Papa Pio XII: differenze tra le versioni

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=== Carriera ecclesiastica ===
[[File:Pacelliordenado.jpg|thumb|left|Eugenio Pacelli giovane sacerdote|245x245px]]
[[File:MarrydelValpacelli.jpg|thumb|La stipula del concordato tra il [[Serbia|Regno di Serbia]] e la [[Santa Sede]] il 24 giugno [[1914]], di cui monsignor Pacelli (primo da sinistra) fu artefice]]
Il cardinale [[Vincenzo Vannutelli]], che più tardi sarebbe diventato decano del [[Sacro collegio|Sacro Collegio]], indusse Pacelli a entrare come "apprendista" nella segreteria di Stato. In tale ufficio conobbe subito importanti prelati quali i cardinali [[Mariano Rampolla del Tindaro|Mariano Rampolla]], [[Rafael Merry del Val]] e Giacomo della Chiesa, futuro [[papa Benedetto XV]]. Dopo tre anni fu nominato minutante<ref>[[Nazareno Padellaro]], ''Pio XII'', Torino, SAIE, 1956, pp. 49-52</ref> e, dopo la specializzazione accademica in [[rapporto Stato-Chiesa|relazioni fra Stato e Chiesa]], monsignore-ciambellano di [[papa Pio X]] ([[1904]]).
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=== Cardinale e segretario di Stato ===
{{vedi anche|Discorso scomparso}}
[[File:Coat of arms of Eugenio Maria Pacelli.svg|thumb|left|Stemma cardinalizio di Eugenio Pacelli|243x243px]]
[[File:Cardinale Pacelli in visita al Governatore di Roma 15 giugno 1932.jpg|upright=1.4|thumb|Il cardinale Pacelli in visita al Governatore di Roma (15 giugno [[1932]])]]
Eugenio Pacelli fu creato cardinale da [[Papa Pio XI|Pio XI]] nel concistoro del 16 dicembre [[1929]]. Il 7 febbraio [[1930]] succedette a Pietro Gasparri nella carica di [[Segretario di Stato (Santa Sede)|segretario di Stato]].
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Pacelli aveva ricercato con costanza un concordato con l'intera Germania già nel periodo della sua nunziatura, negli [[Anni 1920|anni venti]]. [[Heinrich Brüning]], leader della ''[[Deutsche Zentrumspartei]]'', partito cattolico di centro, dichiarò nelle sue memorie che Pacelli, in occasione di un incontro del [[1931]] (quando Brüning era [[cancelliere]]), avrebbe insistentemente premuto per la dissoluzione dell'accordo di coalizione con il partito socialdemocratico, ponendola quasi come una condizione per la stipula del concordato. Il cancelliere in carica avrebbe respinto la sollecitazione considerando che il prelato fosse in grave errore di valutazione sulla situazione politica tedesca e, in particolare, sul peso del nascente partito nazista<ref>{{Cita web|url=http://www.testimonianzecristiane.it/teologia/vocabolario/bruning.htm|titolo=Heinrich Bruning - vocabolario teologico|autore=Massimiliano Salerno|sito=Testimonianze Cristiane|lingua=it|accesso=7 febbraio 2022}}</ref>.
 
[[File:Bundesarchiv Bild 183-R24391, Konkordatsunterzeichnung in Rom.jpg|thumb|Foto della firma del [[Reichskonkordat]]. Da sinistra a destra: Monsignor [[Ludwig Kaas]], il Vice-cancelliere tedesco [[Franz von Papen]], il Sottosegretario ecclesiastico [[Giuseppe Pizzardo]], il Cardinal Segretario di Stato [[Eugenio Pacelli]], [[Alfredo Ottaviani]] e il Segretario del Ministero degli Interni tedesco [[Rudolf Buttmann]].|304x304px]]
 
Il 20 luglio [[1933]], a pochi mesi dall'ascesa di [[Adolf Hitler]] al potere (30 gennaio 1933), Pacelli firmò a [[Roma]] il ''[[Reichskonkordat]]'' con la [[Germania]]. Questo concordato garantiva i diritti dei cattolici tedeschi e ripristinava le garanzie per la Chiesa e i fedeli, soppresse nell'[[XIX secolo|Ottocento]] per il [[Kulturkampf]]. Fu il concordato più discusso, perché accordava il riconoscimento della Chiesa al [[Nazismo|regime nazista]] che segnò la fine di ogni vita democratica in Germania e la proibizione di tutti i partiti politici, compreso quello cattolico del centro (''Zentrumspartei''). Successivamente, nel [[1935]], Pacelli sottoscrisse anche un concordato con il [[Regno di Jugoslavia]].
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La protesta del Papa per l'invasione della cattolica Polonia fu quindi espressa con un documento religioso e in base alla dottrina cristiana. Il 30 novembre 1939, l’invasione sovietica della [[Finlandia]] fu invece condannata ufficialmente e con molto vigore. Una solidarietà generica fu espressa al sovrano del cattolico [[Belgio]] per l'occupazione tedesca nel maggio 1940. Per tutta la durata del conflitto, papa Pacelli organizzò aiuti alle popolazioni colpite e creò l'ufficio informazioni sui prigionieri e sui dispersi.
 
