Fabianesimo: differenze tra le versioni
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Il '''fabianesimo''' (detto anche '''fabianismo''') è un movimento politico e sociale [[Regno Unito|britannico]] di ispirazione [[socialdemocrazia|socialdemocratica]]. Il movimento fa capo alla ''Fabian Society'', un'associazione istituita a [[Londra]] nel 1884 con lo scopo di elevare le classi lavoratrici per renderle idonee ad assumere il controllo dei mezzi di produzione.
== Generalità ==
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Accanto al gradualismo, un altro principio guida dei Fabiani consisteva nel fatto che essi preferirono esercitare una certa influenza, o meglio, permeare i partiti con idee socialiste, invece che formare il proprio partito politico o lavorare attraverso i sindacati. “Permeazione” significava infatti, per i Fabiani, aggregarsi a tutte le organizzazioni politiche in cui fosse possibile attuare un progetto di indirizzo socialista e influenzarle dal loro interno.<ref name="Pench" />
La Società fabiana, in particolare, permeò il Comitato di rappresentanza laburista separato, che divenne il [[Partito Laburista (Regno Unito)|Partito laburista]] nel 1906, e da allora la Società fu affiliata a tale partito<ref name="ref_A" />, il quale nel [[1922]] divenne la seconda forza politica britannica, battendo i [[Partito Liberale (Regno Unito)|liberali]]. Il legame tra la ''Fabian Society'' e il Partito laburista è rimasto stretto durante la prima metà del [[XX secolo]]. In realtà, la maggior parte dei ministri del Lavoro che si sono avvicendati nei successivi governi erano o erano stati membri della ''Fabian Society''.<ref name="viola" />
== Origini del pensiero fabiano ==
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Secondo il laburista [[Tony Benn]], in ''Arguments for Socialism'', fonte di ispirazione per il pensiero fabiano furono proprio le tesi di quel partito politico, esposte durante i [[Dibattiti di Putney]] del 1647 nel manifesto ''[[Patto del popolo|Agreement of the People]].'' Tali tesi, per la prima volta, proponevano come principi fondamentali di uno Stato la libertà e l’uguaglianza, che dovevano però convivere con la proprietà privata.<ref name="Pench" />
Da tali rivendicazioni prenderà forma nel corso del Settecento il partito radicale, che, nonostante la scarsa rappresentanza ai Comuni, svolse il ruolo di terza forza politica accanto ai [[Whigs|Whig]] e ai [[Tory]]. La nota dominante di questo atteggiamento politico è d’altra parte l’avversione al privilegio, identificato nel monopolio del re e dell’aristocrazia terriera, nel vasto apparato clientelare della [[Camera dei lord|Camera dei Lord]], della [[Chiesa anglicana|Chiesa Anglicana]] e delle compagnie commerciali. Tuttavia, negli anni della [[Rivoluzione francese]], il partito subì una profonda crisi, dalla quale uscì totalmente rinnovato a livello ideologico grazie all’opera di grandi intellettuali come [[Jeremy Bentham]], [[Thomas Paine|Tom Paine]] e [[William Godwin]].<ref name="Pench" />
Bentham, infatti, sviluppò una filosofia [[Giusnaturalismo|giusnaturalista]] che faceva dei diritti naturali e inalienabili dell’uomo il presupposto della rivendicazione di una forma democratica di governo, facendo della rivoluzione lo strumento necessario per il perseguimento di tale rivendicazione.<ref name="Pench" />
Paine sosteneva la rivoluzione istituzionale, ma in termini decisamente meno agguerriti. Infatti, più che una violenta presa di potere Paine preferiva che il popolo prendesse coscienza di quali fossero i diritti inalienabili dell’essere umano di modo che attraverso una conseguente azione popolare venissero recuperati tali diritti, negati dalla tirannia. Così facendo, tutti i membri della società sarebbero stati messi su un perfetto piede di parità.<ref name="Pench" /
Accanto all’opinione di Paine, si affermò l’ideale di una “società senza governo”, promosso da Godwin. Tutte le istituzioni sono infatti per Godwin “i grandi mali morali che ci sono al mondo”, di cui l’umanità potrà fare a meno in futuro. Inoltre,
Tuttavia, fu soprattutto la filosofia di Bentham ad influenzare notevolmente il pensiero del partito radicale. Le sue teorie cercarono, d'altronde, di adeguare il sistema legislativo inglese ai nuovi rapporti sociali delineatisi nel corso della [[Rivoluzione industriale]].<ref name="filosofico.net">{{Cita web|https://www.filosofico.net/bentham.htm#n2|JEREMY BENTHAM}}</ref> Egli, inoltre, mostrava avversione verso qualsiasi tipo di privilegio accordato dalla legge ai ceti più abbienti o verso interessi particolari, da lui stesso chiamati ''sinister interests''.<ref name="Pench" /> Bentham ritenne opportuno, dunque, rifondare la legislazione dello Stato secondo tre principi etici fondamentali: l’utilità, il benessere e la libertà individuali. In particolare, vedeva nell’utilità il criterio dell’azione morale, il benessere come il fine ultimo di ogni azione e la libertà il mezzo per perseguire tale fine. In questo modo, pervenne alla giustificazione dell'altruismo partendo da presupposti egoistici:
In politica tale pensiero tendeva ad identificarsi con una riforma parlamentare, che promuovesse una legislazione e un'amministrazione efficienti e trasparenti. Bentham e i suoi seguaci attribuirono così la massima importanza alla pubblicità degli atti di governo e alla diffusione dell'istruzione, da cui sarebbe derivato un progressivo aumento dell'interesse per la cosa pubblica e quindi un più efficace controllo dei governati sui governanti. Ne consegue che la dottrina utilitaristica di Bentham veniva incontro soprattutto alle aspirazioni dei ceti emergenti, e cioè ai massimi artefici e beneficiari del nuovo assetto industriale e commerciale dell'Inghilterra.<ref name="Pench" />
== Il Fabianesimo maturo ==
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