Fabianesimo: differenze tra le versioni

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I Fabiani si proclamarono eredi di questa tradizione facente capo a Bentham, ma il pensatore che più di altri fu d’ispirazione primaria per loro fu [[John Stuart Mill]]. Questi era allievo dello stesso Bentham, ma presto prese le distanze dai suoi insegnamenti, e anche da quelli di [[Karl Marx|Marx]], sviluppando una filosofia del tutto autonoma, ma ambigua, che lo fece apparire sia come anticipatore del collettivismo sia come difensore della libertà individuale, minacciata, secondo lui, non tanto dagli abusi dei potenti, quanto dagli eccessi della democrazia. A livello politico, Mill credeva che la società avesse bisogno di una rigenerazione morale piuttosto che di una riorganizzazione economica e soprattutto, sulla scia di tutte le altre filosofie socialiste inglesi della prima metà dell’Ottocento, escludeva la componente rivoluzionaria violenta. Di qui, ideò una politica economica non-interventista, dove il "[[Laissez-faire]]" fa da regola generale di condotta in modo tale da garantire agli individui il frutto del lavoro: una via di mezzo tra il socialismo e il sistema della proprietà privata. Mill appare quindi colui che vorrebbe credere nel socialismo, o almeno, in una versione conciliabile con il valore supremo della libertà individuale, ma non si sente in grado di superare i suoi dubbi, che però scompariranno del tutto con i suoi discepoli, i Fabiani, i quali, fedeli al gradualismo delle origini, mireranno a riprendere la sua idea del compromesso tra socialismo e proprietà privata, elaborando in maniera indipendente una loro soluzione per la questione sociale.<ref name="Pench" />
 
== Il Fabianesimofabianesimo maturo ==
I primi aderenti alla Società fabiana erano giovani borghesi, di buona formazione e impiegati in vari campi: dal giornalismo all'istruzione fino all'amministrazione statale. Erano per lo più intellettuali accomunati da un senso di insoddisfazione verso la propria esistenza e la società in generale. Per descrivere questo stato d'animoBeatrice Webb, una delle figure più importanti del Fabianesimo, usò l'espressione ''consciousness of sin'' (in italiano ''coscienza del peccato'') al fine di indicare il progressivo manifestarsi della questione sociale agli occhi non solo delle classi più abbienti, ma soprattutto degli intellettuali dell'Inghilterra vittoriana. D'altra parte fu in quel periodo che la povertà cominciò ad essere considerata non più come una realtà di fatto, e per questo immutabile, ma come un problema vero e proprio da affrontare e risolvere. A pesare era, oltre le denunce sulle intollerabili condizioni di vita degli ''slums'', l'impossibilità per un giovane della classe media di godere della propria condizione senza provare un senso di colpa. Ne consegue che argomento di discussione primario del neo movimento non era tanto il socialismo in sé quanto il tentativo di "concorrere alla ricostruzione della società in armonia con le più elevate possibilità morali".<ref name="Pench" />