[[File:Pius XII with Roman people, in Piazza San Giovanni, 1943.jpg|thumb|«....''e in mezzo a San Lorenzo spalancò le ali''»: questa foto di Pio XII, tradizionalmente riferita alla visita al [[San Lorenzo (Roma)|quartiere San Lorenzo]] il 20 [[luglio]] [[1943]], in realtà fu scattata in [[Piazza San Giovanni in Laterano]] il 13 agosto successivo|253x253px]]
 
Nella prima fase della guerra, è dimostrato che il pontefice prese parte a un tentativo di alcuni generali tedeschi avente l'obiettivo di spodestare Hitler<ref>{{en}} Kenneth C. Campbell, ''Pope Pius XII: Superb Intelligence Leader'', American Intelligence Journal, vol. 33, no. 2, 2016, pp. 148–150.</ref> e svolse il ruolo di intermediario nei contatti che intercorsi tra i cospiratori e la Gran Bretagna<ref>{{Cita libro|titolo=David Alvarez, ''Spie in Vaticano'', Milano 2003 pp. 200-204}}</ref>. Nell’aprile del 1940 ebbe più di venti incontri segreti con i congiurati tedeschi, il cui capo era il generale [[Ludwig Beck]] e il rappresentante del governo inglese [[Francis D'Arcy Osborne]]. Il possibile accordo di pace, nel caso che i congiurati fossero riusciti a sbarazzarsi di Hitler, fu scritto su carta ufficiale della Santa Sede<ref>Andrea Riccardi, ''Le politiche della Chiesa'', San Paolo, 1997.</ref>. Cercò, inoltre, di distogliere il [[fascismo]] dall'idea di far entrare in guerra l'[[Italia]]. Tale fu, con tutta probabilità, lo scopo della visita assolutamente irrituale che il Santo Padre fece al [[Palazzo del Quirinale|Quirinale]], a re [[Vittorio Emanuele III]], il 28 dicembre 1939<ref name=rimini>{{Cita web |url=http://www.meetingrimini.org/detail.asp?c=1&p=6&id=2040&key=3&pfix= |titolo=Copia archiviata. Interventi di David Dalin e Giulio Andreotti al meeting di Rimini |accesso=6 giugno 2014 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20150416112410/http://www.meetingrimini.org/detail.asp?c=1&p=6&id=2040&key=3&pfix= |urlmorto=sì }}</ref>. Nonostante ciò, il 10 giugno [[1940]], anche l'Italia entrò nel conflitto.
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=== La morte ===
[[File:Correio da Manhã AN 439.jpg|thumb|La salma di Pio XII appena composta|240x240px]]
Nell'autunno del [[1958]] la salute di Pio XII iniziò a declinare: il pontefice si trasferì quindi al [[Palazzo Pontificio]] di [[Castel Gandolfo]] per osservare un periodo di riposo<ref name=scenario />.
 
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La salma venne traslata in Vaticano su un comune carro funebre motorizzato fornito dal comune di Roma, addobbato con una sorta di baldacchino (quattro [[putto|putti]] agli angoli del cassone che reggevano drappi bianchi legati a un [[triregno]] posto centralmente): il mezzo era stato messo a disposizione dal municipio in sostituzione della carrozza funebre con cavalli bianchi richiesta dalla Santa Sede, che era risultata irreperibile<ref>{{cita web |url=http://www.cesnur.org/2009/tesi_papi_foto.htm|titolo=La morte del Papa - Riti, cerimonie e tradizioni dal medioevo all'età contemporanea|accesso=24 luglio 2012}}</ref><ref>{{cita testo|url=http://web.archive.org/web/20170223220711/http://i39.tinypic.com/16ryg3.jpg|titolo=Foto del corteo funebre}} da Castel Gandolfo a Roma.</ref>. L'automezzo venne accompagnato in corteo dalle [[Forze dell'ordine]] italiane in alta uniforme: lungo il percorso, che attraversò tutte le principali vie di Roma, si assiepò un folto pubblico.
[[File:Pioxii tomba.jpg|left|thumb|Sepolcro di Pio XII nelle [[Grotte Vaticane]]|250x250px]]
 
