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Gli RF104-G fecero ritorno in Italia l'11 marzo 1991.
 
I Tornado invece rientrarono alla base aerea di [[Gioia del Colle]] il 15 marzo del 1991, due settimane dopo il termine delle operazioni militari. Il ritorno in patria degli aerei da combattimento italiani fu accolto da una cerimonia alla quale presenziarono il Ministro della Difesa [[Virginio Rognoni]], il [[Capo di stato maggiore|Capo di Stato Maggiore]] della Difesa generale [[Domenico Corcione]] ed il Capo di [[Stato maggiore dell'Aeronautica Militare|Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare]] generale [[Stelio Nardini]].
 
===L'abbattimento del velivolo di Cocciolone e Bellini===
Durante il conflitto, l'Aeronautica Militare italiana registrò la perdita di un solo velivolo, nella notte tra il 17 e il 18 gennaio 1991, e la cattura e l'imprigionamento di due suoi militari.
 
Ad andare distrutto fu il Tornado comandato dal [[maggiore]] [[Gianmarco Bellini]], 32 anni, [[pilota militare|pilota]], originario della [[provincia di Padova]], e dal [[capitano]] [[Maurizio Cocciolone]], 30 anni, [[navigatore (aeronautica)|navigatore]], nativo dell'[[L'Aquila|Aquila]], entrati a far parte delle [[forze armate italiane]] rispettivamente nel [[1977]] e nel [[1979]]. I due decollarono a bordo del proprio cacciabombardiere assieme ad altri sette Tornado italiani e ad una formazione di altri 30 aerei di altri Paesi della coalizione, dopo numerosi voli di addestramento, per la prima missione che li vedeva impiegati nello spazio aereo controllato dagli iracheni.
 
Il bersaglio della squadriglia era un deposito areale di vettovaglie, munizioni e mezzi di trasporto nell'Iraq meridionale, a nord-ovest di [[Kuwait City]], difeso da [[Arma contraerea|artiglieria contraerea]] radar-asservita<ref>[http://www.modellismopiu.it/modules/newbb_plus/print.php?forum=5&topic_id=107721 Forum sulla missione].</ref>. A causa di forti turbolenze atmosferiche, Bellini e Cocciolone, partiti come molti altri dalla base emiratina, furono gli unici in grado di portare a termine, poco prima del raggiungimento dell'obiettivo, il [[rifornimento in volo]]; tutti gli altri 37 velivoli fallirono l'approccio all'aerocisterna e dovettero rientrare alla base.<ref name="sitoAM">{{Cita web|url=http://www.aeronautica.difesa.it/SitoAM/Default.asp?idarg=25&idente=1394&idsez=21|titolo=La guerra del golfo|accesso=29 aprile 2008|editore=sito web ufficiale A.M.|data=9 settembre 2002|urlmorto=sì|urlarchivio=https://web.archive.org/web/20071214153836/http://www.aeronautica.difesa.it/SitoAM/Default.asp?idsez=21&idarg=25&idente=1394}}</ref>