Giuseppina Arcucci: differenze tra le versioni

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Dopo alcuni anni, nel 1904, nuovamente si ripresentò la questione. In questa occasione il vescovo Andrea D’Agostino cercò di porvi rimedio riuscendo ad ottenere in concessione l’utilizzo per venti anni di quella parte dell’edificio oggetto della controversia dal Comune di Ariano di Puglia. Cambiata, però, l’Amministrazione comunale, quest’ultima rivendicò, nel 1906, nuovamente l’utilizzo di quella parte del locale. La vertenza si risolse dinnanzi ai tribunali, in vari gradi di giudizio civile ed amministrativo, con la vittoria del vescovo D’Agostino.
Altra controversia si verificò questa volta nei confronti del giornale locale “La Lotta”, nel quale vennero pubblicati articoli diffamatori nei confronti di mons. Andrea D’Agostino e di suor Giuseppina Arcucci, risolta in modo favorevole a quest’ultima, con la condanna del caporedattore del giornale “La Lotta”. I toni della diatriba furono talmente forti e offensivi nei confronti di suor Giuseppina Arcucci e mons. Andra D’Agostino, che alcuni esponenti del partito il quale ebbe contrasti con i due, si dissociarono da quanto pubblicato sul giornale “La Lotta”, e sottoscrissero una lettera indirizzata a suor Arcucci nella quale presero le distanze dalle ingiurie esternate e ribadirono il valore della grande opera di carità messa in atto dalla fondatrice delle Suore dello Spirito Santo<ref>{{Cita libro|titolo=Giuseppina Arcucci dalla Casa del Popolo al Cenacolo dello Spirito|autore=Benedetto Carderi O.P.|anno=1987|editore=Casa Generalizia Suore dello Spirito Santo|città=Roma|pp=99-100|SBN=IT\ICCU\TER\0040699}}</ref>. {{Senza fonte|Suor Giuseppina da parte sua, nonostante quanto subito, si mostrò indulgente nei confronti di un membro dell’amministrazione comunale che le fu ostile, porgendogli il suo aiuto in un determinato momento di bisogno nel corso della prima guerra mondiale.}}
 
Una ulteriore disputa si verificò con una minoranza del clero diocesano, il quale rivolse pesanti accuse nei confronti di mons. Andrea D’Agostino e suor Arcucci, alcune pubblicate sul quindicinale “La Lotta”, altre fatte pervenire direttamente alla Santa Sede, la quale si vide costretta ad inviare un visitatore apostolico nella persona del domenicano mons. Giuseppe Cecchini O. P. Il visitatore apostolico non riscontrò alcun tipo di nefandezza e in base a quanto emerso nella visita apostolica, la Congregazione Concistoriale, pertanto, scrisse parole di incoraggiamento all’indirizzo del vescovo D’Agostino ammonendo nel contempo quei membri del clero che firmarono l’esposto contro il presule<ref>{{Cita libro|titolo=Giuseppina Arcucci dalla Casa del Popolo al Cenacolo dello Spirito|autore=Benedetto Carderi O.P.|anno=1987|editore=Casa Generalizia Suore dello Spirito Santo|città=Roma|pp=90-96|SBN=IT\ICCU\TER\0040699}}</ref>.