Condotta nella [[Basilica di San Pietro]] (per la prima volta non nella cappella del Santissimo Sacramento, ma nella navata centrale, davanti all'altare maggiore, inaugurando una prassi che sarà seguita per tutti i pontefici successivi), la salma venne [[Esposizione pubblica della salma|offerta]] per nove giorni su un alto palco all'omaggio dei fedeli. Già la notte successiva alla traslazione, preso atto dei veloci fenomeni cadaverici che stavano interessando la salma, la Santa Sede convocò un gruppo di medici legali esperti nel campo dell'imbalsamazione, incaricati di eseguire un nuovo trattamento conservativo con ovatta e [[formalina]] che perlomeno rallentasse il decadimento organico. Il nuovo intervento non poté tuttavia risolvere una situazione ormai compromessa, sicché si optò per posare sul volto del papa (ormai sfigurato) una maschera di cera miscelata a composti alcalini fusa poi in argento dalla [[Fonderia Artistica Ferdinando Marinelli]].
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* Nel 1942, Pio XII fu il primo pontefice a essere il protagonista vivente di una pellicola cinematografica<ref>{{cita web | url = http://www.osservatoreromano.va/en/news/a-media-pope | titolo = Pio XII, protagonista dell'International Catholic Film | festival | lingua = en | data = 18 maggio 2011 | giornale = L'Osservatore Romano}}</ref>. Commissionò il film documentario dal titolo ''Pastor angelicus''<ref>{{cita web | url = http://www.papapioxii.it/pastor-angelicus-il-film-su-pio-xii/ | titolo = «Pastor Angelicus». Il film su Pio XII. | data = 26 gennaio 2014 | sito = papapioxii.it}}</ref><ref>{{cita news | autore = Claudia Di Giovanni | url = http://www.vatican.va/news_services/or/or_quo/cultura/265q04c1.html | titolo = Un'udienza aperta a tutto il mondo | giornale = [[L'Osservatore Romano]] | data = 15 novembre 2009 }}</ref>, allo scopo di rivolgere a tutto il mondo un invito all'[[Comandamento dell'amore|amore cristiano]]. Il titolo scelto da Pacelli coincideva con l'espressione adottata secoli prima da [[Gioacchino da Fiore#Le intuizioni di Gioacchino da Fiore|Gioacchino da Fiore]] (1130-1202) per la profezia di un'Età dello Spirito e della distruzione di una Chiesa mondana, carnale e corrotta.<ref>{{cita web | autore = Alfredo Incollingo | url = http://www.instoria.it/home/celestino_v_pastor_angelicus.htm | titolo = Celestino V e il "Pastor angelicus": le origini di un mito | sito = instoria.it | numero = 127 | data = luglio 2018}}</ref>.
* L'episodio della visita di Pio XII alle vittime del bombardamento del quartiere romano di San Lorenzo è ricordato da [[Francesco De Gregori]] nel [[San Lorenzo (brano musicale)|brano musicale San Lorenzo]].<ref>{{cita testo|url=https://www.youtube.com/watch?v=e7d6EPZG5Mc|titolo=Francesco De Gregori-San Lorenzo}}</ref>
[[File:PioXII Coppi Bartali.jpg|thumb|Pio XII riceve in udienza i ciclisti partecipanti al Giro del Giubileo 1950, tra cui [[Fausto Coppi]] e [[Gino Bartali]]|262x262px]]
* Papa Pacelli era un appassionato di ciclismo: il 26 giugno 1946 fu il primo pontefice a ricevere in udienza i partecipanti al [[Giro d'Italia 1946|Giro d'Italia]], tra cui la maglia rosa [[Gino Bartali]] e il rivale [[Fausto Coppi]]. Bartali, fervente cattolico, fu addirittura citato dal Papa il 17 settembre 1947, in un discorso agli iscritti dell'[[Azione Cattolica]] in [[Piazza San Pietro]]: «Guardate il vostro Gino Bartali, membro dell'Azione Cattolica: egli ha più volte guadagnato l'ambita maglia. Correte anche voi in questo campionato ideale». Pio XII ricevette Coppi e Bartali il 19 aprile 1950 prima della partenza del Giro d'Italia dell'anno del Giubileo. Al termine della corsa, il 14 giugno, Pacelli ricevette nuovamente i ciclisti. Coppi era assente, essendo ricoverato in ospedale per una dolorosa caduta. Bartali fu accompagnato dal vincitore di quell'anno, il calvinista [[Hugo Koblet]], che si prostrò anch'egli in ginocchio di fronte al Papa.<ref>{{cita testo|url=https://www.gazzetta.it/Giroditalia/2014/it/30-04-2013/papa-benedice-giro-maglia-rosa-vaticano-20312864647_print.shtml|titolo=Il Papa benedice il Giro. La maglia rosa in Vaticano}}</ref><ref>[https://it.eurosport.com/ciclismo/tour-de-france/2015/fausto-coppi-e-quel-tour-de-france-indimenticabile-merito-anche-di-bartali_sto4824149/story.shtml]</ref>
* Il 15 agosto 1954, da Castel Gandolfo, recitò il primo [[Angelus]] radiofonico di un Papa e, in autunno, istituì l'Angelus [[domenica]]le dalla finestra di [[Piazza San Pietro]]<ref>[http://www.papapioxii.it/999/]</ref>.