Aleksandre Ch'avch'avadze: differenze tra le versioni
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== Carriera militare e politica ==
Nel 1817 il principe Ch'avch'avadze divenne colonnello dell'esercito russo. Promosso [[maggior generale]] nel 1826, la sua carriera militare ottenne numerosi riconoscimenti nel corso delle guerre contro [[
Tornato in Georgia, Alexander godette di un'ampia popolarità tra la popolazione e la nobiltà georgiana. Fu uno dei più raffinati, istruiti e ricchi aristocratici del XIX secolo, sapendo parlare fluentemente numerose lingue europee ed asiatiche. Il famoso diplomatico e drammaturgo russo [[Aleksandr Sergeevič Griboedov|Alexander Griboyedov]] ne sposò la figlia sedicenne [[Nino Ch'avch'avadze|Nino]]. Un'altra figlia, [[Ek'at'erine Ch'avch'avadze|Ek'at'erine]], sposò [[David Dadiani]], principe di [[Mingrelia]], ed ispirò in [[Nikoloz Baratashvili]] l'amore senza speranza che lo rese il più grande poeta del romanticismo georgiano.
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[[File:Salome chavchavadze.jpg|thumb|left|La moglie di Aleksandre Ch'avch'avadze, Salome Orbeliani]]
Nonostgante il leale servizio alla corona russa, la nostalgia provata da Ch'avch'avadze per l'indipendenza georgiana, la monarchia, e la [[Chiesa apostolica autocefala ortodossa georgiana|chiesa]] lo spinsero ad una nuova ribellione, tanto che si unì alla cospirazione che nel 1832 scoppiò contro l'egemonia russa. Il colpo di
Divenne [[tenente generale]] nel 1841, e continuò a servire l'esercito nel [[Caucaso]], per breve tempo a capo dell'amministrazione civile della regione dal 1842 al 1843. Nel 1843 combatté la sua ultima guerra, comandando con successo una [[spedizione punitiva]] contro le tribù ribelli del [[Daghestan]]. In seguito entrò a far parte del Consiglio di amministrazione della [[Transcaucasia]].
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Nei suoi poemi [[Romanticismo|romantici]], Ch'avch'avadze lodava il glorioso passato della Georgia. Nelle opere ''Guai, tempo, tempo'' (ვაჰ, დრონი, დრონი), ''Ascolta, ascoltatore'' (ისმინეთ მსმენნო) e ''Caucasia'' (კავკასია), l'[[età dell'oro]] della Georgia medievale contrastava con il presente.<ref>Suny, RG (1994), ''The Making of the Georgian Nation: 2nd edition'', [[Indiana University Press]], ISBN 0-253-20915-3, p. 124</ref> Da attivista sociale rimase soprattutto un "nazionalista culturale" e difensore della lingua nativa.
Nelle sue lettere Alexander criticò duramente il trattamento russo della cultura nazionale georgiana, paragonandolo ai saccheggi operati da [[Impero ottomano|Ottomani]] e [[Persiani]] quando avevano invaso la Georgia.<ref name="Blanch"/> In una delle lettere afferma: ''il danno inflitto dalla Russia alla nostra nazione è disastroso. Anche Persiani e Turchi non abolirono la nostra monarchia privandoci del senso dello Stato. Abbiamo scambiato un serpente per un altro.''<ref name="Allen"/>
Dopo il 1832 la sua percezione dei problemi nazionali mutò. Il poeta sottolineò i risultati positivi ottenuti grazie all'annessione alla Russia, anche se la liberazione della sua patria rimase un suo sogno.<ref>Gamezardashvili, DM (2001), ''Georgian Literature'', The Minerva Group, Inc. ISBN 0-89875-570-0, p. 50</ref> In seguito la sua poesia divenne meno romantica e sentimentale, ma non abbandonò mai l'ottimismo che rese le sue opere tanto diverse da quelle dei predecessori. Alcuni dei poemi più innovativi scritti in questo periodo furono ''Oh, mio sogno, perché mi hai chiamato di nuovo?'' (ეჰა, ჩემო ოცნებავ, კვლავ რად წარმომედგინე) e ''L'aratore'' (გუთნის დედა) scritti negli anni 1840. Il primo dei due, un poema piuttosto triste, termina a sorpresa con la speranza nel futuro. Il secondo combina le elegie di Ch'avch'avadze per il passato della sua gioventù con il calmo addio alla perduta vita sessuale ed alla potenza.<ref>Rayfield, D (2000), ''The Literature of Georgia: A History'', Routledge (UK), ISBN 0-7007-1163-5, p. 148</ref>
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