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Le limitate capacità dei telescopi della prima metà dell'Ottocento, inoltre, generavano spesso degli aloni attorno a Cerere e Pallade che vennero interpretati ad esempio come una "chioma" da Herschel - sebbene diversa da [[chioma (astronomia)|quella cometaria]] - e come un'atmosfera da Schröter. Alcuni miglioramenti si ebbero nella seconda metà del secolo con la diffusione del [[catalogo stellare]] ''[[Bonner Durchmusterung]]'' nel 1852 e con l'introduzione sia della scala logaritmica della [[Magnitudine apparente|magnitudine]], sviluppata da [[Norman Robert Pogson|Norman Pogson]] nel 1854, sia della [[Fotometria (astronomia)|fotometria]] nel 1861. Tuttavia, data la mancanza di un valore condiviso per l'[[albedo]] di Pallade, come anche per quella degli altri asteroidi fino ad allora scoperti, ogni stima proposta derivava dalle osservazioni, ma anche dal valore ipotetico dell'albedo.<ref name=Hughes/> Così, [[Simon Ritter von Stampfer|von Stampfer]] nel 1856 stimò il diametro di Pallade in 277&nbsp;km; [[Edward James Stone|Stone]] nel 1867 in 275&nbsp;km e [[Camille Flammarion|Flammarion]] nel 1894 in 270&nbsp;km.<ref name=Hughes/> Il valore di riferimento per i primi cinquant'anni del Novecento fu comunque di 490&nbsp;±&nbsp;118&nbsp;km, stimato nel 1895 da [[Edward Emerson Barnard|Barnard]] utilizzando un [[micrometro filare]].<ref name=Hughes/>
 
Nel 1917, l'astronomo giapponese [[Kiyotsugu Hirayama]] si dedicò allo studio del moto degli asteroidi e confrontandoli attraverso tre parametri orbitali - [[moto medio]], [[inclinazione orbitale|inclinazione]] ed [[eccentricità orbitale|eccentricità]] - individuò dei raggruppamenti, successivamente indicati come [[Famiglia di asteroidi|famiglie di asteroidi]] o famiglie Hirayama. In particolare, nel 1928 segnalò un gruppo di tre asteroidi associato con Pallade, indicato come [[famiglia Pallade]], dal nome del membro più grande del gruppo.<ref name=Yoshihide>{{Cita libro |lingua=inglese |autore-capitolo=Yoshihide, K. |capitolo=Kiyotsugu Hirayama and His Families of Asteroids (invited) |titolo=Proceedings of the International Conference (November 29-December 3, 1993. Sagamihara, Japan) |editore=Astronomical Society of the Pacific |anno=1993 |url=http://adsabs.harvard.edu/full/1994ASPC...63....1K |accesso=11 settembre 2011}}</ref>
 
Nei lavori pubblicati negli [[Anni 1960|anni sessanta]] e [[Anni 1970|settanta]], furono proposte nuove stime per il diametro di Pallade basate prevalentemente su misure fotometriche, comprese tra i 500 ed i 660&nbsp;km con un'incertezza di circa 100&nbsp;km.<ref name=Hughes/> Furono inoltre proposte le prime misure della massa di Pallade, che tuttavia sottostimavano il valore oggi accettato.<ref name=Hilton2002>{{Cita libro |lingua=inglese |titolo=Asteroids III |curatore=Bottke, W.F.Jr.; Cellino, A.; Paolicchi, P.; Binzel, R.P. |editore=University of Arizona Press |città=Tucson |anno=2002 |autore-capitolo=Hilton, J.L. |pp=103-112 |capitolo=Asteroid Masses and Densities |url_capitolo=http://www.lpi.usra.edu/books/AsteroidsIII/pdf/3008.pdf |accesso=9 settembre 2011 |formato=PDF}}</ref>
 
[[File:Moon and Asteroids 1 to 10.svg|thumb|left|Dimensioni dei primi dieci asteroidi scoperti nella [[fascia principale]] confrontati con la [[Luna]] della Terra. Pallade è il secondo da sinistra.]]
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[[File:Iau dozen.jpg|thumb|left|Rappresentazione artistica dei dodici oggetti che nel 2006 furono indicati come possibili [[pianeta nano|pianeti nani]] alla XXVI Assemblea generale dell'[[Unione Astronomica Internazionale]].]]
 
L'impatto avuto dalla scoperta di Pallade nella comunità scientifica può essere sottolineato dal fatto che, come già era accaduto per [[Urano (astronomia)|Urano]] e Cerere, in suo onore fu denominato [[palladio (elemento chimico)|palladio]] l'[[elemento chimico|elemento]] dal [[numero atomico]] 46 scoperto nel 1803.<ref>{{Cita libro |titolo=Discovery of the Elements |autore-capitolo=Weeks, Mary Elvira |edizione=3ª ed. |editore=Kessinger Publishing |anno=2003 |p=104 |capitolo=Rhodium and Palladium |url=http://books.google.com/books/about/Discovery_of_the_Elements.html?id=SJIk9BPdNWcC |accesso=8 ottobre 2011|isbn=0-7661-3872-0}}</ref>.<ref>{{Cita pubblicazione |lingua=inglese |autore=Wollaston, W. |titolo=On the Discovery of Palladium; With Observations on Other Substances Found with Platina |anno=1805 |doi=10.1098/rstl.1805.0024 |rivista=Philosophical Transactions of the Royal Society of London (1776-1886) |volume=95 |pp=316-330 |url=https://www.archive.org/details/philtrans00739436 |accesso=8 ottobre 2011}}</ref> Per i primi cinquant'anni dalla sua scoperta, Pallade fu considerato un pianeta, tuttavia quando il numero dei corpi orbitanti tra Marte e Giove cominciò ad aumentare nella seconda metà dell'Ottocento, gli asteroidi subirono una rapida riclassificazione. Durante questo processo, in alcune pubblicazioni furono mantenute delle distinzioni nel presentare Cerere, Pallade, Giunone e Vesta; abitudine però che era per lo più cessata negli [[anni 1870|anni settanta]] dell'Ottocento, con alcune eccellenti eccezioni come l'[[Osservatorio di Greenwich]] che continuò ad elencarli tra i pianeti fino al termine del secolo.<ref name=Storia/>
 
Da allora, gli asteroidi sono stati trattati in modo prevalentemente collettivo, raggruppati in base a caratteristiche orbitali (ad es. le [[famiglia di asteroidi|famiglie]]) o spettrali (le [[Classificazione spettrale degli asteroidi|classi]]), ma con poca attenzione al singolo oggetto.<ref>{{Cita libro |titolo=Asteroids: a history |url=https://archive.org/details/asteroidshistory00curt |autore=Curtis Peebles |editore=Smithsonian Institution Press |anno=2000 |isbn=1-56098-389-2}}</ref> Una parziale inversione di tendenza è stata prodotta in parte dalle possibilità offerte dell'[[esplorazione spaziale]] e dalle migliorate capacità osservative della fine del Novecento e l'inizio del Duemila, in parte dall'introduzione della nuova categoria dei pianeti nani, che ha riacceso l'interesse per gli asteroidi di maggiori dimensioni.