Vincenzo Gemito: differenze tra le versioni

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L'arte gemitiana fu altamente lodata anche da [[Giacomo Manzù]], che nel 1979 ribadì:<ref name=dp/>
{{citazione|[Sono] contento di poter dire qualcosa su Vincenzo Gemito […] scultore possente a cui i libri, la critica dedicarono scarsa attenzione. Sono bastati pochi anni […] per sommergerlo nella nebbia dell’oblio. Gemito era uno scultore appassionato delle cose sublimi e che, in un certo senso, si adattava alle cose più semplici, in apparenza semplici, in realtà profondamente vere […]. A mio giudizio Vincenzo Gemito è il più grande scultore dell’Ottocento. Superiore, sotto certi aspetti a [[Medardo Rosso]] […]. Sono convinto, e in questo sta la grandezza di Gemito, che alla scultura non serve il romanticismo. Alla scultura servono tre cose: la forma, il mestiere e il genio. Il resto è inutile contorno, esercitazione sterile, inessenziale / Gemito è stato un genio solitario}}
Ciò malgrado, manca tuttora un'ampia revisione critica dell'arte di Gemito, che risulta essere poco compresa e poco valorizzata. Sono rare le mostre monografiche dedicate all'artista, se si eccettuano quella del 1953 al Palazzo Reale di Napoli, quella del 1989 tenutasi a [[Spoleto]], e quella del 2009 nella napoletana [[villa Pignatelli]]. I motivi di questa mancata ricognizione dell'arte gemitiana sono ascrivibili alla fragilità delle sue opere in terracotta, che pertanto risultano essere difficili da trasportare, e al cospicuo numero di multipli delle sue sculture originali, che rendono difficoltosa una corretta disamina della sua produzione.<ref>{{cita web|url=http://www.giorgioagnisola.com/avvenire310309.htm|titolo=Gemito, scugnizzi e guaglione|autore=[[Giorgio Agnisola]]|opera=Avvenire|anno=2009|accesso=14 febbraio 2016|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20160821201135/http://www.giorgioagnisola.cocom/avvenire310309.htm|dataarchivio=21 agosto 2016}}</ref>
 
Una retrospettiva gli è stata dedicata a Parigi, al [[Petit Palais]], dal titolo "Vincenzo Gemito (1852-1929). Le sculpteur de l’âme napolitaine" dal 15 ottobre 2019 al 20 gennaio 2020.