Matteo I Visconti: differenze tra le versioni
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=== Nuovi disordini a Pavia, Bergamo, Novara e Vercelli ===
Dopo pochi mesi di pace, a Novara furono cacciati i Tornielli che chiesero aiuto al Visconti. Il 16 settembre Matteo raccolse nuovamente l'esercito e insieme al figlio Galeazzo si portò prima a Novara poi a Vercelli passando per Abbiategrasso e Vigevano. Le due città non si opposero ed egli nominò quale loro podestà Trinzano Cavazio e Florio da Castelletto. Il 27 settembre l'esercito visconteo tornò a Milano. Poco dopo i lodigiani catturarono San Colombano cacciando il castellano Jacopo Landriani.
Nel frattempo a Pavia montarono i dissidi tra Manfredo Beccaria e Filippo di Langosco, che venne espulso dalla città a Lomello e si disse disposto a mettersi al soldo dei milanesi. Alla fine entrambi scelsero Matteo Visconti quale arbitro. L'11 maggio [[1300]] richiese loro venti ostaggi ciascuno e dopo averli riappacificati nominò quali podestà e capitano del popolo della città il cognato [[Ottorino Borri]] e [[Gaspare da Garbagnate]]. Il Langosco chiese poi il permesso al Visconti di entrare a Pavia con 900 soldati e non appena gli fu concesso ricominciarono gli scontri con il Beccaria che ebbero la peggio e vennero espulsi, appellandosi ancora una volta al signore di Milano. Matteo Visconti ordinò ad entrambi i contendenti di ritornare in città e riappacificarsi ma i Beccaria, avendo forze inferiori, non osarono e così persero il controllo su Pavia. Lo stesso mese il Visconti strinse nuove alleanze promettendo la figlia [[Zaccarina Visconti|Zaccarina]] in sposa al conte di Langosco e soprattutto il figlio Galeazzo a [[Beatrice d'Este (1268-1334)|Beatrice d'Este]], figlia di [[Obizzo II d'Este|Obizzo II]]. Le nozze si celebrarono a [[Modena]], seguirono grandi festeggiamenti a Milano. In dicembre il consiglio generale, per volere dello stesso Matteo, gli affiancò il figlio Galeazzo quale capitano del popolo.
Nel [[1301]] Giovanni del Monferrato tornò a sobillare le divisioni interne tra i novaresi alleandosi con i Brusati e i Cavallazzi a danno dei Tornielli, e i vercellesi, alleandosi con gli Avogadro a danno dei Tizzoni che furono cacciati dalla città. Il 29 maggio i Suardi e i Colleoni invitarono Matteo a prendere possesso di [[Bergamo]]. Il signore di Milano inviò un piccolo esercito guidato dal figlio Galeazzo che, attraversato l'Adda a [[Vaprio d'Adda|Vaprio]], si portò presso Bergamo le cui famiglie dei Bongi e dei Rivoli, avverse ai Visconti, non opposero resistenza. Matteo fu dichiarato capitano del popolo per un quinquennio e quale podestà venne installato Jacopo Pirovano. In luglio i Bongi e i Rivoli, insieme agli alleati lodigiani, cremaschi e cremonesi cercarono di riprendere il controllo della città, fallendo. Galeazzo passò poi nel novarese dove catturò [[Varallo Pombia]], [[Oleggio]] e [[Galliate]].<ref>Giulini, ''Memorie'', vol. IV, pp. 795 e 798-805</ref>▼
Nel [[1301]] Giovanni del Monferrato tornò a sobillare le divisioni interne tra i novaresi alleandosi con i Brusati e i Cavallazzi a danno dei Tornielli, e i vercellesi, alleandosi con gli Avogadro a danno dei Tizzoni che furono cacciati dalla città.
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La promessa di matrimonio tra Zaccarina Visconti e Filippo conte di Langosco non si concretizzò mai. Matteo infatti decise di far sposare la figlia a Ottorino Rusca di [[Como]]. Filippo Langosco si infuriò e chiamò ancora una volta a raccolta contro il Visconti i pavesi, novaresi, vercellesi, lodigiani, cremaschi e cremonesi si accampò a Garlasco con un esercito di 3.000 fanti e 1.000 cavalieri mentre Galeazzo si portò alla difesa di Vigevano poi, senza dare battaglia, tornò a Milano. In novembre padre Matteo, contrariato, intervenne di persona con 2.500 fanti comaschi e 500 cavalieri, devastò la [[Lomellina]] e catturò Lomello. Infine prese Garlasco ma non il castello a causa della mancanza di macchine d'assedio, della sua nutrita guarnigione e della stagione invernale ormai alle porte.<ref>Giulini, ''Memorie'', vol. IV, pp. 795 e 806-807</ref>
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