0-8276-0370-7}}
* {{Cita libro|titolo=Jewish-Muslim Relations and Migration from Yemen to Palestine in the Late Nineteenth and Twentieth Centuries|cognome=Ariel|nome=Ari|editore=BRILL|anno=2013|ISBN=9789004265370|url=https://books.google.com/books?id=OluNAgAAQBAJ}}
* {{Cita libro |cognome=Fischbach |nome=Michael R. |url=http://www.merip.org/mer/mer248/fischbach.html |titolo=Claiming Jewish Communal Property in Iraq |editore=Middle East Report |anno=2008 |accesso=5 aprile 2010 |urlarchivio=https://www.webcitation.org/5rEQr0uIo?url=http://www.merip.org/mer/mer248/fischbach.html|urlmorto=sì
* {{Cita libro|cognome=Stillman|nome=Norman|anno=2003|titolo=Jews of Arab Lands in Modern Times|editore=Jewish Publication Society|città=Philadelphia|ISBN=0-8276-0370-3}}
* {{Cita libro|titolo=Jewish Life in Muslim Libya: Rivals and Relatives|nome=Harvey E.|cognome=Goldberg|editore=University of Chicago Press|anno=1990|ISBN=9780226300924|url=https://books.google.com/books?id=1_6XgrCXoTUC|cid=HEG1990}}
* {{Cita libro|titolo=The Jews of Libya: Coexistence, Persecution, Resettlement|nome=Maurice|cognome=Roumani|editore=Sussex Academic Press|anno=2009|ISBN= 9781845193676|cid=MR2009}}
== Collegamenti esterni ==
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