Santa Maria della Versa: differenze tra le versioni

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|Sottodivisioni=[[Donelasco]], Gariasco, Pizzofreddo, Sannazzaro, Montarco, Soriasco, Torrazza, Torrone, [[Valdamonte]], Villanova, Moglialunga
|Divisioni confinanti=[[Alta Val Tidone]] ([[Provincia di Piacenza|PC]]), [[Castana]], [[Golferenzo]], [[Lirio]], [[Montecalvo Versiggia]], [[Montù Beccaria]], [[Pietra de' Giorgi]], [[Rovescala]], [[Ziano Piacentino]] (PC)
|Zona sismica = 34
|Gradi giorno = 2852
|Diffusività=
|Nome abitanti=mariesi
|Patrono=
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== Storia ==
Soriasco, il centro più antico e precedente capoluogo comunale, è noto fin dal [[IX secolo]], quando, in base a molteplici decretidonazioni imperiali, viene confermata l'antica appartenenzaapparteneva all'[[abbazia di San Colombano]] di [[Bobbio]].<ref>[http://www.lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/9001416/ Storia di Soriasco in Lombardia Beni Culturali]</ref> Nel [[1164]] l'imperatore [[Federico Barbarossa|Federico I]] lo sottopose al dominio della città di [[Pavia]].
infatti fin dall'epoca [[Longobardi|longobarda]] il territorio fu una pertinenza monastica dell'abbazia di Bobbio, fondata nel 614 dall'abate [[San Colombano]], il cui possedimento della corte di Soriasco (''Sorlasco'' o ''Sorlascum'') che si estendeva in [[Versa (affluente del Po)|alta Val Versa]] fra la [[Valle Scuropasso]] e la [[Val Tidone]] nel piacentino, nel territorio dell'odierna Santa Maria della Versa e dei confinanti comuni odierni di [[Colli Verdi]] ([[Canevino]]), [[Rocca de' Giorgi]], [[Volpara]], [[Montecalvo Versiggia]] ed adiacenze fra le corti di ''Memoriola'' ([[Borgoratto Mormorolo]]) a ovest in [[Valle del Coppa]], [[Pecorara]] a est, ''Montelongo'' (Montelungo di [[Ruino]]) a sud-est e la grande corte di ''Auliano'' di Monte Acuto ([[Montù Beccaria]]) a nord<ref>{{cita|Codice Diplomatico di San Colombano di Bobbio|pp. 185, 190, 216, 233, 234, 245, 247, 250, 252, 255, 256, 258, 278, 328, 329, 333, 359|codiceI}}.</ref><ref>{{cita|Codice Diplomatico di San Colombano di Bobbio|pp. 58, 108|codiceIII}}.</ref><ref>{{cita|Destefanis|pp. 67-70|Destefanis}}.</ref> inseriti nel grande [[Feudo monastico di Bobbio|feudo reale ed imperiale monastico bobbiese]]. La corte monastica era una grande [[domusculta]] gestita da 23 [[Livellario|livellari]] del monastero ed altrettanti [[Massaio|massari]], le terre erano dedicate a grano, a vigna con produzione di vino pregiato e a pascolo, e la ''domus coltilis'' del borgo; citate nella corte anche le celle monastiche di Pizzofreddo, Begoglio (''Bogolium''), Donelasco, Montarco, Rocca de' Giorgi (''Aimericus'' - ''Almerici'' terra), Montecalvo (''Mons Calvus''). Gli abitanti della corte erano tenuti alla raccolta delle olive nella corte di [[Garda (Italia)|Garda]] (''Curtis Gardensis''), corte del Monastero di Bobbio del grande [[Bardolino|Priorato di Bardolino]] del [[Lago di Garda]] assieme alla [[Valpolicella]] e vari feudi Benacensi e veronesi; erano anche tenuti al trasporto delle spettanze di olio e ferro da Soriasco a Piacenza per la Corte monastica del [[Piacenza#Architetture religiose|Monastero di Santa Brigida in Piacenza]] anch'essa dipendente dall'abbazia di Bobbio. Il fondo agricolo rendeva al monastero di Bobbio annualmente 25 [[Moggio (unità di misura)|moggia]] di grano, 40 [[Anfora|anfore]] di vino, 5 [[Soldo|soldi]] e 4 [[Denaro (moneta)|denari]], 6 [[Libbra carolingia|libbre]] di lino cardato, 55 polli ed uova. Sul vino un grazie anche all'apporto di Colombano e dei suoi monaci che hanno importato il "nuovo vino" ottenuto per fermentazione dei mosti nelle botti di legno, in sostituzione del "vino romano" ottenuto mediante mosto cotto fermentato ed allungato con acqua, miele ed aromi che si aggiungevano per coprire il dolciastro o l'acido.
 
Nel [[1164]] l'imperatore [[Federico Barbarossa|Federico I]] lo sottopose al dominio della città di [[Pavia]].
 
Dal [[XIV secolo]] (se non prima) era feudo della famiglia ''Giorgi'', che nel secolo successivo, ereditando dall'ultima discendente dei [[Beccaria]] del ramo di [[Messer Fiorello]], estese i propri domini anche su [[Pietra de' Giorgi]] e [[Rocca de' Giorgi]]. Estinti i Giorgi-Beccaria nel [[XVII secolo]], il feudo fu incamerato e venduto a Gerolamo ''[[dal Pozzo]]'', che nello stesso periodo acquistava il feudo di [[Montecalvo Versiggia]] (comprendente anche [[Golferenzo]] e [[Volpara]]), divenendo signore di gran parte della valle. Fu una breve illusione: pressato da problemi economici, il figlio Gaetano già nel [[1690]] dovette vendere Soriasco ai conti ''[[Gambarana]]'' (ramo dei [[conti palatini di Lomello]] e feudatari di [[Montesegale]]), che erano già grandi proprietari nel feudo, e risiedevano al Casale di Donelasco. La frazione Pizzofreddo, che apparteneva al feudo di Montecalvo, dopo questi passaggi rimase unita a Soriasco.
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==Note==
<references/>
 
== Bibliografia ==
*{{cita libro|titolo=Codice Diplomatico di San Colombano di Bobbio|volume=I|cid=codiceI}}
*{{cita libro|titolo=Codice Diplomatico di San Colombano di Bobbio|volume=III|cid=codiceIII}}
*{{cita libro|autore=Eleonora Destefanis|titolo=Il Monastero Di Bobbio in Eta Altomedievale|cid=Destefanis}}
 
==Voci correlate==