Timothy Geithner: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 31:
|Nazionalità = statunitense
}}
Dal 26 gennaio [[2009]]<ref>[https://www.google.com/hostednews/afp/article/ALeqM5iYmsL7YB7JSiHRLTfO6PTbN5cNJQ Nomination validata dal Senato il 26 gennaio 2009 su Google Attualità/AFP]</ref> al 28 febbraio [[2013]] è stato [[Segretariosegretario al Tesoro degli Stati Uniti]] nell'[[112º Congresso degli Stati Uniti|Amministrazione Obama]].
 
Precedentemente aveva ricoperto il ruolo di presidente della sezione di [[New York]] della [[Federal Reserve]] e di vicepresidente del [[Federal Open Market Committee]] (FOMC).
 
==Biografia==
Dopo aver completato gli studi, ha lavorato per Kissinger Associates a Washington per un periodo di tre anni e poi è stato assunto alla divisione affari internazionali del [[Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti]] nel [[1988]]. Ha poi lavorato come addetto all'ambasciata americana a [[Tokyo]]. Come funzionario del Tesoro, ha aiutato a gestire le crisi internazionali degli [[anni novanta]] in [[Brasile]], [[Messico]], [[Indonesia]], [[Corea del Sud]] e [[Thailandia]].
 
È stato vice assistente del segretariato internazionale per la politica monetaria e finanziaria ([[1995]]-[[1996]]), vice assistente senior del segretario per gli affari internazionali ([[1996]]-[[1997]]), assistente segretario per gli affari internazionali (1997-[[1998]]). È stato sottosegretario del Tesoro per gli affari internazionali (1998-[[2001]]) sotto i Segretari del Tesoro [[Robert Rubin]] e [[Lawrence Summers]]. Summers è stato il suo mentore. Nel 2002 ha lasciato il Tesoro per aderire al [[Council on Foreign Relations]] come ''Senior Fellow'' del dipartimento di Economiaeconomia internazionale. È stato direttore del Dipartimento delle politiche di sviluppo (2001-[[2003]]) presso il [[Fondo monetario internazionale]].
 
Nel mese di ottobre 2003, a 42 anni, è stato nominato presidente della Federal Reserve Bank di New York. Il suo stipendio nel 2007 fu circa di {{m|398200|u=$}}<ref name=Lanman>{{cita web|url=https://www.bloomberg.com/apps/news?pid=20601070&sid=antGHYUBhUn4&refer=home|titolo=Geithner Nomination Takes Top Fed Wall Street Liaison|accesso=12 settembre 2009|cognome=Lanman|nome=Scott|data=24 novembre 2008|opera=News|editore=[[Bloomberg (azienda)|Bloomberg]]|lingua=en}}</ref>. Una volta alla Fed di [[New York]], è diventato vice presidente della Commissione federale Open Market Committee. Nel 2006 egli divenne anche un membro dell'Organismo di consulenza finanziaria di Washington detto [[G30]]. Nel novembre 2007 ha respinto l'offerta di [[Sanford Weill]] che lo voleva CEO presso [[Citigroup]]. Nel marzo 2008 ha organizzato il salvataggio e la vendita di [[Bear Stearns]].<ref name=Cho2008>{{cita news|nome=David|cognome=Cho|coautori=Montgomery, Lori; Murray, Shailagh|titolo=Obama Picks N.Y. Fed President Geithner as Treasury Secretary|url=https://www.washingtonpost.com/wp-dyn/content/article/2008/11/21/AR2008112102811.html?hpid=topnews|pubblicazione=[[The Washington Post]]|pagina=A1|data=22 novembre 2008|accesso=12 settembre 2009|lingua=en}}</ref><ref name=timemag>{{cita news|nome=Karen|cognome=Tumulty|linkautore=Karen Tumulty|coautori=Massimo Calabresi|titolo=Three Men And a Bailout|url=http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,1844554,00.html|pubblicazione=[[Time (periodico)|Time]]|data=25 settembre 2008|accesso=12 settembre 2009|lingua=en|dataarchivio=21 novembre 2008|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20081121224336/http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,1844554,00.html|urlmorto=sì}}</ref>
 
Nel gennaio del [[2009]] Timothy Geithner viene nominato [[Segretario al Tesoro degli Stati Uniti|Segretariosegretario di Stato al Tesoro]] dal presidente [[Barack Obama]] e in questa veste fa approvare, nel febbraio dello stesso anno, un piano finanziario di stabilità che pur essendo stato considerato migliore rispetto a quello del predecessore Paulson è stato accolto con freddezza da parte dei mercati finanziari ed è stato sottoposto a numerose critiche: tra le motivazioni delle critiche di alcuni commentatori<ref>Martin Wolf sul Financial Times.</ref> c'è sicuramente la mancanza di dettagli, l'eccessiva "timidezza" in un momento in cui, secondo loro, si dovrebbe osare di più.
La risposta "fredda" del mercato nei confronti del programma di Geithner (FSP - Financial Stability Plan) era data, in larga parte,
dai pochi dettagli forniti su un punto specifico del FSP: il PPIF - Public-Private Investment Fund volto alla "pulizia" dei bilanci bancari ad opera di fondi pubblici-privati.